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Gelmini: tetto del 30% per immigrati in classe


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Parole di fuoco dopo gli scontri di ieri all’università ‘La Sapienza’ e l’annuncio che allo studio del governo c’è anche l’introduzione di un tetto del 30% per la presenza di immigrati in classe. Titolari delle dichiarazioni di oggi il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e la collega all’Istruzione, Mariastella Gelmini.Gli studenti dell’Onda sono dei ”guerriglieri” e come tali verranno trattati, ha detto Brunetta a margine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi proprio sui temi della scuola tenuta insieme alla Gelmini.

Secondo il ministro, il mondo della scuola non sta tanto protestando quanto mettendo in atto ”ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte dell’associazione Onda. Ma vedo – ha aggiunto Brunetta – che nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti l’Onda non esiste. Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni di guerriglia. L’Onda non l’ho vista nelle recenti elezioni degli studenti – ha ribadito – quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri”.

La Gelmini da parte sua ha fatto sapere che il ministero da lei guidato sta valutando l’introduzione ”di un tetto intorno al 30% per la presenza di alunni stranieri nelle classi”. ”Non credo – ha precisato – che ciò sia possibile già a partire dal prossimo anno ma dal successivo. Comunque sto chiedendo ai dirigenti uno sforzo per risolvere già dal prossimo anno i casi limite”, ha detto il ministro dell’Istruzione ricordando il caso della scuola ‘Pisacane’ di Roma. ”Una vicenda che fa riflettere”, ha detto la Gelmini per la quale è importante accompagnare i bambini stranieri nella conoscenza della lingua italiana.

”La conoscenza della lingua e della Carta Costituzionale – ha sottolineato – sono due elementi necessari per l’integrazione”. Il ministro ha parlato anche di pensionamenti e precari ed ha fornito alcune cifre. ”Già quest’anno – ha detto – quasi 32mila insegnanti hanno chiesto di andare in pensione, 12mila in più dell’anno scorso e 8mila richieste di pensionamento sono state presentate dal personale Ata, l’anno scorso furono 6mila. Questo significa – ha concluso – che, con 32mila pensionamenti, i 42mila posti in meno per i precari previsti a inizio anno si riducono notevolmente”.

Poi, rispondendo a una domanda sul 5 in condotta, ha rivelato: ”Anche io ho preso un 5 ma non sono mai stata rimandata. Del resto, chi nella propria carriera scolastica non ha mai preso un 5?”

Un po’ più di uno, a sentire l’ex docente del ministro dell’Istruzione, il professore di latino e greco Gian Enrico Manzoni, che dice: “Si è diplomata con 50 sessantesimi, un voto di tutto rispetto. E non è mai stata rimandata a settembre” anche se “negli scritti qualche cinque l’ha preso. Ma era tenace, era una che si impegnava. Ed è migliorata col tempo”.

Divampa intanto la polemica sulle dichiarazioni di Brunetta. ”Il ministro dell’Istruzione chieda scusa, per conto del governo, per le parole dissennate pronunciate dal suo collega Brunetta” chiede il responsabile Educazione del Pd, Giuseppe Fioroni. “Deve esserci stato un corto circuito tra il cervello e la lingua del ministro Brunetta – attacca il capogruppo dell’Italia dei Valori, Massimo Donadi – Non c’è altra spiegazione per giustificare le affermazioni nei confronti dei ragazzi dell’Onda. Parole incendiarie da piccolo duce. Il governo chieda scusa immediatamente”. A insorgere è anche tutta la sinistra. ”Che il ministro Brunetta sia un provocatore non mi stupisce – afferma il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero – ma che ora vesta i panni anche del manganellatore rispetto agli studenti dell’Onda caricati dalla polizia ieri a Roma e che lui ritiene ‘dei guerriglieri che come tali vanno trattati’, la dice lunga sull’idea di democrazia, libertà e rispetto del dissenso di Brunetta e del governo di cui fa parte”.

”Dichiarazioni da regime cileno” dice senza mezzi termini Angelo Bonelli, della federazione dei Verdi. Intanto, mentre l’Unione degli Studenti chiede le dimissioni del responsabile della Pubblica Amministrazione, a suscitare dure reazioni sono anche le parole della Gelmini. ”Di una gravità inaudita” le definisce Tonino Russo, componente della Commissione Cultura alla Camera per il quale ”un ministro della Repubblica italiana non dovrebbe fomentare il razzismo nelle scuole e nel Paese”.Rivolto a entrambi i ministri è il commento lapidario del presidente vicario del gruppo Idv alla Camera dei Deputati, Fabio Evangelisti: ”Il silenzio non è una gran dote dei rappresentanti di questo Governo”.

Sulle polemiche interviene direttamente Mariastella Gelmini. ”Il diritto di manifestare va sempre rispettato ma la democratica dimostrazione del dissenso non può mai trascendere nella violenza, che non può mai essere accettata – afferma il ministro – In questo senso credo vadano interpretate anche le dichiarazioni del ministro Brunetta che, come tutti sanno, a volte usa toni forti e provocatori. Il ministro Brunetta – conclude – certamente condivide la preoccupazione per quanto è avvenuto e l’auspicio che l’università sia sempre il luogo del dialogo e non della violenza”.
A tornare sulle sue parole e sul riferimento ai ‘guerriglieri’ è poi lo stesso Brunetta: “Mi sono sbagliato perché non hanno la dignità dei guerriglieri, che sono invece una cosa seria. Si tratta di quattro ragazzotti in cerca di sensazioni più o meno violente, che non rappresentano nessuno”. ”Se Fioroni, se il Partito democratico li difendono, ce ne faremo una ragione. Ne prendiamo atto – conclude – Io comunque preferivo il vecchio partito comunista”.

Fonte: Adnkronos