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Una nuova pubblicazione per Riccardo Bertani


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Sarà presentata sabato 23 maggio alle ore 16 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia l’ultima fatica di Riccardo Bertani, uno dei più originali intellettuali italiani, esperto poliglotta autodidatta di Campegine capace di maneggiare più di un centinaio di lingue di tutto il mondo, con una particolare vocazione per quelle centro-asiatiche.

Grazie alla sensibilità del Lions Club “Ludovico Ariosto” di Albinea, con la collaborazione dei Comuni di Campegine e Gattatico, della Società Dante Alighieri e della Deputazione di Storia Patria di Reggio Emilia, ha visto infatti le stampe in questi giorni – sotto il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia – il suo nuovo Dizionario Rutulo-Italiano e assimilazioni con la lingua Basca.
Si tratta di un’opera di grande importanza linguistica e culturale, anche per l’esiguità degli studi esistenti su questa popolazione e sulla sua lingua, legata fino a tempi recentissimi alla tradizione orale.
L’incontro sarà moderato dal presidente della Deputazione Gino Badini e dopo i saluti di Luisa Casoli, presidente del Lions Club “Ludovico Ariosto” e dei sindaci di Campegine e Gattatico River Tagliavini e Rossella Cantoni, ci saranno gli interventi di Clementina Santi, docente di materie letterarie, dell’accademico Francesco Sisinni, contrappuntati da letture della voce narrante di Ercole Leurini. Infine, Riccardo Bertani intratterrà con i presenti una conversazione sulla propria opera.
La nuova pubblicazione, concepita per esperti di glottologia, pur nei suoi contenuti “di nicchia” riveste un interesse che va ben oltre quello degli addetti ai lavori: Bertani, infatti, è un orgoglio per la cultura reggiana e presenta alcune caratteristiche intellettuali che ne fanno un caso unico forse al mondo. E di lui il mondo intellettuale parla come un vero e proprio fenomeno di genialità. Conosce fra le altre lingue il serbo-croato, il lituano, il basco, l’etrusco, l’ajno, il samojedo, il persiano, il tunguso. Ha al suo attivo molte pubblicazioni come un Dizionario italiano-mongolo, i Canti dei pastori Jukaghiri, le Fiabe lapponi della penisola di Kola, un Glossario longobardo. Numerosissime sono le sue pubblicazioni a carattere etno-linguistico apparse su riviste come Il Polo dell’Istituto Geografico Polare, l’Universo dell’Istituto Geografico Militare, Soyombo dell’Associazione culturale Italia-Mongolia.
Bertani intrattiene rapporti con vari atenei europei, con l’Accademia Reale di Danimarca e quella di Svezia, ha collaborato all’Enciclopedia Utet, ha tenuto conferenze, ha elaborato teorie nuove grazie alle sue geniali comparazioni tra lingue e tradizioni del mondo. Si pensi all’ipotesi secondo cui l’etrusco, insieme al basco, potrebbero essere di origine ibero-caucasiche, o che esiste una stretta parentela fra l’antico maya e le lingue parlate da alcune popolazioni siberiane.
Eppure lo contraddistingue una modestia ai limiti della timidezza, oltre all’attaccamento alle proprie abitudini. Lui, contadino di via Rimondella, che già nel ’76 fu invitato da Carlo Alberto Mastrelli, direttore dell’Archivio Glottologico Italiano, a tenere una conferenza sui popoli paleoasiatici, presso l’Istituto di Lingue orientali dell’Università di Firenze, continua infatti a scrivere a penna su vecchie agende, lavorando solo la mattina prestissimo, dalle 3 alle 9, in uno studio sommerso di documenti e volumi, riscaldato da una vecchia stufa che annerisce il soffitto. “Le ore – spiega – in cui la mia mente è più fresca”. Il pranzo, un sonnellino, i lavori nell’orto e poi a letto dopo il telegiornale. “Mi ispiro ancora al ‘grande maestro’ Tolstoj”, gli piace ricordare. “All’etica delle cose semplici. Secondo la quale uno vale per quel che è, non per quello che ha”. E quando gli si chiede se ha mai viaggiato per il mondo, la sua risposta è disarmante: “Sì, ricordo di essere stato all’Università di Firenze, una volta…”.

I Rutuli
I Rutuli sono un gruppo etnico caucasico che vive in Dagestan e in alcune località dell’Azerbaigian, per la gran parte impegnato nell’allevamento bovino, ovino e nell’agricoltura. Bertani riscontra attraverso il suo lavoro di studio e comparazione una parentela tra il dialetto dei Rutuli e la lingua basca, in linea con l’ipotesi che questa seconda discenda da popolazioni dell’Asia Minore spostatesi nei Pirenei circa duemila anni prima dell’era volgare.
Spingendosi oltre, ipotizza che anche i Rutuli di casa nostra, quelli che vivevano in epoca preromana sulle coste del Lazio e sono citati da Virgilio nell’Eneide, dove il loro capo, Turno, è presentato come antagonista di Enea, fossero di ascendenza nilotico-camitica.