E’ stato consegnato oggi pomeriggio, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio provinciale di Bologna, a palazzo Malvezzi, il Premio Provincia 2008 conferito alla memoria di Giacomo Bulgarelli, calciatore simbolo del Bologna, recentemente scomparso. Alla cerimonia erano presenti la presidente della società Bologna Fc, Francesca Menarini, e Giancarlo Marocchi, in rappresentanza del settore giovanile. Sono intervenuti anche Romano Fogli, Edmondo Lorenzini, Mirko Pavinato che furono suoi compagni di squadra e Nara Rebecchi, sindaco di Medicina, comune in cui Bulgarelli nacque, nella frazione Portonovo.
Il Consiglio è stato aperto dal presidente, Maurizio Cevenini. E’ seguita la prolusione del giornalista sportivo Adalberto Bortolotti.
La scultura che rappresenta il Premio, opera di Nicola Zamboni, costituita da un libro in rame cavo (dimensioni 34 centimetri per 40, con pagine a fronte che riproducono – a sinistra – lo stemma della Provincia e – a destra – la dicitura Premio Provincia), è stata consegnata alla vedova del campione del Bologna e della Nazionale, signora Carla Adalgisi, accompagnata dai figli Annalisa e Andrea, dalla presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, che ha letto in aula la motivazione:
“Giacomo Bulgarelli è nato a Portonovo di Medicina il 24 ottobre 1940. Nella sua carriera calcistica ha collezionato 486 partite ufficiali, indossando sempre la maglia del Bologna, dall’esordio avvenuto il 19 aprile 1959 fino al ritiro il 4 maggio 1975.
Nel 1964 contribuì, al termine di una stagione entusiasmante, alla vittoria dello scudetto nell’unico spareggio della storia del calcio italiano. E’ stato uno dei protagonisti del risveglio del calcio giovanile, con la Nazionale olimpica del 1960, restituendo al calcio italiano il livello che meritava dopo gli anni bui del dopoguerra. Il suo comportamento esemplare in campo divenne un modello, per correttezza e sportività; la “bandiera e il simbolo” di una squadra che il calcio moderno difficilmente può esprimere.
Emblematico l’attaccamento alla sua terra, quando rifiutò il trasferimento al Milan dove con Rivera avrebbe composto la coppia centrale di centrocampo più forte al mondo.
A fine carriera fu uno dei primi e più brillanti commentatori tecnici, una “seconda voce” apprezzata per la sincerità dei giudizi, non sempre diplomatici, com’era nel suo stile.
Bulgarelli era un fuoriclasse e nonostante gli infortuni e i pochi successi sportivi del suo Bologna ha saputo interpretare, con semplicità e naturalezza, il ruolo di campione vero sul campo e nella vita. La scomparsa, nell’anno del centenario del Bologna calcio, lo lega indissolubilmente alla intera storia rossoblu, che attraverso il suo capitano più amato trova riconoscimento in questo Premio“.