Dario Franceschini attacca duramente il governo per il mancato accorpamento tra elezioni europee e referendum, che comportera’ una spesa di centinaia di milioni di euro. Una scelta che il segretario del Pd giudica “moralmente inaccettabile” della quale l’esecutivo ha “una responsabilita’ politica grave” afferma il leader Pd intervenendo all’assemblea dei candidati alle amministrative.
Parlando dell’emergenza in Abruzzo Franceschini sottolinea come per “una esigenza tutta tattica, tutta politica di far fallire il referendum sono stati buttati 400 milioni di euro e questo non e’ moralmente accettabile. Questa e’ una responsabilita’ politica grave” e quindi si rivolge direttamente al premier Berlusconi: “Bastava un banalissimo atto di coraggio del premier” che avrebbe potuto convincere la Lega ad accettare l’election day ed invece non lo ha fatto.Il segretario del Pd invita il premier Silvio Berlusconi ad andare con lui alla manifestazione del 25 aprile che si terra’ sabato prossimo a Milano. Un gesto che, dice il segretario del Pd, starebbe a significare che “la Resistenza e’ ancora un luogo condiviso”.”Quando nella politica italiana c’erano grandi scontri, il 25 aprile e’ sempre stato un momento di unita’ e noi vogliamo che torni ad essere la festa di tutti e non confinata ad un luogo cerimoniale” dice Franceschini ricordando come Berlusconi non abbia mai partecipato ad una manifestazione del 25 aprile. Quindi l’invito: “Voglio chiedergli di venire con me a Milano sabato prossimo per dimostrare che la Resistenza e’ ancora un luogo condiviso”.
Il segretario del Pd tocca poi il tema della Rai e delle nomine dei dirigenti di viale Mazzini e mette subito in chiaro di non avere avuto alcun contatto con il governo: “Io non ho fatto ne’ faro’ mai telefonate con il governo. Ci sono state perche’ ho dovuto gestire per legge la nomina del presidente della Rai ma da quel momento in poi io non faro’ alcuna telefonata” assicura. Infine, torna a criticare il fatto che le riunioni di maggioranza sulle nomine vengano fatte a Palazzo Grazioli, abitazione privata del presidente del Consiglio. “Le scelte per i dirigenti Rai si fanno li’, alla Rai, e non a casa del proprietario delle reti concorrenti. Perche’ le nomine -attacca – non sono una torta da spartire. La Rai non e’ una torta ma e’ il servizio pubblico televisivo”. a un decimo di quello che dice lui e realizzerebbe un consistente risparmio”.
Fonte Adnkronos