Fiamme che sembravano ”un’onda anomala, che si alzarono per qualche metro e poi sono come ricadute”. E’ il ricordo di Antonio Boccuzzi, ora parlamentare del Pd ed ex operaio della ThyssenKrupp, sopravvissuto al rogo costato la vita a 7 suoi compagni chiamato oggi a testimoniare in Aula nella nuova udienza del processo a carico di 6 manager e dirigenti della multinazionale tedesca.
Rispondendo alle domande della pubblica accusa, Boccuzzi ha ripercorso le ore che precedettero la tragedia. ”Il 5 dicembre -ha raccontato- c’era stata una fermata dell’impianto che si era bloccato per un problema legato ad una fotocellula. La linea riparti’ a mezzanotte e mezza poi si sviluppo’ un incendio molto molto piccolo”.
”Ne avevamo visti di peggiori – ha proseguito Boccuzzi parlando dell’inizio dell’incendio – e provai a spegnere le fiamme, alte tra i 10 e i 15 cm con un estintore, ma era praticamente vuoto. Lo lanciai via stizzito -ha proseguito nella sua testimonianza- allora andai con Bruno Santino e Angelo Laurino a recuperare una manichetta”. Boccuzzi ha proseguito nel suo racconto spiegando che ”la trasportammo fino all’innesto da cui doveva uscire l’acqua. Collegai l’innesto e controllai che l’acqua uscisse e riempisse la manichetta, poi tirai su la testa per vedere se usciva dalla lancia tenuta in mano da Roberto Scola, ma in quel momento ci fu un’esplosione e le fiamme divennero altissime”.
L’ex operaio ha poi parlato di un’esplosione ”con qualcosa di anomalo. Le fiamme diventarono enormi, grandissime, sembravano una grossa mano, un’onda anomala, si alzarono per qualche metro e poi sono come ricadute”. Boccuzzi ha quindi aggiunto che ”l’esplosione fece un rumore simile, anche se molto amplificato, a quello che si sente quando si apre l’acqua calda e si accende la fiammella della caldaia a gas”. Nella sua testimonianza Boccuzzi ha poi ricordato i momenti piu’ drammatici della tragedia. ”Sentivo le urla dei miei colleghi provenire dalle fiamme ma non riuscivo a vederli”, ha raccontato ricordando che ”la vicinanza delle fiamme era insopportabile, avevano cominciato a sciogliermi l’orecchio destro. Provai a comporre il ‘9’ per avvertire le guardie ma il telefono non funzionava”.
Fonte: Adnkronos