Home Cronaca Giovane ubriaco uccise al volante, per la Cassazione non è omicidio volontario

Giovane ubriaco uccise al volante, per la Cassazione non è omicidio volontario

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Le ‘bravate’ dei giovani al volante, magari su auto di grossa cilindrata, vanno inquadrate come ‘spacconate’ certamente meritevoli di condanna se producono vittime ma per una colpa meno grave.

Partendo da questo presupposto, la Cassazione ha bocciato il ricorso della Procura di Salerno che si era opposta alla riqualificazione di una condanna per omicidio volontario in quella più lieve di omicidio colposo nei confronti di un 24enne romeno, che, il 6 luglio del 2008, alla guida di una Bmw nel centro urbano di Salerno aveva investito due persone (una era poi deceduta per le ferite riportate) che si trovavano sul marciapiedi, finendo poi la corsa contro la vetrina di un negozio. Quindi aveva fatto ripartire l’auto a forte velocità, “facendo sgommare le ruote” e perdendo il controllo dell’auto: all’alcol test gli era stato riscontrato un tasso alcolemico di 1,05 g/l.

Risultato, il romeno è stato processato per omicidio volontario, reato poi riqualificato in quello di omicidio colposo dal Tribunale del Riesame di Salerno, nel luglio scorso. Inutile il ricorso della Procura di Salerno in Cassazione, volto a contestare l’illogicità della sentenza d’appello e a chiedere la condanna del 24enne per omicidio volontario, e non colposo. La Quarta sezione penale (sentenza 13083) ha respinto il ricorso e ha evidenziato che “i giudici di merito hanno dato congrua contezza del percorso argomentativo”, rilevando che “la giovane età del conducente e la sua disponibilità di un veicolo di grossa cilindrata rendevano evidente il quadro di un giovane spericolato ed eccitato, indotto ad una condotta di guida estremamente imprudente e negligente, e intesa a rimarcare agli occhi degli amici passeggeri e dei ragazzi che poco prima avevano contestato la guida pericolosa, la propria sicurezza, il predominio, la padronanza dell’auto e della strada”.Tutti elementi, dice la Cassazione, che dimostrano che il giovane “non ha voluto l’evento” mortale “altrimenti si finirebbe per sostenere l’esistenza di un dolo per il solo fatto della condotta rimproverabile con conseguente inversione dell’onere della prova”. Anzi, lo “stato di ubriachezza”, rilevano ancora gli ‘ermellini’ facendo propria la sentenza di merito, ha contribuito “ad ingenerare il senso di onnipotenza che in uno alla giovane eta’ ha consentito di agire convinto di non correre rischi di sorta”. Ma tutto è avvenuto per colpa, non per volontà.

Fonte: Adnkronos