“Ho già ricordato che nel marzo del 2007 il gruppo AN-PDL presentò una mozione sui rischi di corruzione nel settore delle pompe funebri, che fu discussa il 14 maggio ottenendo i soli voti favorevoli del gruppo proponente”. Inizia così la nota con cui Marco Eboli, Presidente gruppo AN-PDL, interviene sulla vicenda del racket sulle sepolture.
“Nel settembre dello stesso mese però la sensibilità del Presidente della III Commissione Sanità e Affari sociali, avvocato Marco Fornaciari, portò ad una discussione, da me richiesta, nella sua commissione. In quella sede la proposta di AN-PDL di un nuovo regolamento di polizia mortuaria, di cui ho avviato la settimana scorsa la discussione nella IV Commissione consiliare che presiedo, fu largamente condivisa, così come l’esigenza di maggiori controlli da parte del Comune e dei vertici del S. Maria Nuova”.
“L’amico avvocato Fornaciari – prosegue Eboli – possiede la sensibilità e l’intelligenza necessaria per comprendere che è inopportuno, da parte sua, consigliere comunale e Presidente della commissione Sanità e Affari sociali, che ha discusso del problema, assumere la difesa di uno degli indagati. Il conflitto di interessi tra ruolo pubblico e professionale è di tutta evidenza. Confido che l’avvocato Marco Fornaciari faccia una scelta netta, tra il restare consigliere comunale o patrocinare la difesa di uno degli indagati dalla Procura della Repubblica, anche perché in base al Testo Unico della legge sugli Enti locali, è incompatibile il ruolo di amministratore pubblico con chi abbia cause pendenti con il Comune”.
“E’ evidente – conclude – che essendo il Comune, in base alla Legge Regionale 19 del 29 luglio 2004, tenuto ad effettuare i controlli, previsti anche dal nuovo regolamento di polizia mortuaria, un consigliere comunale non può essere controllore, ed al tempo stesso, in veste professionale, difensore dei controllati, o peggio, in questo caso indagati”.