Il procuratore aggiunto Silverio Piro, attuale reggente della Procura di Bologna in sede vacante, reagisce non concedendo l’accesso agli uffici di Piazza Trento e Trieste a tutti i giornalisti, a due articoli del Corriere di Bologna e del Corriere della Sera, negando che ci siano ”armadi della vergogna” in cui giacciono fascicoli di indagine dimenticati.
Piro, dopo aver annunciato con una nota che sta inoltrando richiesta di rettifica ai quotidiani, nega ”che abbia un qualche fondamento la asserita esistenza di un’armadietto della vergogna’, ove sarebbe stato ‘dimenticato’ un elevato numero di procedimenti”.
Si tratta, invece, spiega Piro ”di un ben noto problema organizzativo, già individuato dallo stesso Procuratore, esaminato in una riunione plenaria dei magistrati e già risolto con le opportune disposizioni interne”.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) e l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna esprimono in una nota ”stupore perchè questa mattina ai giornalisti che si occupano di cronaca giudiziaria è stato impedito l’accesso negli uffici della Procura di Bologna senza alcuna motivazione”.
”La decisione, presa dal Procuratore reggente Silverio Piro – prosegue la nota – è grave e preoccupante. Nell’auspicare che si tratti solo di un equivoco e che ogni cosa si chiarisca al più presto, Sindacato e Ordine sottolineano con rammarico come ancora una volta venga ostacolato il diritto dei colleghi a svolgere il proprio lavoro e il diritto dei lettori ad essere correttamente informati. La cronaca giudiziaria, che già rischia di essere cancellata dal disegno di legge Alfano, subisce dunque un nuovo ingiustificato attacco: Fnsi, Aser e Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna esprimono piena solidarietà ai giornalisti bolognesi e sottolineano che simili comportamenti sono lesivi della libertà di stampa e della democrazia”.