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Reggio E.: firmato il ‘Piano di zona per la salute e il benessere sociale’


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È stato firmato oggi nella sede municipale l’accordo tra Comuni, Ausl, Azienda ospedaliera e Forum Terzo settore per il ‘Piano di zona per la salute e il benessere sociale’, relativo al triennio 2009-2011.

L’accordo è stato presentato alla stampa dal sindaco Graziano Delrio, Gina Pedroni, assessore comunale ai Diritti di cittadinanza e Pari opportunità, Marcello Stecco, assessore provinciale alla Solidarietà, Sanità e Politiche sociali, Franco Viappiani dell’Ausl di Reggio Emilia, Francesco Vercilli dell’Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova, Riccardo Faietti del coordinamento Forum del Terzo settore, sindaci e rappresentanti dei Comuni del distretto di Reggio Emilia.
“Il Piano di zona che abbiamo firmato oggi trasforma in modo radicale e innovativo il sistema di protezione sociale per i cittadini e le famiglie – ha detto il sindaco Delrio –. Cambia infatti l’ottica delle politiche sociali, che saranno attuate insieme tra i diversi attori, con un’ottica non più verticale ma orizzontale. Questo consentirà di sostenere il protagonismo delle realtà del Terzo settore e di avere più risorse disponibili per le famiglie. Per i servizi socio sanitari del distretto di Reggio, infatti, il Programma attuativo 2009 prevede una spesa complessiva di oltre 78 milioni di euro, la metà dei quali a carico dei Comuni”.

Anche gli assessori Pedroni e Stecco hanno messo l’accento sull’integrazione dei servizi e sulla centralità che questo documento assegna alla prevenzione.
L’assessore Pedroni ha tra l’altro ricordato che, oltre all’intervento sostanziale dei Comuni, al Programma attuativo contribuiscono tra gli altri la Regione Emilia Romagna, con 22 milioni di euro destinati al fondo per la ‘non autosufficienza’ (che non potrà più contare, come gli altri anni, sul fondo nazionale), e l’Ausl, con 12,5 milioni di euro.

Il Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale, firmato in Municipio a Reggio Emilia, è il documento programmatico con il quale i 7 Comuni del distretto – Albinea, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto, Quattro Castella, Reggio Emilia, Vezzano sul Crostolo – d’intesa con l´Azienda Usl e, nella zona di Reggio, anche con l’Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova, definiscono le politiche sociali e socio-sanitarie rivolte alla popolazione dell’ambito territoriale coincidente con il distretto sanitario. Ha una durata triennale, dal 2009 al 2011 ed è coerente con il Piano regionale degli interventi e servizi sociali, e si raccorda con la programmazione sanitaria, in particolare di livello distrettuale.

A COSA SERVE IL PIANO DI ZONA – È lo strumento principale delle politiche sociali e sociosanitarie che serve a costruire un sistema integrato di interventi e servizi: mettere in relazione servizi che si offrono in strutture, servizi domiciliari, servizi territoriali, misure economiche, prestazioni singole, iniziative non sistematiche, sia che siano rivolte alla singola persona sia alla famiglia. Inoltre, si propone di coordinare politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, culturali, urbanistiche e abitative (cioè: come, dove e chi il sistema nel suo complesso assiste, si prende cura, riabilita, educa, forma, orienta e inserisce al lavoro, offre occasioni di cultura e di socialità, offre una città e un´abitazione vivibile e adeguata). Infine, deve far collaborare e lavorare, in modo coordinato ed efficace per i cittadini, soggetti istituzionali e non, pubblici e privati.
COSA CONTIENE – Definisce il sistema locale (nella zona sociale di Reggio Emilia) dei servizi sociali connessi in modo da essere fruiti dai cittadini senza forti discontinuità; le modalità con cui va organizzato l´accesso ai servizi, per garantire equità e forme di accompagnamento ai cittadini nelle fruizione stessa; i modi di coordinamento con le amministrazioni statali (la scuola, la giustizia, le carceri… ); gli obiettivi e le priorità d´intervento specifici della Zona, nel quadro di quelli definiti a livello regionale; gli strumenti e le risorse per raggiungere gli obiettivi.
LE RISORSE – Le risorse finanziarie per l´attuazione dei Piani provengono dal Fondo sociale nazionale (risorse indistinte e risorse vincolate su specifici interventi/aree di bisogno); dal Fondo sociale regionale (risorse indistinte e risorse finalizzate a specifici Programmi); dagli Enti locali (singoli Comuni, Comuni associati, Consorzi, Comunità montane, Province); dalle Aziende Usl (specificamente sugli interventi ad integrazione sociosanitaria); da altri Enti non istituzionali: Asp, Fondazioni, soggetti del Terzo settore; dalle quote di compartecipazione al costo dei servizi a carico dei cittadini utenti.
LE AREE DI AZIONE – In particolare, salute e benessere sociale si declinano vari campi d’azione:
AMBIENTE – Gli interventi tesi a limitare la diffusione degli inquinanti ambientali attraverso il potenziamento delle politiche di risparmio energetico, smaltimento dei rifiuti, mobilità sostenibile;
ABITARE E URBANISTICA – Una lettura integrata dei bisogni e degli interventi sia per quanto riguarda le azioni di sostegno economico all’affitto (Fondo sociale per l’affitto) sia per la gestione degli accessi al patrimonio di edilizia residenziale pubblica e per le azioni sviluppate a livello locale per favorire il ricorso al mercato dell’affitto, sia per gli interventi di superamento delle barriere architettoniche e di sostegno economico dell’adattamento domestico, con qualsiasi tipo di finanziamento incentivati;
TRASPORTI– Il collegamento con la programmazione settoriale in previsione degli Accordi di programma triennali 2008-2010 tra Regione, Comuni, Province, Agenzie locali per la mobilità, che prevedono la programmazione di interventi sui servizi minimi di trasporto pubblico locale e sugli investimenti, orientando il sistema, tra l’altro, ad assicurare risposte ordinarie ai bisogni di mobilità delle diverse fasce di età e di abilità. In questo quadro integrato, in collaborazione con le organizzazioni di volontariato presenti nel territorio, è utile una azione di coordinamento e qualificazione del trasporto sociale che ne delimiti e qualifichi la funzione;
INSERIMENTI LAVORATIVI – Riguardo alle persone con disagio sociale, è necessario definire percorsi e strumenti integrati, nell’ambito delle azioni, degli strumenti e degli interventi delle politiche attive del lavoro, superando logiche e pratiche parallele;
FORMAZIONE, LA SCUOLA E I SERVIZI EDUCATIVI – Sono di importanza strategica azioni tra Enti locali, Aziende sanitarie, scuola e associazionismo di promozione sociale per ottimizzare e sviluppare le risorse e le opportunità sul territorio per la promozione e l’educazione alla salute nonché a stili di vita sani, l’educazione motoria e la promozione dell’attività sportiva (cfr. anche DGR 1247/08) con una particolare attenzione, oltre che all’infanzia e all’adolescenza, anche alla popolazione anziana, l’educazione all’affettività e alla sessualità, l’inserimento scolastico degli alunni disabili o in gravi difficoltà, la prevenzione delle dipendenze o di disturbi psichiatrici in adolescenza, l’incentivazione di momenti aggregativi extrascolastici con uso di laboratori e spazi anche scolastici. Anche per la realizzazione di interventi di cittadinanza attiva per bambini e ragazzi è condizione imprescindibile la piena assunzione di un approccio sistematico e globale alle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza e quindi l’integrazione tra le diverse politiche di settore (urbanistica, mobilità, ambiente, sicurezza, salute, scuola, formazione, sociale, etc.). Devono essere definiti e supportati sul piano organizzativo il coordinamento e l’integrazione delle programmazioni, degli interventi e dei progetti educativi, sociali e socio-sanitari degli Enti locali, delle Autonomie scolastiche, delle AUSL e del Terzo Settore.
SICUREZZA E COESIONE SOCIALE – E’ da promuovere l’integrazione degli interventi per garantire coesione sociale e sicurezza, nei diversi ambiti di vita: dall’ambiente domestico a quello pubblico, dalle strade ai luoghi di lavoro, dando quindi anche risposta alla percezione di apprensione e insicurezza operando per ricostruire una rete di luoghi e relazioni sicuri, valorizzando le potenzialità e la ricchezza del “capitale sociale” e mettendo in rete le associazioni e realtà attive in ogni territorio. La promozione e il mantenimento delle reti sociali e di un nuovo e diffuso civismo rappresenta una risorsa fondamentale per garantire sicurezza.

Un contributo importante della programmazione socio-sanitaria all’integrazione delle politiche è anche quello di una lettura integrata dei bisogni della comunità e la condivisione di questa lettura con i decisori delle altre aree di politiche integrate, al fine di migliorare la coesione e l’inclusione sociale nel territorio di riferimento.