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Distretto ceramico: riduzione delle emissioni in atmosfera


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Ridurre progressivamente le emissioni in atmosfera delle industrie ceramiche attraverso un nuovo sistema di “quote” autorizzate e scambiabili tra le imprese che prevede anche incentivi all’innovazione e meccanismi semplificati in grado, tra l’altro, di migliorare l’ambiente aumentando la competitività delle imprese.


Sono questi i principali contenuti dell’Accordo sul controllo e le emissioni in atmosfera nel distretto ceramico di Modena e Reggio Emilia siglato mercoledì 25 marzo nella sede della Provincia di Modena dai rappresentanti delle Province di Modena e Reggio Emilia, cinque Comuni modenesi (Castelvetro, Fiorano, Formigine, Maranello, Sassuolo), cinque Comuni reggiani (Casalgrande, Castellarano, Rubiera, Scandiano, Viano) e Confindustria Ceramica.
Nel riconfermare il divieto di superare il tetto massimo alle emissioni degli impianti ceramici autorizzate complessivamente nell’intero distretto nel 1996, l’Accordo introduce nuovi strumenti per avviare una progressiva riduzione.
«Con il sistema delle quote di emissione – spiega Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena – introduciamo una procedura per il controllo delle emissioni assolutamente innovativa che punta al coinvolgimento delle imprese incentivandole a investire sull’ambiente. Le imprese virtuose, infatti, avranno anche un vantaggio competitivo, soprattutto in un momento di crisi come questo, e potranno contare su una serie di procedure semplificate, senza penalizzare l’ambiente».
Per Alfredo Gennari, assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia, «si tratta di un risultato raggiunto anche grazie al costruttivo confronto fra le industrie della distretto e le istituzioni competenti per la tutela ambientale. Il protocollo tiene in considerazione i principi dello sviluppo sostenibile, proseguendo sulla linea del precedente accordo, e allo stesso tempo dà spazio all’innovazione. Contiene, infatti, l’istituzione di un sistema di scambio di quote di emissioni, a vantaggio delle aziende, ma soprattutto della qualità della vita dei cittadini, in quanto permetterà di mantenere un livello di tutela costante nel distretto ceramico».
Per Alfonso Panzani, presidente di Confindustria ceramica, «la firma di questo protocollo rappresenta una ulteriore importante tappa lungo il percorso dello sviluppo sostenibile, intrapreso dall’industria ceramica di questo distretto già da diversi anni. A fronte di un impegno di ulteriore riduzione del carico di emissione da parte delle aziende ceramiche, auspico che le amministrazioni pubbliche si impegnino per una effettiva semplificazione e accelerazione delle procedure di autorizzazione, in modo da essere a fianco delle aziende fin dalle imminenti e necessarie ristrutturazioni. Una firma importante che conferma l’impegno in termini di responsabilità sociale dell’impresa da parte del settore nel suo complesso e delle singole aziende».
L’Accordo agisce sulle emissioni di polveri, fluoro e piombo attraverso un meccanismo che permette alle aziende di scambiarsi proprie quote di emissione autorizzate, a patto di ridurle di una frazione stabilita in ogni scambio. In questo modo il carico inquinante autorizzato sul distretto sarà progressivamente diminuito; è permesso l’utilizzo di quote di emissione o la loro sospensione a seconda dei momenti del mercato lo richiederà, con meccanismi basati su procedure semplificate.
Il Protocollo prevede, inoltre, un sistema premiante per le aziende che attuano innovazioni tecnologiche e miglioramenti nei propri sistemi depurativi o di recupero e risparmio dell’energia, o che dimostrino di ridurre le emissioni da traffico autoveicolare indotto.

Come funzionano le ‘quote’?
Come funziona il meccanismo delle “quote” introdotto dall’Accordo sulla riduzione delle emissioni nel distretto ceramico? Un’impresa con un atomizzatore che emette un determinato quantitativo di polveri inquinanti ha, sulla base di un sistema di calcolo previsto dall’accordo, 30 “quote in uso” di tale materiale. Se decide di smantellare l’atomizzatore, le quote saranno ridotte a 15 che la ditta può mantenere come “quote patrimonio” da riutilizzare oppure cedere ad un’altra impresa, entro i successivi 2 anni. Se questa impresa potenzia il proprio sistema filtrante fino a dimezzare le emissioni, potrà disporre di 15 “quote patrimonio” da utilizzare in futuro, oppure cedere ad un’altra impresa. Se vuole introdurre un nuovo atomizzatore aumentando le emissioni, l’impresa dovrà compensare: o riducendo le emissioni complessive, oppure utilizzando “quote patrimonio” precedentemente accantonate o acquisite da altre imprese; in questo modo l’impresa può aumentare le emissioni che però un’altra impresa ha ridotto.
Il sistema intende migliorare ulteriormente le prestazioni tecnologiche delle imprese del distretto ceramico di Modena e Reggio Emilia che dispongono già delle tecnologie di depurazione più efficienti in Europa per il settore; la maggior parte degli impianti ceramici è soggetta ad autorizzazione integrata ambientale e le relative prestazioni ambientali in termini di emissioni non solo rispettano le cosiddette Bat (migliori tecniche disponibili) previste per il rilascio dell’autorizzazione secondo la direttiva europea Ippc, ma rispettano da tempo i limiti di emissioni più restrittivi riscontrabili per il settore nell’intera Comunità Europea.