Il cristiano deve avere una condotta giusta, integra e onesta, deve avere il ”coraggio di assumere decisioni responsabili” quando rende ”un servizio pubblico”, deve combattere per la giustizia sfidando ”il nemico con la giustezza della propria causa”, suscitando ”la buona volonta’ dell’oppositore”, perche’ ”desista dall’ingiustizia con la persuasione e la conversione del cuore”. Gli esempi ce li hanno offerti Gandhi e tanti ”piccoli di Dio”.
E’ questo uno dei passaggi centrali delle meditazioni per la Via Crucis che si terra’ il venerdi’ santo come ogni anno al Colosseo. La celebrazione sara’ presieduta da Benedetto XVI. Autore delle Meditazioni che scandiranno le 14 stazione della Via Crucis e’ quest’anno l’arcivescovo indiano di Guwahati, mons. Thomas Menamparampil, a capo di una diocesi che conta 50mila cattolici su 6 milioni di abitanti. E proprio a partire da questa particolare prospettiva asiatica nelle Meditazioni troveranno spazio nel testo gli scontri etnici e religiosi, il dramma della poverta’ e delle ingiustizie sociali, la condizione femminile, i conflitti scaturiti dai interessi economici e nazionali. La scelta della Santa Sede di affidare a un rappresentante di una Chiesa dell’Asia le Meditazioni e’ un forte segno di attenzione verso tutto il continente ma in specifico verso quei cristiani dell’India che sono stati duramente perseguitati nello Stato dell’Orissa e in altre regioni del Paese nel corso del 2008 dalle organizzazioni fondamentaliste induiste. Piu’ in generale e’ da rilevare che per il secondo anno consecutivo le Meditazioni della cerimonia forse piu’ suggestiva dell’anno liturgico, la Via Crucis al Colosseo, vengono affidate a un vescovo dell’Asia. L’anno scorso era toccato all’arcivescovo di Hong Kong, il cardinale cinese Joseph Zen, che aveva portato l’attenzione sulla complessa situazione della Chiesa cattolica in Cina. E proprio nei giorni scorsi il Vaticano, interrompendo una lungo periodo di delicata gestione diplomatica nei rapporti con le autorita’ di Pechino, ha protestato per le persecuzioni e gli arresti che colpiscono vescovi preti e religiosi cattolici in Cina. L’Asia e’ insomma al centro dell’attenzione della Chiesa di Roma per le prospettive di evangelizzazione che puo’ offrire al cattolicesimo nei decenni futuri. E se il quadro e’ a tratti drammatico, esistono anche importanti passi avanti, come quelli che la santa Sede sta compiendo in Vietnam dove si va verso una progressiva normalizzazione delle relazioni e, su un piano ancora del tutto ipotetico, si ragione di un possibile viaggio del Papa nel Paese del sud-est asiatico.
Fonte: Adnkronos