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Sunia Modena: servono più controlli sugli affitti, sia nel pubblico che fra i privati


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AntoniettaMencarelli 001I controlli sull’edilizia popolare attuati dal Comune di Modena (vedi le notizie di stampa di qualche giorno fa) ci trovano d’accordo.Il Sunia ritiene che il patrimonio delle case popolari debba servire perdare una risposta abitativa a chi ha realmente redditi bassi. Pertanto ifalsi poveri non possono avanzare il diritto di una casa Erp (casa popolare).

Vorrei però fare alcune precisazioni.

Innanzitutto è importante che i controlli vengano estesi su tutti i tipi di redditi (non solo su quelli da lavoro dipendente e pensioni) e che si tenga conto della capacità di spesa e del tenore di vita degli inquilini di case popolari rispetto al reddito dichiarato quando c’è evidente incongruenza.E’ importante ribadire che le regole devono essere applicate e i controlli devono essere fatti.

Altrettanto importante è la tempestività dell’Ente pubbliconell’intervenire in aiuto di quelle famiglie in comprovata difficoltàeconomica. Di fronte ad una famiglia con caduta di reddito (cassintegrati, precari, disoccupati) è importante che il Comune sia in grado di promuovere azioni di sostegno adeguate ai bisogni.

Servono risposte anche per chi (non avendo più i requisiti) esce dall’Erp, agevolando l’accesso all’Agenzia casa e promuovendo attraverso agevolazioni fiscali i canoni concordati nel mercato dell’affitto privato. Sicuramente occorrono anche vere politiche di agevolazioni fiscali da parte del

Governo, al momento molto esigue, e un vero Piano casa per l’affitto. Anche nel mercato della locazione privata occorre il rispetto delle regole. Purtroppo registriamo anche presso i nostri uffici casi di contratti di affitto a canone concordato fasulli. Spesso l’affitto non è affatto calmierato e l’entità non rispetta le tabelle dei patti territoriali che danno diritto alle agevolazioni sull’Ici. Per questo il Sunia sollecita il Comune a controlli adeguati come stabilito nel Protocollo sottoscritto con le parti sociali lo scorso febbraio.

Le verifiche devono essere intensificate anche verso gli affitti in nero, un fenomeno ancora troppo frequente a Modena e che occulta all’Erario ingenti risorse. Per far emergere i canoni non dichiarati è importante l’utilizzo e l’incrocio fra le banche dati a disposizione dei Comuni comequelle dell’Ici, le banche dati delle dichiarazioni dei redditi, quelle del consumo delle utenze.

E se mancano le case per i più poveri smettiamola di dire che è per colpa degli extracomunitari. Se mancano risorse, bisogne recuperarle cominciando con una seria lotta all’evasione. Per l’inquilino, poi, il contratto in nero è perdita di diritti contrattuali, di detrazioni fiscali, e del contributo all’affitto.

Auspichiamo che il Protocollo d’intesa da poco operativo tra l’Agenzia delle Entrate e i Comuni sull’attività antievasione, possa dare buoni risultati sul piano della legalità e del recupero di risorse economiche considerato che il DL 203/2005 ha stabilito che spetterà ai Comuni il 30% di quanto incassato dall’Erario a seguito delle proprie segnalazioni di sospetta evasione.

I campi di collaborazione sono diversi tra cui, l’affitto in nero, leproprietà immobiliari non dichiarate, le residenze fittizie all’estero, la capacità di spesa superiore al reddito dichiarato, tutti elementi importanti per riportare trasparenza nel settore degli affitti.

(Antonietta Mencarelli, segretario sindacato inquilini Sunia Modena)