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La Regione dice si alle Fattorie Sociali


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All’asilo in fattoria. La Regione dice si alle Fattorie Sociali, ovvero ad aziende agricole che affiancano alla consueta attività produttiva e di allevamento, anche un’inedita attività di ospitalità e accoglienza, rivolta ad esempio a bambini, anziani, persone diversamente abili.
E’ l’assessore alla agricoltura Tiberio Rabboni ad esprimere questa disponibilità in risposta a un’interrogazione dei consiglieri regionali Gianluca Borghi e Damiano Zoffoli. “Naturalmente – sottolinea Rabboni – è necessario che la Consulta Agricola regionale, le Province, le Comunità montane e gli altri partner sociali, diano il loro assenso alla proposta”.


Secondo l’Assessore potrà essere il prossimo bando della misura 311 del Programma di Sviluppo Rurale, relativa appunto alla “diversificazione delle attività agricole” a dare agli agricoltori la possibilità di presentare progetti anche in questa direzione.

“Già oggi gli imprenditori agricoli emiliano-romagnoli possono svolgere attività di accoglienza turistica,di ristorazione o di produzione di energia.
“Con questo bando – spiega Rabboni – potremo fare un ulteriore passo verso la costruzione di aziende agricole multifunzionali, sempre più in grado di diversificare le loro fonti di reddito. Si tratta di una scelta strategica per il futuro della nostra agricoltura. Ma anche di una scelta che punta a fare delle aziende agricole sempre più un punto di riferimento forte per il territorio e le comunità locali. Specialmente nelle zone di montagna o disagiate l’azienda agricola potrà infatti rafforzare l’offerta di servizi, venendo incontro alle esigenze della popolazione“.

Le Fattorie Sociali potranno svolgere la loro attività in diversi campi: dal reinserimento sociale di persone appartenenti a fasce deboli, all’accoglienza non occasionale di anziani, ai servizi educativi per bambini da 0 a 6 anni. Tali attività dovranno essere svolte in convenzione con gli Enti pubblici competenti e potranno essere svolte da Imprenditori agricoli e da Cooperative sociali.