Home Reggio Emilia Progetto ‘Rosemary’: 10 anni di attività per combattere la prostituzione

Progetto ‘Rosemary’: 10 anni di attività per combattere la prostituzione


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Martedì 7 aprile, nell’aula magna dell’Università – in viale Allegri a Reggio Emilia – l’assessorato comunale ai Diritti di cittadinanza e Pari opportunità promuove il convegno “Rosemary – 10 anni di strada”, nel corso del quale sarà svolto il bilancio del progetto Rosemary, che impegna il Comune Reggio Emilia da un decennio – da due anni in rete con le principali città della Regione Emilia Romagna – in un lavoro quotidiano dedicato al problema della tratta di persone per lo sfruttamento sessuale, fenomeno molto grave, complesso e, purtroppo, più che mai attuale.
Il Progetto ha ricevuto il contributo della Fondazione Manodori.


La giornata di studio, che avrà inizio alle ore 9 e prevede contributi di amministratori e operatori italiani ed europei e testimonianze dal vivo e in video, sarà l’occasione per un confronto con operatori sociali e sanitari, con forze dell’ordine e cittadini su un fenomeno locale e al contempo globale, che risponde alle attuali dinamiche delle migrazioni internazionali e interessa anche città come Reggio Emilia.
Nella tratta di esseri umani, lo sfruttamento di giovani donne nel mercato del sesso a pagamento rappresenta un’importante fonte di reddito per le organizzazioni criminali che operano a livello transnazionale. Secondo l’Interpool, infatti, i ricavi di questo mercato arrivano a 7 miliardi di dollari l’anno.
Donne, a volte minorenni e con figli, provenienti da Nigeria, Romania, Moldavia, Ucraina, Russia, Albania, spinte alla migrazione da illusorie promesse di realizzazione personale ed economica, la cui avventura carica di speranze si trasforma in esperienze drammatiche che spesso le segnano per tutta la vita.

“Con questo convegno – ha detto oggi l’assessore Gina Pedroni, nel corso della presentazione alla stampa – diamo conto alla città del lavoro svolto in questi anni, che ha consentito a oltre 200 donne di uscire dal ‘giro’, e a 141 di loro di seguire un percorso di reinserimento con i servizi sociali. Intendiamo inoltre dire alle donne che uscire da questo tipo di vita ‘si può!’, e che istituzioni e associazioni di volontariato sono con loro.
Il contrasto alla prostituzione – ha proseguito l’assessore – è importante anche per la salute della stessa comunità locale, può essere fatto solo se il fenomeno è visibile ed è produttivo quando viene impostato in termini non solo repressivi. Se chiudiamo la prostituzione nelle case, come vorrebbe fare il Governo, il fenomeno diventa invisibile ed è quasi impossibile intervenire. E questa è l’opinione anche delle Forze dell’Ordine”.

Francesca Angelucci e Sara Magnani, operatrici dell’Unità di strada del progetto Rosemary, hanno delineato alcuni tratti della fenomeno e del loro lavoro. “A Reggio Emilia – ha detto Sara Magnani – le donne costrette a svolgere l’attività sulla strada sono oggi soprattutto nigeriane e rumene. Si presume una presenza importante anche di cinesi e delle stesse italiane, ma con loro il contatto è molto difficile, perché svolgono l’attività in casa.
“Il nostro approccio – ha spiegato Francesca Angelucci – è sempre graduale e senza pregiudizi. Crediamo sia questo il motivo per cui l’accoglienza delle donne e anche dei transessuali è sempre buona”.
Un contatto rispettoso e non invadente, insomma, che consente di conquistare fiducia e diventare punto di riferimento anche per bisogni più elementari, ad esempio per un problema con i documenti o per l’assistenza ai figli.

Nel corso del convegno – il cui programma è stato illustrato dalla dirigente del servizio Città solidale Elena Davoli e dalla responsabile del progetto Rosemary Alfa Strozzi – il racconto dell’esperienza del progetto Rosemary sarà l’occasione per far conoscere una realtà fatta soprattutto del lavoro di operatori di strada, abituati a lavorare senza clamore e pubblicità, ma che costituisce una ‘piccola’ eccellenza tra gli interventi a favore dell’accoglienza e della tutela dei diritti fondamentali delle persone.
Un’esperienza di dieci anni che si è tradotta nel volume “Rosemary – 10 anni di strada”, nel quale vengono sviluppati numerosi temi: il lavoro delle operatrici di strada che incontrano le persone che si prostituiscono, parlano con loro, informano dei luoghi e delle modalità per la prevenzione sanitaria; i percorsi di accoglienza e protezione sociale delle persone che escono dalla strada e si avviano verso l’autonomia economica e l’inserimento sociale; la collaborazione con la Questura per l’applicazione delle garanzie previste dalla Legge (Testo Unico sull’immigrazione e legge 228/2003) e con i servizi sanitari e ospedalieri; i dati sulle uscite dalla strada, gli accompagnamenti sanitari, le persone accolte e le persone avviate al lavoro.