Se la moglie eredita, legittimamente si vedrà tagliare l’assegno divorzile. Lo stop, però, scatterà soltanto nel momento in cui il marito ne abbia fatto domanda, prove alla mano.
Parola di Cassazione che sottolinea, infatti, come “la revoca dell’assegno di divorzio” non abbia valore retroattivo. In questo modo, la Prima sezione civile ha respinto il ricorso di un marito della capitale, C.L., che chiedeva, visto che nel 2000 la moglie da cui era divorziato aveva ereditato una grande somma dalla madre deceduta, la restituzione della quota del Tfr percepita il 1 luglio del 2002 che aveva dovuto dare alla ex come assegno di divorzio.Piazza Cavour ha respinto il ricorso di C.L. solo perché l’uomo ha saputo due anni dopo (vivendo in un’altra città) che la ex aveva ereditato. Già la Corte d’appello della capitale, nel settembre 2005, aveva detto che C.L. doveva sospendere l’assegno divorzile (135 euro mensili), ma la revoca scatta soltanto “dal momento in cui viene presentata la domanda”. Infatti, scrivono i supremi giudici, convalidando la decisione di merito, “la revoca dell’assegno divorzile non può retroagire a un momento anteriore a quello della domanda in quanto il principio generale in tema di alimenti, applicabile anche alla revoca dell’assegno di divorzio, attesa la natura eminentemente assistenziale del medesimo, è quello della decorrenza della domanda e non dal precedente verificarsi delle condizioni negative del diritto”.
Fonte: Adnkronos