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Cisl e Anolf Cisl ER: ‘La dignità umana è un principio inderogabile’


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“La dignità umana è un principio inderogabile”.
Così Gianni Pedrazzini, della segreteria Cisl ER e Marino Favali, neo presidente regionale Anolf (‘Associazione nazionale oltre le frontiere’ della Cisl a tutela degli immigrati) intervengono sul cosiddetto ‘Decreto sicurezza’ del governo.


E lo fanno “con profonda amarezza e vergogna”, perché “da tempo, sulla questione sicurezza, si assiste ad una offensiva senza precedenti, da parte di alcuni partiti politici, a sostegno della loro campagna mediatica ed elettorale”.
Una campagna politico-elettorale, per gli esponenti Cisl,“tesa a parlare alla ‘pancia’ della gente, alle paure vere o presunte della gente, inscenate ad arte quando purtroppo accadono fatti criminosi”.
Una campagna politico-elettorale, continuano Pedrazzini e Favali, che non tiene in alcun conto i temi ed i problemi del tempo presente: la globalizzazione delle economie, la libera circolazione delle persone nella UE, la presenza dei lavoratori migranti nel nostro Paese, il loro apporto positivo alla economia nazionale ed al sistema fiscale e previdenziale, l’incontro faticoso delle culture, i valori di una società multiculturale.

“Per alcuni partiti politici –denunciano i rappresentanti di Cisl ed Anolf- il fenomeno migratorio, i lavoratori e le lavoratrici immigrate sono solo ‘numeri e braccia’, se non anche ‘bestie da soma’ con molti doveri e spesso senza diritti, perché continuamente vessati dalle norme legislative”.
Certamente lo Stato deve svolgere la sua funzione di presidio sul piano istituzionale e del diritto e di repressione quando si manifestano situazioni di crimine e senza dubbio la clandestinità non è uno stato di legittimità. “Ma –ribadiscono i sindacalisti- l’equiparazione di stato di clandestinità a stato di criminale, fino ad inserirlo nella lotta alla criminalità, così come la equiparazione tra clandestino e criminale sostenuta dalla proposta di norma legislativa, sono sproporzionati rispetto agli obbiettivi della legge e lesivi di ogni stato di diritto personale e della dignità umana delle persone”.

Da qui la decisione di “stigmatizzare la proposta di ‘Decreto Sicurezza’, perché impostato sulla repressione delle persone, dei loro bisogni, domande e perché queste si trovino nella condizione di migranti clandestini”.
Quindi, il ‘Decreto Sicurezza’ “è lesivo della dignità e del diritto della persona umana: di ogni uomo, donna, bambino, nato in un Paese povero da cui è voluto fuggire”.
“Al nostro Paese –concludono Pedrazzini e Favali- servono altre norme e mentalità per entrare nel consesso dei Paesi civili, aperti alle trasformazioni in corso e capaci di rispondere alla più grande sfida mondiale in atto, quella delle migrazioni”.