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Conto Anch’io a Sassuolo: la funzione della scuola va ripensata


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Oggi viviamo in una condizione di impoverimento ideale e culturale. L’istruzione scolastica che ci ritroviamo non sembra essere abilitata a sostenere un autentico impegno educativo corretto. La funzione della scuola va ripensata. Essa, cosi’ com’è, non sembra in grado di recepire compiutamente le istanze che la vogliono individuare come momento di approfondimento e di verifica della tradizione e della cultura familiare.


Siamo in una situazione in cui il concetto di sussidiarietà viene putroppo continuamente banalizzato da coloro che invece, attraverso corrette normative, dovrebbero recepirne il significato e la grande utilità. La tutela e la promozione della cultura debbono essere concretizzate con un rispetto più intenso forse che in tutti gli altri campi della dignità e della libertà della persona umana, altrimenti si favorisce l’appiattimento e l’omologazione della cultura e di conseguenza la manipolazione delle coscienze. Se le Istituzioni ha il dovere di istituire scuole, ha anche l’ugual dovere di rispettare quelli che sono i diritti che lo precedono. Occorre ritornare a riflettere sul fatto che lo Stato non viene prima della persona umana, ma dopo, e che è funzionale alla persona stessa. E’ su questo concetto che si fonda anche la libertà della scuola. Sostenere il diritto alla scuola cattolica, alla libertà della scuola, non significa rivendicare dei privilegi, ma significa sostenere il diritto per tutti di scegliersi la scuola, l’educazione, l’istruzione più congeniale. E’ un principio di libertà che va rispettato e promosso.
Famiglia e scuola debbono trovarsi per insieme interagire per dare ragioni di vita, per creare una pedagogia della responsabilità, per incoraggiare al pensare libero e critico, per affinare la lungimiranza culturale. Da qui l’acquisizione del senso di responsabilità: ogni scelta, anche piccola, è irreversibile. Ma la pedagogia che intendiamo non è quella fatta di discorsi sulla responsabilità: è costruita da esperienze dirette, sempre più impegnative, di responsabilità. E’ questo l’aspetto più carente dell’educazione in tutti gli ambiti e a tutti i livelli. Il problema della scuola non è la carenza di mezzi e di attrezzature o l’incertezza normativa, ma l’insufficiente dedizione alla crescita degli alunni che vanno aiutati al discernimento, orientando la loro riflessione verso le cose che contano.
Per Sassuolo è sempre piu’ chiara la necessita’ di avviare una politica di sviluppo nella scuola che , mettendo da parte la centralita’ dei partiti, punti su poche e chiare priorita’, perche’ se è un dovere rispettare i diritti degli altri, è anche un dovere far rispettare i propri.

Conto Anch’io a Sassuolo
Piccinini Ivano (Candidato Sindaco)