Secondo la Polizia si preparava a incendiare anche l’appartamento in cui abitava il giardiniere di 44 anni di origini siciliane, arrestato il 9 aprile a Modena dopo vari attacchi incendiari ad autovetture, in particolare Suv parcheggiati in centro storico.
Già in Sicilia l’uomo aveva incendiato la sua casa e a Modena avrebbe potuto ripetersi, per reazione allo sfratto: quando sono entrati in casa, gli agenti hanno trovato i mobili accatastati, come per creare una pira.
L’uomo, arrestato in relazione a cinque episodi incendiari, fra gennaio e aprile a Modena, è indagato anche per altri sette.
Proprio pochi giorni fa il tribunale del riesame ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dai suoi legali. Questa mattina il questore Salvatore Margherito e il dirigente della Squadra Mobile Amedeo Pazzanese hanno fatto il punto. Hanno sottolineato che il giardiniere può essere considerato un piromane seriale, con precedenti specifici.
A Modena ha ripreso gli attacchi incendiari dopo il licenziamento dalla cooperativa sociale dove aveva trovato lavoro. I suoi primi obiettivi, infatti, sono stati proprio mezzi della cooperativa.
Il piromane agiva senza liquido incendiario: con accendino e un pezzo di carta appiccava il fuoco direttamente al giunto di trasmissione delle auto. Fondamentale per l’arresto la visione delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza.
Secondo la Polizia, invece, gli episodi incendiari avvenuti successivamente all’arresto del giardiniere sarebbero casi isolati: si tratterebbe di forme di emulazione. Per uno di essi è stato anche già arrestato l’autore.