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Flc, Cisl Scuola e Snals sugli organici nella scuola in Emilia Romagna


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Le organizzazioni sindacali dei lavoratori della scuola dell’Emilia-Romagna: Flc Cgil, Cisl Scuola e Snals, contestano fermamente gli effetti sugli organici regionali della scuola derivanti dall’attuazione del relativo Decreto interministeriale e delle norme contenute nella legge 133/08, nella 169/08 e nella finanziaria 2009.

Proseguendo l’iniziativa di mobilitazione di questi mesi, le scriventi organizzazioni sindacali ritengono si debbano mettere in atto misure forti di contrasto rispetto a decisioni che, se confermate, porranno la scuola regionale in situazione di assoluta precarietà e impoveriranno la qualità dell’offerta formativa.
Per questo si richiede la riapertura della trattativa con il Governo per rivedere complessivamente gli organici della scuola, anche a fronte della richiesta di tempo scuola espressa dalle famiglie e dell’aumento, nella nostra regione, della popolazione scolastica.
Investire complessivamente nel campo istruzione, come stanno facendo gli altri governi occidentali, pur in un momento di crisi profonda, risulta essere una necessità per garantirci un futuro migliore.
La drammaticità della situazione è anche sottolineata dal fatto che mentre per la scuola materna (senza tagli) e per la scuola primaria (-265 docenti), l’USR ha provveduto alla ripartizione per province, la suddivisione per la secondaria di I (- 369 docenti) e di II (- 427 docenti) grado è una pura ripartizione proporzionale all’organico di diritto del precedente anno scolastico. Si conoscono inoltre i tagli complessivi che saranno per il prossimo anno scolastico di 1637 posti in meno per tutti gli ordini di scuola!

A fronte di tutto questo intendiamo ribadire i seguenti obiettivi che sono al centro della nostra iniziativa:
• garantire una scuola pubblica di qualità che dia risposta alle necessità ed alle richieste delle famiglie riguardo al tempo scuola ed ai bisogni formativi degli studenti;
• dotare le istituzioni scolastiche delle necessarie risorse umane, professionali e finanziarie, senza le quali la parola “autonomia” rischia di diventare uno slogan del tutto privo di significato;
• garantire la sicurezza di studenti e lavoratori della scuola, dando piena e puntuale attuazione alle leggi sulla sicurezza;
• risolvere finalmente il problema del precariato, che rappresenta un vero “vulnus” alla stabilità culturale di un Paese ed alle sue possibilità di sviluppo.

Su questi obiettivi le scriventi organizzazioni sindacali promuoveranno la mobilitazione non solo del personale della scuola e dei genitori, ma anche di tutte le forze sociali interessate allo sviluppo del paese.
Richiedono inoltre un intervento forte e puntuale delle forze politiche, degli Enti Locali e della Regione, che non possono dirsi estranei alle sorti della scuola statale, che tanta parte è dello sviluppo democratico e sociale del nostro territorio.