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Finale Emilia: il volume ‘Le Rocche di Finale in età Estense’


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Com’era il Finale fortificato? A cosa servivano le rocche? Quali sono gli aneddoti e le curiosità legate al Castello Estense e a tutte le costruzioni che per secoli hanno caratterizzato il Castrum Finalis?

Se ne parlerà approfonditamente sabato 30 maggio, alle ore 16.00 nella sala consigliare del Municipio di Finale Emilia, dove verrà presentato il volume “Le Rocche di Finale in età Estense“, edito dal Gruppo Studi Bassa Modenese e curato da Mauro Calzolari (Università di Ferrara), Massimiliano Righini (Cers – Consorzio europeo rievocazioni storiche – Italia) e Gian Luca Tusini (Università di Bologna).
La prefazione è stata redatta dal professor Aldo Settia dell’Università di Pavia, da tutti riconosciuto come uno dei più autorevoli esperti di fortificazioni di epoca medievale.
Il volume propone 90 pagine di documenti inediti del locus finalis che ripercorrono, con un approccio scientifico, la storia dettagliata delle Rocche di Finale e della loro importanza strategica e militare.
A differenza del Castello di Ferrara, voluto dagli Este a testimonianza del controllo che la famiglia esercitava sulla città, quello di Finale ha una mera valenza di protezione del borgo. Sia per quanto riguarda gli abitanti, ma anche per ciò che concerne l’economia. Perché avere il controllo delle acque (il Panaro ed i canali attraversavano il centro abitato) significava anche poter gestire il commercio, facendo di Finale un Castrum proto-industriale.
Il volume si chiude poi con una serie di foto e disegni che possono aiutare il lettore e lo studioso a tracciare un quadro realistico di quello che fu Finale in età estense.
Mauro Calzolari ha curato la parte relativa all’abitato e alle Rocche partendo dalle fonti scritte, Massimiliano Righini invece si è concentrato sui risvolti militari, mentre Gian Luca Tusini ha approfondito la vita quotidiana e gli aspetti culturali della città.