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Reggio Emilia: il PSC da lunedì in Consiglio per l’adozione


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Il Piano strutturale comunale (Psc) sarà proposto dalla Giunta al dibattito del Consiglio per l’adozione nelle sedute programmate per il 30, 31 marzo e primo aprile. Lo hanno annunciato oggi, in un incontro con la stampa, il sindaco Graziano Delrio e l’assessore all’Urbanistica, Ugo Ferrari.

Il documento sarà poi pubblicato, entro 20 giorni dall’adozione, sul Bollettino ufficiale regionale (Bur) dell’Emilia-Romagna; dalla data di pubblicazione si aprirà la fase delle osservazioni, attraverso la quale cittadini e portatori di interesse potranno esprimere formalmente valutazioni o richieste di modifiche a specifici contenuti dell’atto. Il periodo delle osservazioni, che la legge stabilisce in un minimo di due mesi, sarà di cinque-sei mesi, per consentire una più ampia e proficua opportunità di conoscenza, valutazione e confronto del Piano che delinea i principi fondamentali della pianificazione del territorio comunale per i prossimi 15 anni.
In via San Peltro Martire, negli spazi dell’ex Anagrafe, verrà allestita una mostra documentaria pubblica, che consentirà un’adeguata consultazione dei documenti. In questa sede (i cui orari di apertura saranno comunicati con precisione nelle prossime settimane) potranno essere presentate e raccolte le osservazioni. E’ in allestimento uno spazio apposito per la presentazione delle osservazioni, nei locali dell’ex Anagrafe, in via San Pietro Martire.
Il periodo utile per la presentazione delle osservazioni si concluderà quindi entro settembre. Dopo di che, le osservazioni presentate verranno valutate una per una dall’Amministrazione – un’osservazione può essere accolta in toto, parzialmente oppure respinta – poi raccolte in un’unica deliberazione, presentata al Consiglio comunale chiamato a votarla nell’ambito dell’approvazione definitiva del Piano.
Nelle sedute consiliari del 30, 31 marzo e primo aprile prossimi, verrà votato anche il Regolamento urbanistico edilizio (Rue), insieme di indicazioni per gli interventi edilizi sull’esistente.
“L’adozione del Psc – ha ribadito Delrio – non è un atto d’imperio di fine mandato, ma un atto dovuto, un fatto di serietà amministrativa verso la città. Il Piano è frutto di un lavoro tecnico approfondito e di una costruzione partecipata, di un confronto ampio con i cittadini e le associazioni. L’adozione non chiude tale confronto, che è destinato a proseguire nella fase delle osservazioni”.

PARTECIPAZIONE – In tema di partecipazione, Delrio e Ferrari hanno presentato due protocolli, la cui attuazione si svilupperà soprattutto dopo l’adozione. Il primo è il Protocollo d’intesa con cittadini, settima Circoscrizione e associazioni di Pratofontana, per creare un percorso partecipato in vista della nuova pianificazione urbanistica della Villa. “E’ un esempio di buona prassi – ha detto il sindaco – Tiene conto dell’identità e della storia della Villa, propone di lavorare insieme su temi chiave come la progettazione degli spazi pubblici, della mobilità sostenibile, dell’edilizia di qualità in questa Villa che ospiterà alcune delocalizzazioni edilizie”.
L’altro Protocollo riguarda la consultazione, attraverso un Tavolo permanente, fra Comune e associazioni d’imprese. Il documento è stato sottoscritto da sette associazioni di categoria: Api, Confesercenti, Cia, Condiretti, Confagricoltura, Confcooperative e Legacoop.
“Queste associazioni – ha detto Ferrari – hanno ritenuto di voler condividere apertamente il progetto di confronto. Ciò non significa che le altre, che hanno ritenuto attualmente di non firmare, siano escluse. Al contrario, il confronto è aperto e destinato a proseguire con tutti, senza alcuna preclusione”.
Nella fase di costruzione del Psc, ha ricordato l’assessore, si sono svolte: la Conferenza di pianificazione che ha richiesto 11 sedute per 300 invitati ed è stata accompagnata da numerosi incontri con i singoli partecipanti; 200 gli incontri di varia natura promossi dall’inizio della consigliatura hanno coinvolto migliaia di cittadini. E poi gli incontri istituzionali a vari livelli, una ventina di commissioni consiliari e i 30 gruppi di lavoro nelle Circoscrizioni con migliaia di cittadini partecipanti. Infine il lavoro dei giovani architetti per la riqualificazione delle Ville, in dialogo con i residenti.
CRISI E TEMI QUALIFICANTI DEL PIANO – Fra i punti qualificanti del Psc, il sindaco ha citato il potenziamento dell’Edilizia residenziale sociale con la previsione di 2.400 nuovi alloggi pubblici che si aggiungeranno al patrimoni degli attuali 2.700: “L’edilizia pubblica sostiene il reddito delle famiglie, considerato che un affitto in case Ers varia dai 200 ai 250 euro al mese e ciò si traduce in un notevole risparmio per le persone”. Inoltre, la salvaguardia del territorio agricolo e dei 1.228 edifici singoli o complessi edilizi da tutelare e valorizzare, di cui 783 rurali.
“Non blocchiamo le imprese – ha aggiunto il sindaco – ma orientiamo gli interventi sulla riqualificazione e ordiniamo gli interventi nuovi, compresi quelli diretti, in contesti razionali, articolati e concordati con gli attuatori. Poniamo un limite all’indeterminatezza, noi non condividiamo lo stile berlusconiano del fai da solo e fai presto”.

Per quanto riguarda le imprese, “abbiamo concentrato le espansioni in due nuove aree produttive, Mancasale e Gavassa-Prato. Anche in tal caso, non è un limite, ma una pianificazione corretta. Le aree sono servite già adesso da adeguate infrastrutture viarie, dal sistema dei sette assi tangenziali e questo significa, fra l’altro, meno camion sulla viabilità ordinaria, alla ricerca di capannoni sparsi sul territorio”. Sull’ambiente, infine, Delrio ha ricordato le sette fasce boscate e la valorizzazione naturalistica dei corsi d’acqua: “Si prevedono 200 ettari di bosco e 300.000 nuove piante nel territorio comunale. Sono contenuti di grande rilievo, che evidenziano come il primo obiettivo del Psc sia il bene comune, il vantaggio e le risorse per tutta la città”.
“Il Piano – ha aggiunto Ferrari – non è affatto insensibile alla crisi, che coinvolge anche l’edilizia. Vi sono possibilità di intervento pronte a partire anche domani: la possibilità di offerta è ampiamente garantita. Il problema della crisi è nella domanda, non nell’offerta. Certo, noi diciamo no alla cementificazione, prima di tutto in territorio agricolo, e sì a interventi di qualità, a delocalizzazioni da territori agricoli eque e pianificate, con meccanismi attuativi legati al Piano dei servizi e alle infrastrutture esistenti o previste. Non più villaggetti in aperta campagna, sorti al posto di strutture agricole dismesse. E su questi temi, di equità e rispetto del territorio agricolo, abbiamo avuto il pieno consenso delle associazioni di agricoltori”.
COMMERCIO – “E’ completamente infondato – ha detto Delrio – sostenere che il Psc favorisce i grandi insediamenti commerciali. Mi chiedo dove stia scritto”. Nelle vecchie previsioni erano infatti calcolati un milione di metri quadrati di aree commerciali, il Psc le riduce dell’80 per cento.

Contenuti del Psc
12.000 ALLOGGI – Rispetto e valorizzazione della risorsa-territorio, dunque, senza impedire uno sviluppo di qualità della nostra città. Nel Psc si ha una inversione di tendenza rispetto all’espansione edilizia diffusa e indifferenziata, al consumo di territorio agricolo. Alcuni dati rendono bene l’idea: nei prossimi 15 anni sono previsti soltanto 12.000 nuovi alloggi, circa 11.000 dei quali derivano prevalentemente dalle previsioni residue del Prg in vigore. Significa 800-900 nuovi alloggi all’anno per i prossimi 15 anni, di cui 165 (il 20%) di edilizia residenziale sociale (Ers) creati soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. Un’inversione di tenenza anticipata con il Programma poliennale di attuazione del 2006 – 2010.
180.000 ABITANTI– Tali dimensioni consentono di prevedere una città che, tra una quindicina d’anni, avrà una popolazione attorno ai 180.000 abitanti, con circa 18.000 abitanti in più rispetto agli attuali. Un controllo dell’espansione che si traduce in una fondata previsione sulla popolazione, quindi sulla quantità, qualità e tipologia dei servizi pubblici (sociali, sanitari, culturali, della mobilità… ) che il Comune e gli altri enti e società pubbliche erogano. Il dato si traduce positivamente anche nel contenimento dei problemi di coesione e sicurezza sociale, oltre che nella sostenibilità ambientale e finanziaria dei Bilanci comunali. Il passato ritmo di espansione ha fatto registrare, tra il 2001 e il 2008, una crescita di 25.000 abitanti.
UN SALTO DI QUALITÀ – Il Psc incentiva la riqualificazione e propone centralità e qualità del progetto. Non più il condominio al posto delle villetta demolita, ma incentivi sul patrimonio edilizio esistente e rigenerazioni di aree marginali come con gli ambiti di riqualificazione e le polarità di eccellenza. Il Piano gestisce così la trasformazione incentivando i Piani particolareggiati che consegnano alla città maggiore qualità, dotazioni di aree pubbliche per servizi, verde e infrastrutture necessarie (fognature, strade, piste ciclabili, marciapiedi… ), dotazioni fondamentali non previste negli Interventi diretti. Dunque, un salto di qualità, se si considera che fino al 2006 i Piani particolareggiati sono stati non più del 43 per cento del totale degli alloggi realizzati, mentre gli Interventi diretti sono stati il 57 per cento. Con il Psc, i Piani urbanistici di attuazione saranno l’80 per cento, mentre gli interventi diretti saranno ridotti al 20 per cento, solo là dove le norme e i diritti acquisiti lo impongono. Inoltre, i nuovi alloggi abbatteranno del 60 per cento il fabbisogno (quindi il consumo) energetico e del 46 per cento la produzione di anidride carbonica, come previsto dalla certificazione Ecoabita.
STOP AI VILLAGGI IN CAMPAGNA – Il Piano strutturale supera le previsioni non ancora realizzate che potrebbero dar luogo a nuovi ‘villaggi’ in zone agricole. L’obiettivo del Piano strutturale è corrispondere a tutte le esigenze di chi lavora in agricoltura, comprese eventuali attività di integrazione al reddito agricolo. Si vuole evitare, inoltre, che le attività dismesse (stalle, fienili, magazzini) si trasformino in centri residenziali, insediamenti produttivi e terziari. Si prevede che i volumi che non servono più all’attività produttiva agricola siano delocalizzati in percentuali contenute, in contesti urbani e nelle nuove aree previste e dotate di servizi, reti tecnologiche (fogne, impianti luce e gas-acqua) e infrastrutture necessarie (strade, ciclopedonali, linee mezzi pubblici).
CASE DA TUTELARE – Il Psc ha censito 1.228 edifici singoli o complessi edilizi da tutelare e valorizzare, di cui 783 rurali. Sono tutelati 13 nuclei storici: oltre a Reggio, Canali, Mancasale, Casale di Rivalta, Piazza di Sabbione, Pieve Modolena, San Maurizio, Sesso, Cadè, Cella, Gaida, Massenzatico e Castello di Gavasseto. Gli obiettivi sono: conservare l’impianto urbanistico storico, tutelare i singoli edifici di interesse storico e architettonico anche attraverso un recupero rispettoso; è ammessa la demolizione e ricostruzione degli edifici più obsoleti nel rispetto delle volumetrie esistenti. Più in generale l’obiettivo è quello di passare dal concetto di centro storico racchiuso dentro i viali di circonvallazione, alla città storica dell’800 e del 900, stabilendo una relazione feconda fra queste parti in grado di estendere l’effetto città e moltiplicare le opportunità di rivitalizzazione.
EDILIZIA RESIDENZIALE SOCIALE – Ai 2.700 alloggi di edilizia residenziale pubblica oggi presenti si aggiungeranno 2.400 alloggi di edilizia residenziale sociale (Ers). Le nuove aree per Ers e delocalizzazioni edilizie, nelle Ville di Pratofontana e Fogliano, richiedono circa 25 ettari, pari allo 0,1 per cento del territorio comunale, con il 50 per cento di verde pubblico e privato. Non si tratta quindi di nuove espansioni, ma di zone in cui razionalizzare e concentrare edifici che si ‘disperderebbero’ in altre zone. contenere la dispersione urbana in territori agricolo e contenere la rendita fondiaria; rendere credibili e coerenti le politiche di delocalizzazioni e trasferimento di aziende esistenti.
SETTE AREE BOSCATE – Sono pianificate sette aree boscate: Rodano-Zona aeroporto; Rodano-Acque chiare; Rodano-Mancasale; Gavassa-Prato; Via Inghilterra; Crostolo-Cavazzoli e Modolena-Via Emilia. Gli obiettivi sono: creare corridoi verdi che affiancano i corsi d’acqua o la grande viabilità; tutelare e valorizzare i cunei verdi, cioè le fasce di campagna che si spingono nel tessuto urbanizzato; dare nuova vitalità, rispetto ambientale e fruibilità ai corsi d’acqua attraverso la creazione di percorsi naturalistici lungo i torrenti Modolena, Crostolo e Rodano, ponendo il paesaggio, il verde e la natura in primo piano.
300.000 PIANTE E CINTURA VERDE – La tutela della cintura verde si attua dunque attraverso la protezione dei cunei verdi e degli ambiti fluviali, il mantenimento dei varchi visivi nel tessuto urbano ed evitando nuove edificazioni lungo la viabilità principale. Il Psc propone inoltre la salvaguardia delle colture tradizionali come vigneti, piantate e prato stabile, e inoltre la tutela delle strade vicinali storiche e delle strade carraie. E’ prevista la messa a dimora di 300.000 piante nel territorio comunale.
DUE POLI PRODUTTIVI – Reggio è leader in campo internazionale per produzione ed export nel manifatturiero. Con la consapevolezza di questo risultato, da decenni eccellenza della nostra città, e rispondendo nel contempo alla necessità di razionalizzare gli insediamenti produttivi, il Psc indica due poli produttivi, ecologicamente attrezzati, a valenza provinciale, sui quali investire in termini di servizi, infrastrutture, infostrutture e dotazioni ambientali, efficace risposta ai bisogni delle imprese: Mancasale (area strategica di riqualificazione) e Gavassa-Prato (area produttiva di nuova generazione). Le nuove aree produttive corrispondono allo 0,6 per cento del territorio comunale.
COME DIVENTANO – Per Mancasale si prevedono fra l’altro fasce boscate, rete ecologica lungo il rodano, opere di ambientazione della tangenziale per Bagnolo, aree di trasformazione destinata prioritariamente a ospitare delocalizzazioni produttive, riqualificazione del comparto per giungere ai requisiti di area produttiva ecologicamente attrezzata; area di trasformazione per ospitare industrie di eccellenza per il territorio, espansione del bosco urbano di San Prospero Strinati, interventi di ambientazione lungo la linea ferroviaria Alta velocità e l’Autosole, aree a verde pubblico e privato per il 50 per cento. Per Gavassa, l’area ecologicamente attrezzata serve per ospitare delocalizzazioni e nuove previsioni di espansione produttiva; è prevista la valorizzazione di caratteristiche ambientali e territoriali esistenti.