Per affrontare la fase di grave crisi economica e prepararsi al rilancio, non appena ci saranno i primi segnali di ripresa, “le imprese dovranno prepararsi ad aumentare fin da ora la patrimonializzazione e andare verso un sistema di piccole e medie imprese piu’ capitalizzato”. A sostenerlo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che oggi a Modena a margine dell’incontro dal titolo ‘Uno sguardo oltre la crisi’ che ha riunito al Forum Monzani circa 800 imprenditori, spiega che quello della capitalizzazione è “un must”.
“Penso che – sottolinea il numero uno di Confindustria – per due o tre anni la domanda mondiale sara’ ridotta. Quindi le aziende devono prerarsi su una domanda minore e lavorare in primo luogo sull’efficienza, che è necessaria”.
Per Marcegaglia, dunque, dovranno “partire fenomeni di fusioni e aggregazioni, per acquistare quote di mercato”. Le aziende, perciò, dovranno prestare “attenzione a non essere solo prede, ma dovranno essere capaci di acquisire quote di mercato e acquisire concorrenti”.
Marcegaglia ricorda poi che “ci sarà un mondo in cui il credito sarà più difficile e cambierà il modo di valutare il rischio da parte delle banche”. Ecco perchè, dunque, serviranno più efficienza, maggiori capitalizzazioni e patrimonializzazioni.
“Il tema vero – sottolinea poi Marcegaglia – è il credito. Bisogna lavorare per ripristinare un corretto funzionamento del sistema bancario, dal momento che le banche non si fidano più le une delle altre”.
Il ‘numero uno’ di Confindustria giudica poi “un passo positivo” quanto fatto dal presidente americano Barack Obama rispetto al sistema bancario. Giusto dunque che “il Fondo monetario internazionale e le banche mondiali lavorino per sostenere la finanza a supporto delle esportazioni”.
Marcegaglia si dice poi convinta che “debbano uscire nuove regole per evitare che si possa ripresentare una crisi di questo tipo. Ma siamo contrari – tiene a ribadire – a un eccesso di regolamentazione. Vogliamo una migliore regolazione – insiste – evitando però gli eccessi e chiediamo anche che il punto di vista delle imprese venga tenuto in considerazione, poiche’ quello che noi temiamo è che da un eccesso di regolamentazione possa venire una ulteriore riduzione del credito”.
Ultimo punto è rappresentato da “un forte ‘no’ al protezionismo, perchè non farebbe altro che allungare la crisi e per l’Italia sarebbe un disastro assoluto”.
Marcegaglia ha anche definito il referendum uno strumento democratico che mette alla luce le vere istanze dei lavoratori. “Mi pare che il referendum ha dimostrato che i lavoratori, in questo momento, capiscono che certe riforme e che certe istanze forse sono più utili di quanto il sindacato, in questo caso la Fiom, voglia sostenere”.