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Amministrative: Cisl chiede riduzione numero assessori e costi della politica

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Riduzione del numero degli assessori e dei costi della politica in generale; spirito di servizio, sobrietà e competenza degli amministratori rinnovamento nel modo di governare gli enti locali modenesi.

A due mesi dalle elezioni amministrative, la Cisl di Modena esprime i suoi “desiderata” alla folta platea degli aspiranti sindaci, presidenti di Provincia, assessori, consiglieri provinciali e comunali.

«Non pretendo di dettare l’agenda politica a partiti e candidati, voglio semplicemente portare al dibattito – dice il segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone – Poiché la campagna elettorale non è ancora entrata nel vivo, mi limito a segnalare alcuni punti che riteniamo importanti non solo e non tanto per il sindacato, ma per i cittadini. Per noi, per esempio, – spiega Falcone – è necessario accelerare la razionalizzazione della pubblica amministrazione. Ciò può avvenire insistendo sulle Unioni dei Comuni e sulle altre forme associative in grado di accorpare funzioni e competenze, compresa la riduzione delle Comunità montane. La snellimento della macchina amministrativa deve essere accompagnata da un taglio netto del numero degli assessori e degli amministratori, tutti di nomina politica, dei cosiddetti enti di secondo grado. Soprattutto in questa fase di crisi economica la politica deve dare il buon esempio».

Falcone auspica anche uno stile diverso dalla persone che comporranno giunte e consigli: meno polemiche e più fatti, meno tatticismi e più decisioni e scelte coraggiose. È chiaro che per fare ciò è indispensabile che i futuri amministratori pubblici abbiano competenze e capacità adeguate, oltre che uno spirito autenticamente di servizio e ricerca del bene comune.

«L’azione amministrativa deve innanzitutto incoraggiare e favorire una maggiore partecipazione dei cittadini e della società civile – aggiunge il segretario Cisl – Inoltre bisogna ragionare con la logica dei bilanci di comunità e superare quella specie di società divisa in due, composta dai privilegiati che stanno nella rete, i quali ottengono risposte abbondanti dai servizi, e da quei cittadini sempre più numerosi che non riescono ad accedere ai servizi. La nuova composizione sociale ha prodotto incidenze forti sull’evoluzione del reddito e della disuguaglianza. Si stima che nella sola città di Modena ci siano 20 mila persone in stato di povertà. Questa situazione – afferma Falcone – richiede la definizione di un nuovo welfare che sia in grado di garantire maggiore inclusione sociale e rispondere ai bisogni di tutti i cittadini attraverso una pluralità di servizi e modelli perché, dato che le esigenze sono diverse, non possiamo più dare risposte standardizzate e uguali per tutti. Penso sia giunto il momento di destrutturate i bilanci comunali e ricomporli sulla base delle priorità individuate e delle risorse disponibili. Tutti sappiamo che serviranno maggiori interventi per sostenere le famiglie in difficoltà. Quindi dovremo decidere per forza a chi dare e a chi togliere, dire con chiarezza cosa si può fare per evitare – conclude il segretario provinciale della Cisl modenese – che la crisi economica diventi crisi sociale».