Francine Eliane, originaria del Camerun. Serge, nato in Togo, a Reggio Emilia da quasi due anni. Giorgiana e Natalia, entrambe rumene. Wang, di nazionalità cinese. Sono alcuni dei 92 ragazzi che hanno partecipato alla giornata di monitoraggio sull’esperienza di servizio civile regionale. Un’occasione per raccontare, raccontarsi e fare il punto sugli aspetti positivi e i problemi incontrati nelle diverse realtà: centri d’accoglienza, scuole, associazioni.
“Siamo alla terza edizione di questa giornata – ha ricordato l’assessore alla promozione politiche sociali Anna Maria Dapporto. Nella prima i ragazzi erano 35, oggi sono 92. La Regione – ha aggiunto l’assessore – vuole promuovere un servizio civile per tutti: è un’opportunità di crescita e di formazione davvero grande per chi la compie, un contributo prezioso per la coesione dell’intera comunità. In Emilia-Romagna il servizio civile è un patrimonio di tutti. E’ una tappa innovativa del processo di integrazione sociale del cittadino. Mi colpisce l’entusiasmo e la gratuità con cui questi ragazzi si mettono al servizio degli altri”.
Con la legge 20 del 2003 (“Nuove norme per la valorizzazione del servizio civile”) la Regione Emilia-Romagna è la prima in Italia ad aver aperto la possibilità di fare quest’esperienza anche a ragazzi che non hanno la cittadinanza italiana. Un requisito, questo, che rimane necessario per accedere invece al servizio civile nazionale. Non solo: il servizio civile regionale è aperto anche ai ragazzi e alle ragazze dai 15 ai 18 anni, agli adulti e agli anziani.