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Il malato oncologico e il lavoro: opportunità e prospettive


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Il malato oncologico e il lavoro: opportunità e prospettive. Questo è il titolo del Convegno che si svolgerà all’Auditorium della Fondazione Marco Biagi a Modena nella giornata di domani, sabato 21 marzo, a partire dalle ore 9.00.

L’incontro, organizzato dalla Fondazione Marco Biagi, dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e dal Comune di Modena e da ADAPT, conclude il programma del VII Convegno Internazionale in ricordo di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalla Brigate Rosse il 19 marzo del 2002.

L’obiettivo è quello di discutere della possibilità di un Codice Etico del mondo del lavoro per i malati oncologici. La medicina, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante nella cura di molte patologie oncologiche. Un male che pochi decenni fa era ancora considerato incurabile, oggi in molti casi viene combattuto con armi efficaci. Spesso, però, le cure sono ancora molto invasive e parzialmente invalidanti e i malati oncologici hanno di fronte a loro una vita segnata da problemi che mettono in discussione, almeno per una fase, la loro prestazione professionale ed è, quindi, necessario porsi anche il problema di come offrire al malato oncologico una qualità della vita accettabile. Le terapie, i ricoveri, la necessità di controlli periodici, l’esito a volte invalidante di alcuni interventi chirurgici, rendono necessario affrontare il reinserimento dei malati nel mondo del lavoro con schemi innovativi rispetto a quelli previsti dagli attuali contratti di lavoro.

Di queste problematiche si occuperà il convegno modenese, partendo proprio dal fatto che la Legge 14 febbraio 2003, n. 30, meglio conosciuta come Legge Biagi (e il DLGs 226/2003, art. 46), contiene già un provvedimento che permette al malato oncologico di decidere il passaggio da un rapporto di lavoro a tempo pieno a uno a tempo parziale e in seguito, quando lo ritiene, tornare a tempo pieno. Questo assunto è stato il punto di partenza per una riflessione sul rapporto tra pazienti oncologici e mondo del lavoro che ha tra le sue tappe fondamentali i sette punti del Manifesto per i diritti del malato oncologico che è stato promosso da LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, ADAPT (Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del Lavoro e le Relazioni Industriali) ed Europa Donna e presentato al Presidente della Repubblica l’8 luglio 2008. L’intento è sensibilizzare il Parlamento Europeo a redigere una vera carta dei diritti del malato oncologico che superi le grosse differenze normative dell’Unione su questo tema.
Il Progetto di Codice Etico che verrà presentata a Modena il 21 marzo è stato redatta da ADAPT ed Europa Donna ed è un Progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea. Scopo del Convegno è proprio proporre un’ampia discussione tra tutte le parti sociali sul progetto che andrà poi recepito a livello di contrattazione collettiva e decentrata. I punti fondamentali della bozza riguardano l’ampliamento del periodo di comporto (cioè la conservazione del posto di lavoro in presenza di uno o più eventi morbosi), considerato attualmente insufficiente alle necessità di cura del malato oncologico, il mantenimento del rapporto di lavoro anche attraverso l’utilizzo di tipologie contrattuali flessibili, come il part-time, la promozione di iniziative per il reinserimento nel posto di lavoro dopo il periodo di cura.

“Le recenti innovazioni introdotte nell’accordo tra il Governo e le parti sociali sulla riforma del modello contrattuale – ha commentato Alessandra Servidori del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – e il potenziamento della contrattazione di secondo livello, rappresentano una opportunità per concordare sul luogo di lavoro gli strumenti di sostegno per una legittima aspettativa di solidarietà verso la lavoratrice e il lavoratore affetto da malattia oncologica. Una comunità garante di una effettiva e concreta responsabilità sociale dell’impresa”.

L’incontro inizierà alle ore 9.00 con i saluti delle autorità: Paola Reggiani Gelmini, Direttore Generale, Fondazione Marco Biagi, Gabriella Aggazzotti, Preside della Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Giorgio Pighi, Sindaco di Modena, Stefano Cencetti, Direttore Generale, Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena. Dalle 9.20 si discuterà dell’ipotesi di Codice Etico con l’introduzione di Alessandra Servidori, Consigliera nazionale di Parità del Ministero del Lavoro, della Salute, delle Politiche sociali e la discussione che vedrà impegnati, oltre al professor PierFranco Conte, Direttore della Struttura Complesse di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e Claudio Dugoni, Presidente LILT Modena, Giovanna Gatti, Presidente Europa Donna Italia, Arja Leppänen, Europa Donna Svezia, Damiano Bettoni, Direttore Generale Patronato ACLI, Donato Pivanti, Segretario Generale Cgil Modena, Maura Malpighi, Presidente, Associazione “Il Cesto di ciliegie”, Luigi Ballerini, Medico psicanalista esperto di lavoro e cronicità oncologica. Alle 11.20 inizierà la tavola rotonda sull’argomento, coordinata dal giornalista del Corriere della Sera Mario Pappagallo, cui interverranno Giovanni Beduschi, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Massimo Federico, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Associazione “Angela Serra”, Fabrizio Maria Gobba, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Giacomo Morandi, Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, Alessandra Servidori, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, PierFranco Conte, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

“L’adesione alla iniziativa da parte del Policlinico di Modena, con la Direzione Generale ed i suoi professionisti, – commenta il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena dottor Stefano Cencetti – intende sottolineare l’importanza che la principale struttura oncologica provinciale conferisce alla presa in carico complessiva dei pazienti oncologici. Non solo quindi diagnosi e terapie, fornita presso il Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia ai più alti livelli di qualità, ma supporto psicologico e sociale orientati a garantire una soddisfacente qualità della vita alle persone in carico”.