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In tremila al Modena al presidio sindacale anti crisi


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cgil_cisl_uilSi aspettavano un migliaio di partecipanti, ne sono arrivati oltre tremila. Ha superato le più ottimistiche previsioni il presidio organizzato stamattina da Cgil-Cisl-Uil di Modena per tutelare l’occupazione nelle crisi aziendali, dire no ai licenziamenti e chiedere la piena applicazione del patto regionale dell’8 maggio sottoscritto da tutte le parti sociali, a eccezione di Confindustria Emilia-Romagna. «Siamo molto soddisfatti per il successo dell’iniziativa, testimoniato dall’ampia partecipazione dei lavoratori», commentano i segretari provinciali di Cgil (Donato Pivanti), Cisl (Francesco Falcone) e Luigi Tollari (Uil). Il corteo sindacale si è radunato davanti alla sede di Confindustria Modena e si è diretto verso il palazzo che ospita la Provincia e la Prefettura. Pivanti, Falcone e Tollari hanno incontrato dapprima il presidente della Provincia Emilio Sabattini, accompagnato dagli assessori Palma Costi e Francesco Ori, successivamente il vice prefetto Mario Ventura, ai quali è stato consegnato il documento che contiene le valutazioni di Cgil-Cisl-Uil di Modena sulla crisi e sull’accodo regionale dell’8 maggio. Nel documento i sindacati confederali modenesi esprimono la netta contrarietà a comportamenti unilaterali delle imprese e chiedono di ricorrere il più possibile agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà ecc). Cgil-Cisl-Uil ribadiscono la necessità di raddoppiare la durata della cigo (da 52 a 104 settimane) e di aumentare l’indennità. Nell’incontro con Provincia e Prefettura, i segretari dei sindacati hanno sollevato anche il problema del difficile accesso al credito che rischia di far chiudere molte piccole imprese, con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro nel manifatturiero. A questo proposito Cgil-Cisl-Uil chiedono alle banche un atteggiamento di maggiore responsabilità e dicono sì alla moratoria sul debito delle imprese, invocata da più parti. I sindacati condividono anche la convocazione degli Stati generali sulla crisi, proposta dal presidente della Provincia Sabattini, per esaminare la situazione e individuare possibili soluzioni. Nei prossimi giorni Cgil-Cisl-Uil incontreranno le quattro fondazioni bancarie modenesi alle quali chiederanno l’istituzione di un fondo di garanzia per l’affitto per aiutare le famiglie in difficoltà e la disponibilità ad acquisire patrimonio edilizio per metterlo a disposizione delle persone meno abbienti. Infine i sindacati si apprestano al confronto con le nuove amministrazioni affinché i bilanci comunali 2010, di cui si comincia a discutere, non prevedano alcun aumento di tariffe, imposte e tasse locali.

Valutazioni sulla crisi e sull’accordo regionale

L’ampiezza e la profondità della crisi economica in atto richiede una azione su più fronti per limitarne gli effetti in termini di riduzione del reddito disponibile, diminuzione dei posti di lavoro e distruzione della capacità produttiva del paese. Questo chiama in causa in primo luogo l’azione dei governi nazionali e delle Istituzioni internazionali, ma nel caso dell’Italia occorre sottolineare l’insufficienza delle azioni del governo e la sottovalutazione delle ripercussioni della crisi sul sistema economico italiano e sulle condizioni di vita di lavoratori e famiglie.

Le regioni non di meno, sono anch’esse un punto importante di governo che possono e devono esercitare una azione positiva sull’economia e sull’occupazione, mobilitando e orientando risorse e comportamenti dell’insieme della società regionale: enti locali, imprese, parti sociali.

A partire da questa valutazione, CGIL CISL UIL di Modena esprimono un giudizio positivo sull’accordo sottoscritto da CGIL CISL UIL regionali con la regione Emilia Romagna che, oltre a definire il quadro di applicazione degli ammortizzatori sociali in deroga, secondo quanto previsto dalle norme vigenti, individua anche alcuni criteri condivisi per la gestione degli ammortizzatori ordinari e indica la necessità di nuove linee di politica economica e industriale.

Le confederazioni modenesi nel condividere la scelta di definire un accordo in cui si esprimesse un impegno di responsabilità comune finalizzato a realizzare “… un patto per attraversare la crisi, salvaguardando insieme capacità produttive e lavoro, occupazione e capacità professionali, sicurezza sociale anche per le condizioni dell’occupazione femminile, giovanile e dei migranti; per partecipare all’obiettivo, fondamentale per tutti, di individuare e promuovere concretamente scelte per rilanciare nuovo sviluppo, ancora più equo e solidale…” affermano che questo fondamentale obiettivo sarà realizzabile salvaguardando le competenze lavorative e la capacità produttiva presenti, mantenendo i lavoratori collegati al posto di lavoro e utilizzando la fase di attraversamento della crisi per riqualificare capitale sociale e sistema produttivo della nostra provincia.

In tale contesto si valuta positivamente l’accordo raggiunto e i contenuti che evidenziano :

• l’obiettivo di evitare i licenziamenti come principio generale per la gestione

dei vari tipi di ammortizzatori e di interventi, privilegiando gli strumenti come la CIGO e le forme di utilizzo (rotazione vs sospensione totale) che rispondono meglio al criterio di continuità del rapporto di lavoro, e in ogni caso con l’impegno delle imprese a rinunciare a procedure unilaterali di licenziamento collettivo ;

• la valorizzazione della contrattazione sindacale preliminare all’avvio delle procedure, ponendo il vincolo dell’accordo sindacale anche per tutte le procedure dei provvedimenti in deroga, estendendo quindi di fatto le procedure negoziali già previste per l’applicazione della L.223/91;

• la inclusione di tutte le figure di lavoratori, a termine, interinali, apprendisti, ecc. compresi i lavoratori soci di cooperative purché con contratto di lavoro dipendente;

• un esplicito impegno della Regione e delle parti sociali a favore dei lavoratori migranti che perdono il lavoro e che l’attuale normativa rende particolarmente esposti al rischio di scivolare nella condizione di irregolarità e di alimentare il lavoro nero;

Inoltre si rivendica nei confronti del governo l’impegno a:

1. finanziare gli interventi in deroga nella misura che risulterà necessaria;

2. provvedere all’allungamento del periodo di CIGO da 52 a 104 settimane e all’innalzamento dei massimali ;

3. adottare tutte le misure necessarie per una efficace tutela per i migranti che perdono il lavoro;

4. prevedere adeguate coperture per coloro che sono esclusi o marginalmente coperti dalle attuali normative ( ds, sostegno al reddito, etc. etc.)

In tale contesto, CGIL CISL UIL di Modena, apprezzano l’azione svolta dalla regione Emilia Romagna e gli impegni assunti dall’insieme delle associazioni economiche firmatarie, valutano negativamente la decisione assunta da Confindustria E.R. che, non firmando l’intesa, intende segnare il proprio dissenso con i contenuti e gli obiettivi della stessa in merito a fattori decisivi quali la negoziazione sindacale, la salvaguardia dell’occupazione, l’attivazione di tutte le risorse necessarie per rilanciare, innovare e qualificare l’apparato economico e produttivo regionale.

Una scelta sbagliata che non trova giustificazione, se non nella volontà di subordinare gli interessi generali e collettivi alla centralità dell’impresa. Una volontà che, se concretamente perseguita dall’associazione e dalle imprese attraverso l’adozione di procedure inaccettabili quali ricorso ai licenziamenti e alla mobilità, troverà una forte ed adeguata risposta dal sindacato e dall’insieme dei lavoratori.

La crisi richiede risposte diverse ed opposte ai fenomeni che l’hanno prodotta, individuando soluzioni inedite proprio perché a circa un anno dal manifestarsi dei suoi primi effetti , non si intravedono segnali tali da indurre a facili ottimismi o da far presagire, per il breve medio periodo, l’avvio di un processo di ripresa/rilancio della domanda e dell’occupazione.

A Modena tutti i settori produttivi, anche se in misura diversa, sono coinvolti dalla crisi o dalla contrazione dei mercati, da processi di cassa integrazione, sospensioni, riduzioni di orario di lavoro e, in diversi casi, da licenziamenti individuali. Migliaia infatti, sono i lavoratori in cassa integrazione, sospesi nelle aziende artigiane, del commercio o che operano nell’area della logistica e del facchinaggio, a cui si aggiungono circa tremila lavoratori edili non iscritti alla cassa edile.

Per la prima volta e dopo diversi anni il mercato del lavoro registra un aumento delle cessazioni a discapito delle assunzioni, una crescita significativa del numero dei disoccupati e dei lavoratori in mobilità, il mancato rinnovo del rapporto di lavoro, a gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici precarie, l’aumento del ricorso al lavoro nero ed illegale. Gravi appaiono i rischi di un’ulteriore espansione della presenza della malavita organizzata all’interno di un tessuto produttivo che non trova adeguato sostegno da parte degli istituti di credito.

Un quadro preoccupante, che può mettere a rischio la coesione sociale, reso ancora più evidente dalla dimensione delle casse integrazioni ordinarie, per molti in scadenza a partire dai prossimi mesi.

Scadenze che richiedono risposte alternative al licenziamento ed alla messa in mobilità, a partire dalla piena applicazione dell’accordo regionale e dalla indispensabile adozione da parte del governo di un provvedimento di legge che preveda il prolungamento a 104 settimane della cassa integrazione ordinaria.

Contrasto ai licenziamenti, piena applicazione degli ammortizzatori sociali e difesa del reddito rappresentano il punto irrinunciabile dell’azione sindacale, in piena continuità con le iniziative promosse in occasione di significative vertenze (IRIS, EMILCERAMICA ,TERIM) e con gli accordi realizzati in centinaia di imprese, in parte sostenute dalle intese raggiunte con EELL e istituti di credito in materia di anticipo della CIGS ed in deroga, sulla sospensione del pagamento dei mutui e sulle tariffe.

 

Per il perseguimento di questi obiettivi CGIL CISL UIL di Modena ritengono necessario attivarsi per:

• garantire il pieno rispetto dell’intesa da parte delle associazioni imprenditoriali firmatarie;

• denunciare l’atteggiamento di Confindustria Emilia Romagna e di Confindustria di Modena che, non sottoscrivendo il patto, vengono meno ad una specifica responsabilità sociale;

• contrastare ed impedire interventi unilaterali in materia di occupazione e licenziamenti collettivi;

• estendere a favore di precari e disoccupati gli interventi previsti dall’accordo provinciale con gli istituti di credito in materia di sospensione e posticipo del pagamento del mutuo;

• omogeneizzare a livello distrettuale gli interventi predisposti dagli enti locali in materia di sostegno al reddito, rette e tariffe;

• predisporre in accordo con gli enti locali, istituti di credito, fondazioni bancarie, interventi di garanzia per l’affitto, estendere il ricorso ad affitti a canone concordato, calmierarne il costo, ampliare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, accrescere l’edilizia sociale, contrastare il ricorso all’affitto in nero e combattere l’evasione fiscale. Particolare attenzione deve essere posta per gli sfratti per eccessiva morosità, fenomeno che a Modena è in continua e preoccupante ascesa e che investe sempre più persone e famiglie in difficoltà;

• richiedere alle istituzioni a tutti i livelli (EELL, Prefettura) di attivare tutte le verifiche ed i poteri in loro possesso affinché gli istituti di credito, in coerenza con quanto sottoscritto con governo e regione Emilia Romagna, siano coerentemente chiamati e coinvolti per la difesa e la qualificazione dell’apparato produttivo, garantendo alle imprese l’accesso al credito ed i flussi finanziari necessari per sostenere ricerca, innovazione, investimenti, pagamento di salari e stipendi, anticipi CIG o per il pagamento dei propri fornitori;

• rendere operativo l’accordo stipulato con la provincia di Modena e le categorie datoriali in merito a mercato del lavoro e formazione, con l’obiettivo di favorire la ricollocazione nel lavoro dei disoccupati e dei lavoratori posti in cassa integrazione;

• richiedere alle istituzioni modenesi la predisposizione di uno specifico osservatorio per il monitoraggio e lo studio dei processi economici in atto, dei comportamenti assunti dalle imprese all’interno dei processi di globalizzazione, della presenza dei “fondi privati” all’interno delle nostre realtà produttive, delle strategie che ne caratterizzano l’azione

• definire linee guida per lo sviluppo della concertazione/contrattazione territoriale sullo sviluppo e sul welfare territoriale, sulla fiscalità locale, sui prezzi e sulle tariffe dei servizi pubblici.

CGIL CISL UIL di Modena sulla base di questo documento promuovono una campagna di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e nel territorio e predisporranno, tutte le iniziative utili ad impedire i licenziamenti ed a garantire in tutti i luoghi di lavoro coinvolti dalla crisi, l’applicazione del patto regionale sugli ammortizzatori sociali.