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Documento Italcementi di Savignano sul Panaro


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L’incontro molto atteso del 4 marzo 09 a Roma, dopo le notizie allarmanti comunicate nel precedente incontro del 22 gennaio 09, con la Direzione del Gruppo Italcementi, ha avuto un esito imprevisto. Nel precedente incontro, la direzione del Gruppo, a freddo e senza precedenti avvisaglie e/o comunicazioni formali, dichiarava l’intenzione, tra le altre cose, di voler procedere in tempi strettissimi alla chiusura dello stabilimento di Savignano.


Dopo che di tale decisione, la direzione aziendale, ha informato anche l’amministrazione del comune di Savignano, nella sede del coordinamento abbiamo assistito ad un precisazione altrettanto inattesa in merito al fatto che un barlume di speranza ancora sussisteva sulle sorti dello storico stabilimento di Savignano che occupa ora 35 persone, almeno di una proroga, per un breve periodo, della chiusura.
Le organizzazioni sindacali e le maestranze vogliono con determinazione perseguire l’obbiettivo di una continuità produttiva e rivendicano quindi un incontro, che veda coinvolte anche le istituzioni locali, perché venga presentato un piano industriale che prescinda dalle momentanee contrazioni delle vendite e ridisegni un ruolo, per lo stabilimento di Savignano, organico alle strategie del Gruppo Italcementi.
Lo stabilimento ha ora sede in una area molto vasta, occupate dagli impianti, in parte dismessi, di uno stabilimento che ha occupato, nel passato, anche centinaia di lavoratori: Questa grande area, è noto da tempo, come sia di interesse per futuri sviluppi urbanistici e sia già stata presa in considerazione dalla programmazione degli enti locali.
Noi pensiamo che parte di quelli che sono i prevedibili guadagni derivanti dalla valorizzazione di questo patrimonio debbano essere investiti per garantire un’attività produttiva adeguata al reimpiego delle maestranze in forza. Il centro di macinazione può trasferirsi in aree appositamente destinate dal comune a questo tipo di attività e, l’impegno ad un investimento produttivo sul territorio, deve essere la condizione per consentire la valorizzazione dell’area attualmente occupata e di proprietà dell’impresa.
Un gruppo importante come Italcementi, pensiamo non possa rimanere nel territorio regionale solo con l’impianto e la piattaforma logistica di Ravenna, che debba essere scongiurata anche la chiusura delle altre attività presenti in regione.
Gli andamenti contingenti del mercato non possono a nostro avviso, guidare le strategie del gruppo, né queste strategie possono essere definite a discapito delle famiglie dei trentacinque lavoratori che rischiano il loro posto di lavoro.
L’impresa e il territorio in cui è insediata hanno avuto per anni un rapporto stretto, l’azienda ha tratto, dallo sfruttamento delle risorse umane e materiali del territorio, importanti risultati economici, ora parte di queste risorse devono essere impiegate per un futuro produttivo che sia funzionale a strategie di mercato volte a presidiare questa area strategica in previsione di un futuro rilancio dell’economia, e deve scongiurare l’impoverimento delle famiglie coinvolte che sono quelle degli attuali dipendenti ma anche quelle dei lavoratori dell’indotto rappresentato dai lavoratori delle imprese di trasporto e di servizio all’impresa.
Chiediamo quindi al Comune di Savignano e all’Unione Terre di Castelli di fermare l’iter di valorizzazione delle aree occupate da Italcementi se non verrà reso esplicito un piano industriale di mantenimento delle attività in loco.
Alla Presidenza della Provincia di Modena, di convocare le parti per un confronto che impegni l’impresa ad un insediamento e un presidio produttivo in un area importante come la Provincia di Modena.
Alla Regione Emilia Romagna di attivare un confronto sulle strategie del gruppo nella nostra regione, anche qui scongiurando l’ipotesi di un mero presidio di Italcementi, attraverso il transito dei materiali via Ravenna.
Le problematiche occupazionali, difficili come in tutte le aree del paese, non possono a nostro avviso ricadere solo sulle spalle della comunità locale ma devono vedere anche il gruppo Italcementi, che ha una valenza mondiale, impegnato con progetti e risorse.
Al fine di sostenere le nostre proposte e sollecitare confronti stringenti riteniamo utile contestualmente attivare le seguenti azioni di mobilitazione:
-Blocco delle ore straordinarie e delle flessibilità non concordate.
-Proclamazione dello stato di agitazione con mobilitazione ed astensione dal lavoro qualora non vengano fornite notizie certe sul futuro dello stabilimento.

RSU Svignano s/P. –
FILCA-CISL FILLEA-CGIL