“Il carcere di Sant’Anna è in situazione di grande difficoltà. Nella struttura costruita per ospitare 220 detenuti sono attualmente recluse 535 persone”. E’ la denuncia che segue la visita alla Casa circondariale di questa mattina del presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna Francesco Maisto, che ha competenza per la Regione Emilia Romagna per il controllo delle condizioni degli istituti di pena, giunto a Modena per un convegno e già passato, nella giornata di ieri alla Casa di lavoro di Saliceta San Giuliano.
L’incontro, durato circa 2 ore, ha visto presenti l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti, che ricopre anche il ruolo di presidente del Comitato locale carcere della provincia di Modena, il direttore del carcere Paolo Madonna, il Comandante delle guardie di Polizia penitenziaria Mauro Pellegrino e la responsabile delle educatrici Rosaria Scarpaci.
“Durante l’incontro sono stati evidenziati notevoli disagi all’interno della struttura causa il sovraffollamento” afferma Francesca Maletti. “All’aumento degli ospiti corrisponde negli ultimi anni anche il calo del personale all’interno della struttura, sia per ciò che riguarda la Polizia penitenziaria, sia per quando concerne educatori, psicologi ed altre figure che operano nel carcere. A causa dell’esiguo numero di personale un insieme di attività già previste non hanno visto attuazione”. Il direttore del Sant’Anna denuncia una “situazione molto a rischio, soprattutto in vista del periodo estivo, momento in cui potrebbe diventare esplosiva. Ci vorrebbe maggior attenzione da parte della classe politica”.
Secondo Madonna aumentare il numero di padiglioni detentivi non basta: “Non vediamo altra uscita se non con due tipi di intervento, quello legislativo, che dovrebbe rivedere alcune norme in vigore; e quello politico, che dovrebbe portare ad accordi bilaterali con i paesi di origine di buona parte dei detenuti, la qual cosa permetterebbe di svuotare per circa il 40% le carceri italiane e per il 71% il Sant’Anna. Se a Modena la crescita degli stranieri è del 13%, non c’è da stupirsi che anche nelle carceri cresca la percentuale di stranieri sul totale dei detenuti”.
Nell’incontro sono stati sottolineati i buoni rapporti di collaborazione con gli enti locali e con diverse associazioni di volontariato che prestano la loro opera all’interno del carcere.
“Si auspica, comunque – prosegue Maletti – un ulteriore aumento della collaborazione con i soggetti esterni per il benessere degli ospiti e del personale che lavora al Sant’Anna”.
Parla di carenza di 50 unità di Polizia penitenziaria il direttore della Casa circondariale, “e per quanto riguarda il personale educativo abbiamo 2 sole unità, mentre per coprire le attività educative dei 161 detenuti definitivi ne servirebbero almeno altre 2”.
“Ci siamo impegnati a vari livelli – conclude Maletti – a segnalare agli organi preposti sia la necessità di trasferimento di detenuti presso altri istituti, con l’obiettivo di far calare il numero di ospiti, sia il bisogno di aumentare il personale e le risorse per garantire la gestione delle attività di sorveglianza ed educative nella struttura, che versa in situazione di criticità evidente, come la maggior parte degli istituti di pena in Emilia Romagna. Attività che hanno anche la finalità di evitare, o almeno limitare, la recidività dei reati”.