No, non mancano le risorse per provvedere ai pagamenti, come la stampa ha titolato nei giorni scorsi. Il paradosso, invece, sta proprio nel fatto che per le opere avviate o realizzate, e perciò necessariamente finanziate, i Comuni non possano dar corso ai rispettivi pagamenti. E ciò in forza dei nuovi criteri del Patto di Stabilità proposti dal Governo nei giorni scorsi.
In questo caso, infatti, non mancherebbero ai Comuni le risorse, ma la potestà di disporne.
Si tratta per lo più di opere e lavori programmati e perciò finanziati negli anni precedenti, ora realizzate (in toto o in stati d’avanzamento) e per le quali è semplicemente arrivata la scadenza del pagamento. Per i
Comuni si tratta di onorare le obbligazioni assunte, la più elementare ed immediata azione anti-crisi da intraprendere.
Ancorché i tempi di pagamento del Comune di Bologna siano attestati nei 90 giorni di norma (al netto delle verifiche esterne di legge) , non può che creare allarme un possibile peggioramento dell’impatto sociale delle
modifiche governative alle regole del Patto di Stabilità. Per lo stesso primario interesse a contrastare la crisi economica, andrebbero
incoraggiati gli investimenti pubblici locali, diffusi e tempestivi.
Il Comune di Bologna ad esempio già applica le procedure semplificate di assegnazione per lavori ad importo inferiore ai 500 mila € , come richiesto dalle categorie economiche e come previsto dalle norme (Legge 201/2008).
La convergenza di intenti fra Categorie Economiche, Organizzazioni Sindacali ed Enti Locali tesa a superare, per gli Enti Locali, i vincoli agli investimenti resta senz’altro la “ricetta” più efficace e tempestiva per contrastare la crisi economica.
In buona sostanza, anche in questo caso, non si chiedono maggiori risorse, ma si chiede di poter utilizzare quelle già disponibili.