La  decisione  della  direzione  di  Emilceramica  di  non aderire, dopo un confronto durato ben due mesi, alla soluzione prospettata dalle istituzioni
e  accettata  dai  sindacati,  arrivando  a  imporre  un verbale di mancato accordo  che  comporta  il  non  ritiro  della  mobilità  e  il  rischio di licenziamento  per  116  lavoratori  di  Solignano,  rappresenta una scelta incomprensibile e ingiustificata che non trova comportamenti analoghi nelle aziende che si stanno misurando con gli effetti della crisi.
Preservare  l’impresa nella sua capacità produttiva e occupazionale sono un punto  irrinunciabile  per  il  Sindacato  e  per  quanti scommettono sulla necessità  di  poter essere pronti al momento della ripresa, impegnandosi a
preservare  la  propria  presenza  sul  mercato,  condizione essenziale per garantirne il futuro.
La   scelta   unilaterale   e   irresponsabile  della  direzione  aziendale rappresenta  un  danno  per l’insieme dell’impresa Emilceramica, di tutti i
suoi  lavoratori, e per il distretto ceramico. Una dirigenza aziendale che, anziché  gestire  correttamente  le  difficoltà,  trascina l’impresa in una vertenza  e  in un conflitto di questa natura, sottrae risorse all’azienda, produce  danni  alla  propria  immagine  sul  mercato  e spreca energie che andrebbero  invece  destinate a consolidare la propria attività produttiva,
la  scelta  delle  tipologie  di  prodotto,  la ricerca e l’innovazione, le strategie di difesa e ampliamento delle proprie quote di mercato.
E’  una  preoccupazione,  quest’ultima,  ormai  compresa dall’insieme delle maestranze  che  sempre  più  sono  consapevoli  che  si  sta  mettendo  in discussione il proprio futuro.
Per  queste ragioni, rinnovo l’invito alla proprietà di rivedere la propria scelta, aderendo alla proposta d’intesa avanzata dall’assessore Campagnoli. Proprio  perché  preservare l’apparato economico produttivo e l’occupazione
di  questo  territorio  (a partire dalla salvaguardia degli stabilimenti) è una scelta strategica per il futuro del distretto e della coesione sociale,
auspico  e  chiedo  che  gli  istituti  di credito – che non possono essere disinteressati  a  tale  prospettiva e che stanno opportunamente discutendo modalità  di  intervento per la definizione di un piano finanziario utile a
superare le difficoltà dell’Emilceramica – facciano sentire il proprio peso nei   confronti   dell’azienda   per  convincerla  a  superare  le  proprie indisponibilità,   sottoscrivere   la  proposta  sin  qui  rifiutata  nella
consapevolezza che talescelta  è  fondamentale  per la  salvaguardia dell’occupazione,   ristabilisce  serenità  tra  i  lavoratori  e  le  loro
famiglie,  ricrea  un  clima  di fiducia fra tutte le maestranze sul futuro dell’azienda  e  la  scommessa  da  intraprendere, mette in moto le energie migliori,  dà un segnale chiaro e inequivocabile al mondo esterno (clienti,
fornitori,  territorio)  di  una  proprietà  che  è  decisa  a impegnarsi e scommettere sul futuro dell’azienda.
Un  comportamento  e  una  convinzione  che deve caratterizzare l’azione di Confindustria  Modena, che purtroppo sinora ha continuato ad assecondare le scelte  sbagliate  di  un’azienda  che in poco tempo ha già chiuso tre stabilimenti  e  oggi, anziché  misurarsi  con  adeguate  strategie  per fronteggiare   la  crisi,  imbocca  la  via  del  licenziamento  e  traccia
preoccupanti ombre sulle sue vere volontà.
Donato Pivanti, segretario generale Cgil Modena
 
            




