Home Attualita' I pensionati Cgil Emilia Romagna in piazza a Bologna

I pensionati Cgil Emilia Romagna in piazza a Bologna

# ora in onda #
...............




I pensionati della Cgil dell’Emilia-Romagna tornano in piazza “perché non è vero che la crisi sta passando – dice il segretario regionale dello Spi Maurizio Fabbri -. Gli italiani continuano a impoverirsi, lavoratori e precari perdono il lavoro senza adeguate forme di tutela e il governo che fa? Nulla”. Per l’Emilia-Romagna si svolgerà giovedì 28 maggio a Bologna la mobilitazione indetta dalla segreteria nazionale dello Spi, che porterà i pensionati della Cgil nelle piazze di tutta Italia.

Nel gazebo allestito dalle 9.00 alle 12.00 in piazza del Nettuno, i pensionati dello Spi regionale informeranno i cittadini sui temi della crisi e delle rivendicazioni sindacali a sostegno del reddito e dei diritti. All’iniziativa saranno presenti il leader dello Spi-Cgil dell’Emilia-Romagna Maurizio Fabbri e i segretari generali di tutti i territori, con una forte presenza dei pensionati bolognesi e delegazioni in arrivo da Piacenza a Rimini.

“Berlusconi pare non accorgersi che la crisi economica non è affatto passata e che salari e pensioni continuano a perdere potere d’acquisto – continua il segretario dello Spi dell’Emilia-Romagna -. Il governo non ha mai voluto riceverci per ascoltare le nostre richieste, dando ai pensionati solo risposte inadeguate, di tipo caritatevole, a partire dalla social card. Ma noi non vogliamo la carità, pretendiamo più risorse per le pensioni, chiediamo diritti, equità, dignità e solidarietà tra le generazioni”.

Per fronteggiare la crisi e sostenere il reddito degli italiani, lo Spi-Cgil chiede al governo di adeguare il valore delle pensioni al reale costo della vita ed estendere la quattordicesima mensilità anche alle pensioni che superano i 700 euro mensili. Le risorse necessarie, che secondo i pensionati si possono reperire intensificando le azioni di contrasto all’evasione fiscale, vanno utilizzate anche per ridurre le tasse sui redditi da pensione e da lavoro dipendente e sostenere le fasce deboli della popolazione con interventi strutturali e non compassionevoli.

Al centro delle rivendicazioni dei pensionati c’è anche il diritto alla salute. “Il Governo deve destinare più risorse agli enti locali e alle Regioni per migliorare i servizi sociosanitari e renderli omogenei su tutto il territorio nazionale”, dice il segretario Maurizio Fabbri, che aggiunge: “Ci schieriamo contro i tentativi di privatizzare la sanità e chiediamo, ancora una volta, una legge nazionale sulla non autosufficienza, un’emergenza che riguarda sei milioni di famiglie lasciate sole ad affrontare il peso di un’assistenza che mediamente richiede oltre 1.700 euro mensili”.