Home Economia Confesercenti Modena analizza l’andamento di 1300 imprese

Confesercenti Modena analizza l’andamento di 1300 imprese

# ora in onda #
...............




Brusca frenata del fatturato delle imprese dei settori del commercio, dei servizi e dei pubblici esercizi nell’ultimo semestre 2008. La contrazione media registrata nella seconda metà dello scorso anno è a doppia cifra e si assesta su un –17.5 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2007. Una caduta che si va a sommare al rallentamento accusato nel precedente semestre che era stato del 5.2 per cento. Il calo quindi si va aggravando e anche per l’anno in corso i segnali sono negativi.

Il prezzo che molti imprenditori stanno pagando è la drastica riduzione degli utili e la quasi totale impossibilità di fare investimenti per la crescita. Uno scenario che, a fronte delle sempre crescenti difficoltà nell’accesso al credito e in presenza di una recessione la cui entità e durata è ancora difficile da determinare, comporta il rischio concreto di espulsione dal mercato di molte imprese del settore.
Rispetto all’andamento del fatturato, la situazione peggiore riguarda l’ingrosso, -27.4 per cento, seguito dai piccoli negozi extralimentari, -17.1 e dagli esercizi alimentari al dettaglio che denunciano un calo del 13 per cento. Unico settore che non affonda ulteriormente nelle sabbie mobili di un mercato caratterizzato da consumi che ristagnano è quello dei servizi alle persone che ha incassato un incremento dei ricavi del 6.7 per cento, anche se i primi segnali riferiti al 2009 sembrano già indicarne una inversione di tendenza.
Nell’analisi effettuata dall’Osservatorio di Confesercenti Modena prevale in modo netto il rosso e le tendenze in atto inducono a un sempre più accentuato pessimismo.
Oggi quindi anche l’impresa commerciale è pienamente investita dalla crisi. Una crisi che non si è manifestata nel modo esplosivo con cui ha investito i settori manifatturieri, ma in modo più strisciante, ugualmente preoccupante.

I segnali sono inequivocabili: calo degli occupati, mancanza di liquidità per fare fronte alle spese correnti, difficoltà di accesso al credito, rallentamento progressivo delle vendite che è iniziato già nel 2007. Dunque una situazione di difficoltà che precede la grave crisi che ha investito il resto dell’economia.

Per ridurre il rischio di espulsione dal mercato, oltre alla capacità delle imprese di innovarsi e di leggere i mutamenti in atto, Confesercenti ritiene sia necessario attuare adeguate politiche pubbliche di programmazione. Esaurita la fase di espansione quantitativa che ha caratterizzato il nostro territorio negli ultimi venti anni, serve un’opzione che privilegi la qualificazione di una rete già estremamente articolata nelle sue diverse forme. E a questo è necessario ricondurre con grande coerenza sia le politiche attive sia le risorse destinate al settore. Risorse che per risultare davvero efficaci debbono essere indirizzate prevalentemente a quelle imprese ubicate in ambiti oggetto di progetti di riqualificazione urbanistica, al fine di integrare la riqualificazione del commercio con quella delle altre funzioni, pubbliche o private, previste in una determinata area.
Altrettanto importante è che il sistema bancario operi secondo criteri di maggior lungimiranza, sapendo trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di raggiungere risultati aziendali a breve e quelle di un tessuto economico che, se meglio sostenuto nell’accesso al credito, può garantire risultati a medio termine. In altre parole il sistema bancario deve riuscire a mettere in campo una politica in grado di supportare le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, e tornare a essere attore efficiente dell’economia reale.