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Napolitano all’auditorium Marco Biagi

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, stamane all’auditorium Marco Biagi, ha partecipato all’apertura del convegno dedicato al giuslavorista ucciso sette anni fa.

Uomini come Marco Biagi, figure di intellettuali, docenti e studiosi “di preciso sapere specialistico e di profonda passione democratica” furono uccise perchè “persone disinteressate, dedicate interamente alla ricerca e all’insegnamento” rispetto a cui era “intollerabile” che “potessero impegnarsi a prestare le loro competenze e il loro ingegno alla ricerca di soluzioni valide per i problemi del lavoro, non esitando a contaminarsi con l’esercizio di responsabilità di governo”.
Questa la ragione, secondo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per cui figure come il giuslavorista bolognese, furono assassinate.

Napolitano invita ad abbandonare lo “spirito di faziosità” che blocca un sereno “riequilibrio” del mercato del lavoro. Un “rinnovamento” che invece lui giudica “ineludibile”. Lo stesso Biagi, afferma il Capo dello Stato, “pagò per lo spirito di fazione che da tempo avvelena il dibattito ed impedisce di cogliere il valore oggettivo” dell’opera di chi agisce in continuità in certi campi, al di là delle maggioranze e delle opposizioni.

Un aspetto “cruciale e particolarmente doloroso della vicenda di Marco Biagi” è che il professore “fu vittima della criminale aggressività del terrorismo brigatista, ma anche e prima pagò per lo spirito di fazione che da tempo avvelena la lotta politica e sociale del nostro paese”, ha rievocato il Capo dello Stato alla fine di una cerimonia alla Fondazione Biagi.

Poco prima del suo intervento Marco Tiraboschi, successore di Biagi nella cattedra di diritto del lavoro, aveva denunciato il peristere di un clima di isolamento nei confronti degli studiosi impegnati nella riforma di questo campo della giurisprudenza.

“Uno spirito di fazione”, ha proseguito Napolitano, “che impedisce ogni riconoscimento obiettivo del valore di ricerche e di proposte come quelle portate avanti da Marco Biagi con lo stesso disinteresse e spirito costruttivo, con la stessa indipendenza di giudizio, in due diverse fasi politiche”.