Confagricoltura e Agriturist dell’Emilia-Romagna apprezzano la rapidità con cui si è svolto l’iter legislativo che ha portato alla alla nuova legge regionale sull’agriturismo. Le organizzazioni degli imprenditori agricoli chiedono però maggiore chiarezza sui meccanismi che regolano i volumi di attività, sulle procedure relative ai controlli, sull’utilizzo delle strutture non più strumentali all’attività agricola e sulla possibilità di uscita dal circuito agrituristico per le aziende che non rientrano nei parametri fissati.
Confagricoltura e Agriturist dell’Emilia-Romagna auspicano che il nuovo testo, che colma finalmente il vuoto legislativo creato dalla legge nazionale (96/2006), sia in grado di consolidare e rilanciare l’attività agrituristica nella logica della valorizzazione del territorio in termini di risorse ambientali, culturali e soprattutto enogastronomiche. Attraverso l’ospitalità agrituristica, infatti, un numero sempre maggiore di turisti-consumatori viene a contatto con l’azienda agricola favorendo e accelerando il processo della filiera corta dal produttore al consumatore. L’ospite dell’azienda agrituristica ha la possibilità di conoscere l’ambiente dove nascono, crescono e maturano tutte le materie prime che vengono utilizzate per la ristorazione e che possono essere acquistate presso lo spaccio aziendale e consumate a casa.
Confagricoltura e Agriturist dell’Emilia-Romagna confidano che in sede di elaborazione degli atti da parte della Giunta Regionale – la stesura cioè delle disposizioni che andranno a regolare l’applicazione della nuova normativa – si vadano a chiarire e a specificare con la chiarezza necessaria gli aspetti operativi sopra richiamati per dare risposte concrete e consentire di operare efficacemente agli imprenditori che hanno intrapreso con coraggio e creatività la difficile strada della multifunzionalità aprendo i cancelli della propria azienda.