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Operazione anticrimine della Polizia di Modena: i dettagli


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Nel mese di ottobre 2007 la Polizia di Stato di Modena, a seguito del decesso per overdose di un giovane cittadino italiano (fatto avvenuto a causa dell’assunzione di sostanza stupefacente del tipo eroina bianca), ha dato l’avvio ad un articolata attività investigativa, a carico di un gruppo di soggetti di etnia magrebina, supportati da fiancheggiatori italiani, dediti alle attività di spaccio e distribuzione di sostanze stupefacenti del tipo eroina bianca e cocaina in provincia di Modena ed in altri centri del paese.

L’operazione si è posta a naturale continuazione delle numerose e rilevanti attività di polizia giudiziaria avviate e positivamente concluse negli ultimi anni dalla Squadra Mobile di Modena a carico di consorterie (soprattutto di origine straniera) con attività criminali connesse al mondo degli stupefacenti ed interessi economici nella regione Emilia Romagna, in altre province del nord Italia e nei paesi di origine degli indagati (in particolar modo Tunisia e Marocco).
L’impegno della Squadra Mobile di Modena e di tutta la Polizia di Stato nel contrasto alle attività illecite connesse alle sostanze psicotrope, si è manifestato oltre che con le tradizionali operazioni di repressione (puntualmente inserite in indagini di rilievo sia locale che nazionale), anche con pregnanti operazioni di controllo del territorio nelle zone segnalate dai Comitati Cittadini in quanto sofferenti per fenomeni di criminalità diffusa legata alla presenza di spacciatori e di tossicodipendenti.
Anche questa indagine è rientrata nella strategia predefinita di contrasto al crimine diffuso ed a quello organizzato posto in essere dalla Questura di Modena, piano che ha comportato una attività costante sul territorio della provincia di Modena senza soluzione di continuità. Garantendo presenza costante e capillare attività di intelligence (a fronte delle rilevanti difficoltà sottostanti alle indagini in materia di stupefacenti), è stato infatti possibile mantenere sotto monitoraggio ininterrotto intere zone della provincia di Modena.
L’operazione “Tunca” è stata poi la puntuale applicazione di un piano strategico più generale approntato dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, finalizzato a contrastare l’operato, nelle province dell’Emilia Romagna e del centro nord del paese in genere, di quelle organizzazioni criminali di etnia straniera che da anni gestiscono in posizione di totale monopolio le attività illecite connesse al traffico delle sostanze stupefacenti ed ai reati a queste collegati.
Le importanti attività di indagine in materia di stupefacenti condotte negli ultimi anni dalla Polizia di Stato di Modena e quella conclusa in data odierna, hanno confermato che le attività di importazione all’ingrosso, quelle di distribuzione e quelle di medio e minuto spaccio sul territorio, sono oramai ad appannaggio esclusivo dei gruppi criminali nordafricani che hanno definitivamente “scalzato” dal mercato i gruppi dell’est europeo ed italiani tradizionalmente monopolisti nei traffici illeciti inerenti le sostanze stupefacenti.
Prima fonte di informazione per gli operatori della Squadra Mobile è stata la pregnante presenza sul territorio di tutti gli equipaggi della Polizia di Stato, con quotidiane attività di osservazione e di monitoraggio dei fenomeni svolte dall’apparato addetto alla prevenzione ed i continui e mirati servizi, sia ordinari che straordinari, effettuati nelle zone interessate dal fenomeno dello spaccio di stupefacenti per quanto riguarda la repressione dei reati.
Proprio i dati e gli elementi raccolti nei servizi di controllo del territorio, uniti alle pregresse operazioni di polizia svolte nel campo del contrasto al traffico ed al medio e minuto spaccio di sostanze stupefacenti, hanno poi consentito agli operatori della Sezione Antidroga di condurre l’attività in questione.

L’indagine è stata avviata immediatamente dopo il decesso del giovane italiano, in quanto dalle attività di intelligence della Squadra Mobile era emerso che era stata smistata in città una grossa partita di eroina bianca, uno dei tipi di eroina conosciuti (oltre alla rosa, alla brown sugar ed a quella al limone), sostanza di origine tailandese e caratterizzata da un altissimo grado di purezza. L’inesperienza dei piccoli spacciatori locali, li aveva indotti a tagliare la sostanza con i dosaggi tradizionali, mentre in considerazione dell’elevato principio attivo, l’eroina andava tagliata con percentuale di sostanza inerte decisamente superiore.
L’assunzione da parte dei tossicodipendenti dei dosaggi quotidiani abituali, di una sostanza però esponenzialmente più concentrata, aveva causato in provincia di Modena alcune overdose, una delle quali purtroppo letale.
Appariva pertanto necessario procedere immediatamente a mirate indagini di polizia giudiziaria, sia per togliere dal mercato le sostanze stupefacenti, sia per individuare tutti i componenti del gruppo di spacciatori, che stavano immettendo le sostanze sul mercato provinciale.
Partendo dall’episodio segnalato, a far data dal mese di ottobre 2007 l’indagine consentiva di individuare un primo ristretto gruppo di spacciatori (tutti di origini magrebine e con fiancheggiatori italiani), operanti prevalentemente sulla piazza modenese: tra questi veniva identificato anche il fornitore della sostanza stupefacente assunta dal soggetto poi deceduto.
Già dalle primissime fasi, per etnia dei soggetti coinvolti e loro zone di azione, l’operazione in questione si andava ad intersecare con altre attività antidroga in corso di svolgimento, confermando come nella città di Modena stesse operando in regime di monopolio un gruppo criminale unitario quanto alle dinamiche del disegno criminoso ma a composizione mista quanto all’etnia:
– magrebini (tunisini e marocchini) ed italiani, per il minuto spaccio e la media distribuzione di eroina bianca e cocaina sul territorio della provincia di Modena;
– magrebini e cittadini dell’est europeo (albanesi e rumeni), per la grossa distribuzione, l’importazione ed il traffico delle medesime sostanze in tutto il centro-nord del paese.
Per logica di indagine i due livelli dell’organizzazione sono stati divisi in distinti filoni di attività: quello più basso è confluito nella presente operazione (“Tunca”); quello più elevato è stato incardinato nell’operazione “Tunca 2”, conclusa in data 22 gennaio 2009 con l’esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di tutti gli elementi di vertice del gruppo criminale.
Le informazioni raccolte nei mesi di ottobre e novembre 2007 confermavano il segnalato incremento della distribuzione di stupefacenti sul territorio della provincia e l’importanza delle quotidiane segnalazioni da parte dei Comitati di Quartiere e dei cittadini residenti nelle zone maggiormente interessate dalla presenza di spacciatori.
La presente tranche di indagine, ha consentito di individuare e trarre in arresto tutti i componenti del gruppo criminale che ha avuto negli ultimi anni il monopolio delle attività di spaccio nell’intera provincia di Modena.
I soggetti destinatari delle ordinanze di custodia cautelare ed arrestati nella mattinata odierna, sono i componenti dell’accolita deputati alla media distribuzione delle sostanze (quantitativi variabili da 500 a 100 grammi di sostanza), ed al piccolo e minuto spaccio per il livello più basso (quantitativi variabili tra i 100 ed i 10 grammi).
Il gruppo in argomento ha operato trasversalmente in tutti i comuni della parte bassa della provincia: sia in quelli a più alta densità abitativa (Carpi e Mirandola) sia in quelli che sono stati individuati quali basi logistiche da parte dei componenti dell’organizzazione (frazioni scelte sia in virtù della loro collocazione geografica, sia in considerazione della radicata presenza sul territorio di cittadini italiani ed extracomunitari dediti alle illecite attività di spaccio di stupefacenti).
Il raggio di azione dei soggetti in esame ha interessato tutta la zona ovest, nord ed est della provincia di Modena, dalla località Marzaglia fino al palazzo Europa (per la parte ovest), da Campogalliano, Carpi, Mirandola fino a Castelfranco Emilia (per l’intera fascia a nord della provincia) e da Largo Garibaldi fino alla zona dei laghetti di Modena Est (per la parte orientale del nucleo urbano).
Nel dettaglio delle basi logistiche si fa riferimento, in particolare, alle zone di: Soliera, Ravarino, Finale Emilia, Bomporto, Bastiglia, Nonantola, Castelfranco Emilia, Campogalliano.
Parte delle sostanze sequestrate nel corso della presente indagine (in occasione dei vari arresti in flagranza di reato dei singoli corrieri e medi spacciatori), erano destinate proprio a giovani italiani residenti nelle varie zone della “bassa” modenese da ultimo indicate (in particolare Soliera e Bastiglia). Dato particolare è che buona parte dello stupefacente è stato spacciato soprattutto nelle comitive di giovani italiani nei locali ed ambienti da questi frequentati nei vari comuni e frazioni, con i rischi ulteriori legati al fatto che spesso l’eroina bianca è stata dai giovani confusa con la cocaina, con seri rischi per la salute degli stessi assuntori.
Proprio nel comune di Soliera è stato effettuato, nel corso delle indagini, uno degli arresti più singolari dell’operazione a carico di un corriere di stupefacente. Infatti il giorno 26 del mese di febbraio 2008, gli operatori della Sezione Antidroga della Squadra Mobile per procedere ad un arresto si travestivano da facchini in quanto un cittadino tunisino clandestino, componente del gruppo sul quale si stava indagando, stava aspettando la consegna di un divano presso il proprio domicilio. Il travestimento si rendeva necessario in quanto l’eventuale tentativo di irruzione avrebbe comunque consentito allo straniero di gettare lo stupefacente nel water o, comunque, di disfarsene in altro modo.
Appariva invece necessario, per l’economia dell’indagine, procedere al sequestro dello stupefacente ed all’arresto dello straniero; si valutava di accedere nell’appartamento utilizzando l’escamotage indicato, potendo contare, in tal modo, sul fattore sorpresa.
La scelta si rivelava quella giusta poiché gli operatori, indossate le tute da facchini, caricavano il divano e, una volta dentro l’appartamento, procedevano alla perquisizione rinvenendo e sequestrando stupefacente del tipo eroina e cocaina e traendo in arresto il cittadino tunisino.
Dalle indagini è poi emerso che sostanze psicotrope gestite dal gruppo in esame sono state distribuite a macchia d’olio anche su tutto il territorio della città di Modena e degli altri comuni della “bassa”.
Per lo spaccio delle sostanze al dettaglio (singole dosi suddivise in “palline” per quantitativi variabili tra 0,500 ed il grammo di sostanza), i componenti il gruppo hanno altresì potuto contare sulla collaborazione di decine di “cavalli”, tutti cittadini extracomunitari (prevalentemente marocchini e tunisini), incaricati di distribuire le sostanze direttamente ai “consumatori”.
Molti di questi soggetti sono stati nel tempo tratti in arresto in flagranza di reato da parte della Polizia di Stato di Modena, anche se non sono confluiti nel gruppo dei destinatari dei provvedimenti cautelari personali coercitivi in quanto benché funzionali, sono di fatto risultati “esterni” alle logiche organizzative del gruppo ed autori di condotte criminali di livello inferiore (spaccio di piccoli quantitativi di stupefacenti).
In queste attività sul territorio è stata fondamentale la collaborazione della Squadra Volante della Questura di Modena, che ha sempre garantito sinergia, pieno supporto operativo alla Squadra Mobile e particolare tempismo negli arresti in flagranza, consentendo l’individuazione e l’identificazione di gran parte dei componenti il gruppo criminale. Si è rivelata determinante anche la collaborazione della polizia Scientifica di Modena che, con le più evolute tecniche di rilevazione delle impronte papillari, ha consentito la compiuta identificazione (con le esatte generalità), di tutti i componenti l’accolita criminale (tutti straneri, clandestini e del tutto privi di documenti).
Proprio attraverso l’individuazione di tutti gli acquirenti del gruppo (migliaia di soggetti solo nella provincia di Modena), è stato possibile riscontrare come negli ultimi anni l’uso delle sostanze stupefacenti (eroina e cocaina) abbia interessato in modo capillare sempre più fasce della popolazione e, soprattutto, come l’età dei soggetti dediti al consumo si stia progressivamente abbassando (è stato accertato che gran parte della cocaina sequestrata fosse destinata al consumo di giovani e giovanissimi).
La chiusura in data odierna dell’operazione “Tunca”, unita alla chiusura dell’altra tranche, la “Tunca 2” (questa a carico degli elementi di vertice dell’organizzazione criminale con esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite il 22 gennaio 2009), rappresenta la disarticolazione al primo e secondo livello dell’intera organizzazione criminale in argomento.
L’attività di polizia giudiziaria in argomento si è sviluppata per un periodo di circa due anni, ha riguardato l’attività illecita di 27 indagati ed ha consentito la disarticolazione dell’intero gruppo criminale (soggetti riconducibili a questo gruppo non sono più presenti sul territorio della provincia di Modena).
Anche nella presente indagine, infatti, come oramai si riscontra da diversi anni, si è trattato di un gruppo delinquenziale organizzato secondo precise strutture verticistiche con:
– famiglie di appartenenza dei componenti il gruppo residenti nei paesi di origine (Tunisia e Marocco). Sono stati i soggetti che hanno delineato le strategie dell’organizzazione, valutando i paesi nei quali gestire le attività illecite (soprattutto Italia, Francia ed Olanda) e mantenendo i contatti con i produttori delle sostanze, precisamente del sud america per la cocaina e del sud est asiatico per l’eroina;
– elementi di vertice dell’organizzazione presenti nelle province italiane maggiormente interessate alla distribuzione delle sostanze (i soggetti operanti a Modena e destinatari dei provvedimenti cautelati coercitivi);
– esponenti del gruppo presenti nelle province nelle quali hanno operato i grossisti delle sostanze;
– soggetti deputati al trasporto (corrieri) ed alla media distribuzione delle sostanze in ambito provinciale (tutti quelli tratti in arresto nella flagranza del reato);
– soggetti deputati alla gestione dello spaccio sul territorio (altri dei soggetti tratti in arresto in flagranza di reato ed altri indagati a piede libero di minor calibro);
– soggetti incaricati di controllare la piazza dello spaccio, soprattutto per evitare “interferenze” da parte dei cittadini italiani residenti e dei comitati di quartiere laddove richiamavano l’attenzione degli organi di informazioni sul degrado urbano e la presenza di trafficanti.
Le attività di indagine della Squadra Mobile sono state svolte nel periodo ottobre 2007-giugno 2008 per le fasi di arresto dei corrieri e per la disarticolazione “primaria” dell’organizzazione criminale (arresto di medi e piccoli spacciatori) e nel periodo giugno 2008 marzo 2009 per la ricostruzione dei precisi assetti dell’organizzazione criminale con le sue ramificazioni all’estero e con definizione delle precise responsabilità degli elementi di vertice e per le attività di localizzazione ed esecutive.
Le indagini hanno consentito anche di accertare che tutti i soggetti dell’organizzazione di minor caratura criminale (quelli deputati al medio ed al degli utili ed al reimpiego delle somme nei paesi di origine, ma sono stati “stipendiati” dai vertici con somme di circa 1.200 euro al mese, più eventuali spese legali in caso di arresti o di altri problemi con la giustizia. Questo avrebbe dovuto consentire di mantenere separati i due livelli dell’organizzazione sia per non esporre i vertici in caso di arresto dei piccoli corrieri, sia in caso di esiti per l’organizzazione di indagini di polizia giudiziaria.
Per le fasi di supporto informativo e logistico l’indagine è stata coordinata dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, Settore Eroina, che ha garantito puntuale circolazione delle informazioni su tutti gli indagati (per evitare sovrapposizioni investigative con altri uffici di polizia giudiziaria del paese), ed ha supportato le attività della Squadra Mobile per le esigenze connesse sia agli spostamenti all’estero degli indagati sia alla raccolta di elementi di reità per le attività compiute sul territorio nazionale.