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Modena: convegno “Povertà, disuguaglianze e spesa sociale”


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Nel corso del 2008 la Provincia di Modena, in collaborazione col CAPP – Centro Analisi Politiche Pubbliche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, con la Fondazione Ermanno Gorrieri, col Centro culturale F.L. Ferrari e l’AUSL di Modena ha promosso una serie di studi.

Questi riguardano:
– quadro della spesa sociale e socio-sanitaria degli Enti Locali e dell’AUSL di Modena
– distribuzione del reddito e della ricchezza per Distretto
– mappa della povertà in Provincia di Modena.
Si è trattato di un lavoro impegnativo, che ha coinvolto tutti i protagonisti delle politiche sociali, dalla Provincia ai Comuni, dall’AUSL all’Ufficio di Supporto della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, alle associazioni del Terzo Settore, ma che ha consentito di produrre una fotografia puntuale della società modenese, della condizione socio-economica della sua popolazione e delle caratteristiche degli interventi messi in campo per arginare e contrastare le diseguaglianze che potrebbero minare la coesione sociale e la situazione di relativa equità che è sempre stato uno dei tratti distintivi della provincia modenese.
E le sorprese, che verranno presentate nel corso di un convegno su “Povertà, disuguaglianze socio-economiche e spesa sociale: studi per un Osservatorio sulle Politiche Sociali,” convocato nei prossimi giorni, non sono mancate! Poiché, nonostante tra il 2003 ed il 2006 sia aumentata la spesa sociale (+ 19,5%) in misura di 20 milioni di euro in più, il quadro della provincia che emerge si presenta più disuguale ed i poveri sono aumentati di 17/20.000 unità, con un’accentuazione che tocca caratteristiche di povertà estrema tra le famiglie straniere immigrate e le famiglie immigrate dal Mezzogiorno e differenze non trascurabili per quello che riguarda la disomogeneità del territorio provinciale.
Nel rapporto si evidenzia che le componenti sociali più penalizzate sono state le famiglie numerose, quelle in affitto, ed i giovani, soprattutto a causa del lavoro precario e dei bassi salari.

L’appuntamento per la presentazione ed il commento dei dati è per domani – giovedì 2 aprile – a partire dalle ore 9.00 presso la Sala Conferenze dell’Assessorato provinciale alla Sanità, Politiche Sociali e delle Famiglie, Associazionismo e Volontariato (via Costellazioni, 180) a Modena, dove la giornata di lavori sarà aperta dagli interventi del Presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini e dell’Assessore provinciale alla Sanità, Politiche Sociali e delle Famiglie, Associazionismo e Volontariato Maurizio Guaitoli. Successivamente prenderanno la parola per la illustrazione dei rapporti: Paolo Bosi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Marilena Lorenzini della Fondazione Ermanno Gorrieri su “La spesa per interventi e servizi sociali nei distretti della provincia di Modena”; Paolo Silvestri del CAPP dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia su “Il profilo economico e sociale della provincia di Modena nel 2006. Una prima analisi per distretti” e Gianpietro Cavazza del Centro Culturale “F.L. Ferrari” su “La mappa delle povertà nella provincia di Modena”.

DICHIARAZIONE DELL’ASSESSORE PROVINCIALE ALLA SANITA’, POLITICHE SOCIALI E DELLE FAMIGLIE, ASSOCIAZIONISMO E VOLONTARIATO, MAURIZIO GUAITOLI
Presentiamo gli studi effettuati nel corso del 2008, che si inquadrano nell’ambito della programmazione sociale e socio-sanitaria e che costituiscono l’inizio di un percorso che coinvolge tutti i protagonisti delle politiche sociali: la Provincia, i Comuni, l’Azienda USL, l’Università ed il Terzo Settore, per produrre una relazione annuale sulla condizione della società modenese. I tre approfondimenti realizzati, sulla spesa per i servizi sociali, sulle disuguaglianze socio-economiche e sulla povertà, sottolineano la necessità di mantenere elevato l’investimento di spesa nelle politiche sociali per rispondere all’aumento dei bisogni di assistenza di una popolazione sempre più anziana, per contrastare l’emergere di nuove povertà e l’aumento delle disuguaglianze tra i cittadini. La spesa sociale dei Comuni è aumentata dal 2003 al 2006 in termini nominali del 19,5%, senza riuscire a contrastare i processi di concentrazione della ricchezza e l’aumento delle persone in condizione di povertà. Nel rapporto si evidenzia che le componenti sociali più penalizzate sono state le famiglie numerose, quelle in affitto, ed i giovani, soprattutto a causa del lavoro precario e dei bassi salari. La provincia di Modena presenta una distribuzione del reddito più disuguale rispetto a qualche anno fa, pur rimanendo tra le realtà con il più alto livello di reddito del paese, ed impegno comune dell’intera società deve rimanere la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, riducendo le disuguaglianze dei redditi e delle opportunità, al fine di garantire la civile convivenza che caratterizza da sempre il nostro territorio. Convivenza che è la base stessa del nostro sviluppo economico e di un futuro auspicabile benessere dei cittadini, purché perseguiamo con convinzione e coerenza l’obiettivo dell’equità e della giustizia sociale.

DICHIARAZIONE DI PAOLO BOSI
La ricerca che abbiamo condotto è partita chiedendoci quanto si spendesse nella provincia di Modena per le politiche sociali. Il lavoro è iniziato attraverso un confronto della spesa per i servizi sociali dei comuni nel 2003 e nel 2006, che evidenzia una distribuzione della spesa complessiva pro capite molto variabile tra i diversi distretti della provincia. Oggi si destinano più risorse al sociale rispetto al passato: in particolare, i comuni spendono risorse per le famiglie, i minori, gli anziani e i disabili. Su queste tre aree si concentra quasi il 90% delle risorse impegnate.
I comuni, in particolare, nel 2006 spendevano circa 20 milioni di euro in più rispetto al 2003 per i servizi sociali, metà dei quali a favore dei servizi a famiglie e minori.
I servizi che assorbono il maggior volume di spesa, con notevole distacco rispetto agli altri, sono le strutture residenziali, prese nel complesso delle aree di utenza considerate, e gli Asili nido, per i quali si sono spesi 35,8 milioni di euro nel 2006. Dal 2003 al 2006, la spesa per Asili nido è aumentata per tutti i distretti, con variazioni che passano dal 16,5% di Sassuolo al 53,9% di Pavullo. Per le Strutture residenziali nel loro complesso, considerando tutti i target di utenza, la situazione si presenta molto differenziata tra i distretti.
Successivamente al confronto tra il 2003 ed il 2006, abbiamo iniziato un percorso di ricostruzione della spesa sociale complessiva, partendo dalla spesa dei comuni e successivamente integrandola con i dati forniti da altri enti, come l’Azienda USL, che desideriamo ringraziare. E’ stato un lavoro impegnativo, in cui abbiamo cercato di unire dati da fonti diverse in modo da evitare duplicazioni e che non ci risulta sia stato mai condotto. In questo modo siamo riusciti ad ottenere dati più attendibili sulla spesa sociale complessiva: la spesa pro capite complessiva nella provincia risulta essere di 335 euro, il 25,8% in più di quella rilevata dall’indagine dell’Istat. Questo dato viene confermato dal confronto tra i distretti, per i quali l’aumento di spesa è, in alcuni casi, molto rilevante e testimonia la necessità di proseguire nell’attività di integrazione dei dati Istat.

DICHIARAZIONE DI PAOLO SILVESTRI
Il profilo economico e sociale della provincia mette in risalto diversi elementi di interesse. I dati dell’indagine ICESMO, relativi al 2006, evidenziano che la nostra è una provincia più povera rispetto al 2002 – e immagino che l’attuale crisi economica abbia peggiorato la situazione delineata dai dati raccolti – ma non solo: è anche una provincia più disuguale. L’incremento del numero di poveri oscilla tra le 17.000 e le 20.000 unità in più. Ma è soprattutto la povertà economica più estrema che è aumentata nel periodo considerato, e questa sembrerebbe essersi concentrata in modo particolare presso le famiglie straniere immigrate e presso quelle immigrate dal Mezzogiorno.
La quota di precari (lavoratori non stabili) è pari in media al 12% degli occupati e il fenomeno interessa in misura maggiore i giovani, gli immigrati e le donne. Tra i precari, i tassi di povertà sono circa tre volte più alti che tra i lavoratori stabili. Il titolo di godimento dell’abitazione costituisce un elemento discriminante molto forte della condizione economica delle persone: i tassi di povertà tra gli individui in affitto sono 9 volte più alti rispetto a quelli non in affitto, e la differenza sale a 20 volte quando si considerano le forme più estreme di povertà.
Nel determinare la condizione di povertà, un aspetto rilevante è anche la presenza di figli, in particolare se minori: maggiore il numero di figli, più elevata la povertà. Un altro aspetto importante è la tipologia di pensione percepita: i pensionati non da lavoro stanno peggio rispetto ai pensionati da lavoro. Ciò significa che è molto forte la discriminazione di genere a danno delle donne, tenuto conto che gli uomini senza una pensione da lavoro sono pochissimi.
L’indagine ha anche permesso di effettuare un primo confronto tra i distretti. Sotto il profilo del reddito, il distretto di Modena gode di un maggiore benessere economico; viceversa, il distretto di Pavullo mostra il livello di reddito più basso. Le differenze indicano la presenza di una non trascurabile disomogeneità del territorio provinciale, in parte inattesa, come ad esempio quella tra il distretto di Carpi e quello di Sassuolo: il secondo distretto presenta tassi di povertà quattro volte più elevati rispetto al primo.

DICHIARAZIONE DI GIANPIETRO CAVAZZA
Il lavoro svolto nel corso di questi mesi ci ha visto raccogliere dati che permettessero di realizzare una mappa delle povertà nel territorio modenese. Abbiamo cercato di mettere insieme dati che permettessero di quantificare il numero dei poveri in tutta la provincia, contattando i comuni, ed in particolare i referenti che, al loro interno, si occupano del tema della povertà, e gli enti privati e no profit che, accanto ai comuni, svolgono attività di contrasto alla povertà.
Le informazioni ottenute permettono di evidenziare che i comuni assistono, attraverso contributi a persone in difficoltà economica o attraverso il fondo per l’affitto, 17.118 persone. Il dato può essere sovrastimato, dal momento che un percettore di contributo economico può anche beneficiare dei contributi provenienti dal fondo per l’affitto. La Caritas inoltre assiste, attraverso sporte alimentari o sussidi economici, complessivamente 5.324 persone. A questi interventi vanno aggiunti quelli di altri soggetti, come il Banco Alimentare o Coop Estense (attraverso il progetto “Brutti ma buoni”) che distribuiscono generi alimentari a persone in condizione di bisogno.
La mappatura ha, tuttavia, evidenziato l’eterogeneità del sistema informativo e degli interventi che gli enti locali svolgono nei confronti delle persone in difficoltà economica. Pare non esistere un data base degli utenti in carico ai servizi di uno stesso comune; rispetto alla contribuzione economica, ad esempio, intervengono più uffici e non sempre esiste una stessa anagrafe. L’indagine effettuata ha evidenziato dunque un’alta complessità dell’attuale sistema informativo rispetto al tema della povertà; in questo senso la diversificazione e la numerosità degli strumenti di raccolta può essere un ostacolo al lavoro degli operatori sociali, oltre a non consentire di raccogliere informazioni in modo sistematico. Da qui nasce dunque l’esigenza di individuare strumenti sempre più idonei per la realizzazione di un sistema informativo omogeneo.