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Un arresto per stalking dei carabinieri di Pavullo


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Ieri la fine di un incubo per due donne ucraine e per due bambini di 13 e 8 anni. E’ la storia di un padre padrone che sottopone la moglie ed i figli a continue violenze, sia fisiche che verbali, che la costringe a svolgere i più umili lavori per poter guadagnare qualche soldo per dar da mangiare ai propri bambini, puntualmente sequestrati dal marito che invece li “investe” in copiose bevute di alcolici a cui seguono, ormai come un triste quotidiano rituale, violenze su violenze.

Nel giugno del 2007, dopo l’ultimo, violento pestaggio, la donna trova il coraggio di ribellarsi e si rifugia, dalla lontana Ucraina, nelle terre pavullesi, località dove recupera un minimo di serenità, riesce a trovare un lavoro insieme alla sorella che l’ha accompagnata nel viaggio della speranza, ad ottenere un permesso di soggiorno e a guadagnare quel che basta per poter vivere in Italia e mandare dei soldi al marito affinché custodisse al meglio i figli in attesa di poterli portare con se.
Il marito, invece di prendersi cura dei bambini, continua a spendere i soldi che la moglie gli spedisce in liquori e quant’altro potesse servire a renderlo ancor più violento nei confronti dei figli, divenuti nel frattempo sempre più magri e sempre più sporchi, nonostante le rassicurazioni date alla moglie.

Giunto in Italia clandestinamente nel dicembre 2008 insieme ai figli, la moglie constata l’effettivo stato in cui gli stessi versano, senza rendersi conto che da li a poco le cose sarebbero ancor di più peggiorate. Infatti il carattere violento e minaccioso del marito si riversa ancora sull’esile corpo della donna, che continua a subire violenze fisiche e psicologiche insieme ai figli, tanto da chiedere aiuto ai Carabinieri di Pavullo che iniziano una delicata indagine, fatta di controlli, appostamenti pedinamenti ed opera di convincimento nei confronti della donna a riferire tutte le inaudite violenze subite.

Il primo intervento dei militari si traduce in un provvidenziale allontanamento della donna e dei due bambini in una struttura protetta individuata dai servizi sociali nel frattempo coinvolti nella vicenda.

Da qui la violenza fisica del 40enne ucraino si tramuta in violenza psicologica nei confronti della cognata, dallo stesso ritenuta responsabile di aver aiutato la sorella a sfuggire alle sue violenze, e viene posta in essere attraverso continui appostamenti nei pressi della sua abitazione, minacce di morte, telefonate assidue e quant’altro potesse psicologicamente devastare la serenità della donna, tanto da indurla a non mandare più a scuola la propria figlia per paura che potesse farle del male.

Tutti i dettagli, tutte le sensazioni, unite alla diffidenza delle due sorelle dovute evidentemente ad una diversità di cultura, sono state pazientemente raccolte dai militari dell’Aliquota operativa dei Carabinieri di Pavullo che hanno redatto una particolareggiata informativa all’Autorità Giudiziaria e che a permesso al G.I.P. di emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del soggetto, eseguita alla ore 16.00 di ieri, quando è tornato a splendere il sole nel cuore e nella mente delle due donne e dei due bambini.

La triste storia in questione riporta alla mente l’arresto che già il 19 marzo 2009 i militari di Sestola operarono sempre per stalking nei confronti di un 43enne di origini marocchine, che impediva alla moglie, attraverso continue violenze fisiche, di uscire da casa per andare a prendere lezioni di Italiano.

E’ pertanto il secondo arresto che viene eseguito dai militari diretti dal Cap. Garzya, Comandante della Compagnia di Pavullo nel Frignano, ed il dato fa emergere l’esistenza del problema, ma anche la voglia di ribellarsi di queste donne spesso sottomesse per cultura, ma che grazie al lento processo di integrazione riescono a trovare la forza di denunciare i loro mariti-padri-padrone.

I carabinieri sono pronti a dare il proprio sostegno, anche psicologico, affinché questo triste fenomeno venga estirpato.