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Piero Ricca domani sera alla Gabella di Reggio Emilia

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“Alza la testa” è questo il titolo della serata di venerdì 13 marzo alle 21 alla Gabella di via Roma per la Scuola di Etica e Politica “Giacomo Ulivi”. L’appuntamento promosso dall’associazione Telecitofono ospiterà Piero Ricca, blogger.

Ricca si racconta così: “Nel segno di questa esigenza morale vivo da anni una mia originale forma di impegno civile, la cui sostanza è questa: interpellare in pubblico il prepotente e l’ipocrita di turno, senza inibizioni e senza sconti beneducati – spiega Ricca che aggiunge – Mi definiscono un “contestatore”, un “provocatore” – sono soltanto una persona normale in un Paese anormale, uno che non si rassegna alla vergogna di doverci vivere, nell’Italia delle leggi su misura e del giornalismo addomesticato. Nel Paese in cui la politica ostacola la giustizia anzichè combattere la corruzione, dove la mafia è “un’entità con la quale bisogna convivere” e del conflitto di interessi “non gliene importa niente a nessuno”. Il Paese in cui trionfano i furbi, i servi e i senza vergogna. La patria di Salvatore Cuffaro, di Nicolò Pollari, il mausoleo dell’Eroe Mangano – e il giardino dei balocchi di Silvio Berlusconi”.

Piero Ricca è un attivista e blogger italiano, divenuto noto per la sua attività politico-sociale e per le sue aspre critiche rivolte a vari esponenti dell’establishment politico, economico e mediatico. Appare raramente sui media (sporadicamente su reti televisive non nazionali) e utilizza Internet per poter comunicare al pubblico, soprattutto con il suo blog ed il sito YouTube. Lo stile per il quale è maggiormente noto consiste in colloqui faccia a faccia, interviste non convenzionali, performance al
megafono, volantinaggi e manifestazioni di strada, riprese con videocamera digitale. Le registrazioni vengono solitamente caricate su YouTube, dove riscuotono un successo crescente di pubblico.

Per effetto delle sue azioni e delle sue dichiarazioni pungenti, Ricca, tuttora incensurato, ha ricevuto alcune denunce per “riunione non autorizzata”, di cui parla egli stesso nel suo blog. Le sue contestazioni hanno ricevuto un forte dissenso da parte di molti esponenti politici, sia di centro-destra che di centro-sinistra. Si sono invece espressi positivamente su di lui, tra gli altri, il politologo Giovanni Sartori, il magistrato Gian Carlo Caselli, Don Ciotti, i giornalisti Furio Colombo e Marco Travaglio (che ha definito Ricca “un esempio da imitare”) i quali vedono in Ricca un uomo libero e un baluardo dei più deboli. Tra i tanti esponenti della politica italiana che Ricca ha incontrato vi è il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Mentre usciva dall’aula del processo SME il 5 maggio 2003, Berlusconi venne accolto da Ricca che gli urlò: “Fatti processare buffone! Rispetta la legge! Rispetta la Costituzione! Rispetta la democrazia! Rispetta la dignità degli italiani! O farai la fine di Ceausescu o di don Rodrigo!”
Nel febbraio 2005 fu condannato dal giudice di pace di Milano, Livio Morone, a un’ammenda di 500 euro ma fu, in seguito, assolto dalla Cassazione che annullò la sentenza e la rinviò al giudice di pace di Milano. A novembre del 2006 è stato definitivamente assolto dal giudice di pace di Milano. Nel processo è stato difeso dal fratello avvocato Beniamino Ricca e da Umberto Ambrosoli, figlio dell’ “eroe borghese” Giorgio Ambrosoli. Ha contestato Berlusconi anche in diverse altre occasioni, tra le quali una convention a Milano nel febbraio 2006 al grido di “corruttore”, un comizio milanese con il partito dei pensionati e la festa per il centenario Mondadori, vicende ampiamente documentate sul blog di Ricca e su YouTube.
Noto è stato anche lo scontro con Emilio Fede, il quale definito “abusivo” da Ricca ed altri membri di “Qui Milano Libera” al Circolo della Stampa di Milano il 16 aprile 2007. Il video della vicenda venne anche trasmesso dal varietà Striscia la notizia, ma la parte in cui Fede sputò ai contestatori non venne mostrata. Tuttavia il video integrale è disponibile sul sito YouTube. Dopo l’accaduto, il direttore del TG4 querelò Ricca per diffamazione e la Guardia di Finanza bloccò il suo blog per tutto il mese di luglio del 2007. Il sequestro del blog, che produsse una forte mobilitazione sul web, fu poi annullato in quanto abusivo. Ricca si rese protagonista anche di una serie di scontri dialettici con Vittorio Sgarbi, a partire dal fatto che il critico d’arte venne condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per truffa aggravata allo Stato quando era funzionario alla sovrintendenza ai beni artistici della regione Veneto agli inizi degli anni novanta, ricorrendo alla falsificazione di certificati medici per assentarsi sul posto di lavoro. Il giornalista criticò Sgarbi anche per aver definito il magistrato antimafia Gian Carlo Caselli “verme infetto” a Palermo durante una convention di Forza Italia.
Un altro episodio eclatante fu l’intervista a Giulio Andreotti. Nel giugno 2006, all’università Bicocca di Milano, Ricca interpellò il senatore a vita sulla sentenza di prescrizione con riconoscimento di responsabilità di collusione con la mafia.
Altri politici finiti nel mirino di Ricca sono Clemente Mastella, Massimo D’Alema, Roberto Formigoni, Bruno Tabacci, Piero Fassino, Luciano Violante, Stefania Craxi, Enrico Boselli, Arturo Parisi, Marco Pannella. In tema di sospetta collusione fra mafia e politica, a marzo 2008 Ricca
ha avuto un incontro con l’onorevole Marcello Dell’Utri. Tra i giornalisti, Giuliano Ferrara, Paolo Mieli, Ferruccio De Bortoli, Gad Lerner, Bruno Vespa, Maurizio Belpietro. Ricca si è anche occupato in due occasioni dei manager Fedele Confalonieri di Mediaset ed Alessandro Profumo, legato ad ambienti politico-finanziari di sinistra.