Il sempre più preoccupato sindaco uscente sbotta su sue presunte qualità di “fare”, a fronte di nostri – a sentir lui – ingiustificati allarmismi.
A parte il fatto che noi siamo gente che lavora da una vita, abituata a risolvere problemi ogni giorno, senza privilegi, rimborsi, auto blu e telefonini gratis, ci preme oggi sottolineare come l’inaugurazione della moschea di El Huda a Sassuolo segni un passaggio cruciale nella vita della città.
Si è creato un pericoloso precedente: si è concessa una struttura a una sola associazione islamica, che si era peraltro distinta per due successive violazioni di norme urbanistiche e per una arrogante trattativa con il Comune.
La conseguenza è che, in futuro, se la sinistra tornerà a governare, ogni gruppo islamico potrà chiedere la propria moschea a Sassuolo.
E i comuni limitrofi cosa fanno? Stanno a guardare e scaricano su di noi il problema!
Anche sulla presunta “provvisorietà” della struttura ci sarebbe da dire, perché tutti sanno che il sindaco uscente ha promesso a El Huda una moschea nuova di zecca ( in muratura) pochi metri più in là, a partire dal 30 giugno ( poco dopo le elezioni).
La verità è che i diritti ( compreso quello di culto) dovrebbero andare di pari passo con il rispetto dei doveri,e di certo la comunità islamica non ha brillato in questa attività negli ultimi anni in città.
Sassuolo non ha bisogno di una moschea: ha bisogno di maggiore vivibilità, di sicurezza, di una urbanistica sostenibile, di essere più curata e pulita.
Ma di tutto questo il sindaco delle sinistre non si è mai occupato in questi anni, e non lo farà neppure se sarà rieletto: ha preferito vendere Sat a Hera, obbligando centinaia di dipendenti a trasferirsi a Modena non appena sarà chiusa la sede di Sassuolo.
Le prossime elezioni comunali saranno il vero referendum sulla moschea, perché se vinceremo noi la moschea a Sassuolo non ci sarà.
Luca Caselli (Candidato Sindaco Sassuolo)