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A Modena due giorni di convegno su sicurezza e diritto penale

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A Modena per due giorni giuristi italiani e della Scuola di Francoforte (Germania) discuteranno di “Sicurezza e diritto penale”.

Ancora nell’Ottocento, i delitti in materia di sicurezza riguardavano lo Stato, aprivano le parti speciali dei codici ed erano gli eredi dei crimini di lesa maestà. Oggi la sicurezza è una parola d’ordine o una parola magica, riguarda quasi ogni settore dell’intervento penale, che vede il trasformarsi dei rapporti tra Stato ed individuo: in nome della sicurezza (pubblica, urbana, del prodotto, del lavoro, dei mercati, informatica, stradale, etc.), che è divenuto diritto fondamentale, i singoli acconsentono all’arretramento di diritti di garanzia classici e lo Stato interviene prima ancora del sorgere di un pericolo per neutralizzare anche solo il timore di rischi, scientificamente non accertati (principio di precauzione), oppure un rischio nell’organizzazione sociale (colpa ante delictum) o nell’ideazione di atti preparatori (dolo ante delictum), ovvero per “combattere) qualche nemico.

Muove da queste considerazioni l’interrogativo che si sono posti i giuristi della facoltà di Giurisprudenza e del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che in collaborazione con l’Associazione Franco Bricola e col patrocinio del Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale, della Société Internationale de Défense Sociale, l’Association Internationale de Droit Pénal – Sezione Italiana, del CRIS – Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Sicurezza dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ed il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Modena: siamo di fronte al passaggio dallo Stato di diritto a uno Stato di prevenzione?

La risposta verrà cercata attraverso un convegno organizzato a Modena su “Sicurezza e Diritto Penale”, che sarà ospitato nell’Aula Magna della nuova sede della facoltà di Giurisprudenza (via San Geminiano 3) venerdì 20 e sabato 21 marzo 2009, che radunerà alcuni tra i più noti studiosi italiani e stranieri, ma anche magistrati, con l’obiettivo di indagare il significato di questo fenomeno di generale “sicuritarismo” mediante il diritto penale. Mentre nella seconda giornata dei lavori sarà proposto un confronto tra gli studiosi italiani della materia coi colleghi della prestigiosa Scuola di Francoforte (Germania).

“La sicurezza – spiega il prof. Massimo Donini, ordinario di Diritto Penale all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – è un bisogno primario della vita collettiva e tutelarla un dovere dello Stato. Da alcuni anni, però, entrata nel lessico politico internazionale come parola d’ordine, per garantirla si fa leva costantemente sulla minaccia della pena criminale (oltre che sulla polizia, sull’esercito, sui servizi segreti, o su pratiche internazionali non sempre lecite di lotta contro qualche nemico): non solo il tradizionale ordine pubblico, ma anche la sicurezza urbana, la sicurezza del lavoro, quella alimentare e dei prodotti, la sicurezza stradale e informatica, la sicurezza dei mercati finanziari e del risparmio. Non ottenendo pene efficaci, si espande comunque l’area di ciò che è vietato. Manca nell’opinione pubblica una consapevole percezione dei ‘costi’ che ciò comporta in termini di rinuncia a porzioni di libertà da parte di tutti i cittadini, non solo di chi delinque, quale prezzo di una accentuata penalizzazione. La politica non dovrebbe rassicurarci in primo luogo col diritto penale, né chiederci di accettare perquisizioni on line sui nostri computer, intercettazioni prive di reali controlli giurisdizionali, intrusioni continue nella nostra privacy, o espansioni dei comportamenti criminalizzati verso condotte del tutto ancora innocue, di cui neppure si conosca, ma solo si paventi, l’effettiva pericolosità, solo per farci sentire più sicuri. Il criterio di protezione generale, per i più svariati settori della vita civile, non deve seguire il modello utilizzato contro il terrorismo. Se però siamo disposti ad accettare che un modello di questo tipo diventi ‘generale’, allora dobbiamo sapere che lo Stato nel quale viviamo si sta trasformando in uno Stato di prevenzione, e che si chiede ai giudici di applicare le leggi come ‘armi’, non come regole giuridiche. Dieci volte magari contro terroristi e criminali organizzati, ma più volte ancora contro i cittadini. Se per vivere del tutto sicuri, occorre rinunciare a molte libertà, sacrificando anche diritti di terzi, è il caso di valutare con equilibrio e informazione corretta le cause e i rimedi dei pericoli reali e quelli, invece, delle angosce collettive”.

L’appuntamento alle ore 9.00 di venerdì 20 marzo 2009 si aprirà coi saluti del Rettore prof. Aldo Tomasi, della Preside della Facoltà di Giurisprudenza prof. ssa Alessandra Bignardi, del Procuratore della Repubblica di Modena dott. Vito Zincani e del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Modena avv. Giuseppe Picchioni e l’intervento introduttivo del prof. Massimo Donini su “La sicurezza come orizzonte totalizzante del discorso penalistico”.
Quindi la giornata proseguirà con due sessioni, rispettivamente su “Prevenzione e repressione” (mattino) e “L’impresa sicura” (pomeriggio), che consentiranno di approfondire tutte le sfaccettature che è venuto assumendo nel tempo il concetto di “sicurezza”: le politiche di sicurezza urbana, su cui si soffermerà anche il Sindaco di Modena prof. Giorgio Pighi, come Presidente del Forum nazionale per la sicurezza urbana, l’ordine pubblico, che vedrà il contributo anche del dott. Armando Spataro della Procura della Repubblica di Milano, alimenti, prodotti e lavoro, informatica, mercati e risparmio.
Sabato mattina 21 marzo inizierà un dialogo ravvicinato tra docenti italiani e della Scuola di Francoforte che discuterà attorno a: uso politico del diritto penale della sicurezza, costituzione e sicurezza come diritto fondamentale, sicurezza della vita economica e strumenti di tutela e sicurezza, rischio e anticipazione della tutela penale.