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La figura e la passione civile e sociale di Don Artemio Zanni attraverso una serie di proiezioni audiovisive


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CasaNostraFelinaLa figura e la passione civile e sociale di Don Artemio Zanni, fondatore nell’immediato dopoguerra de la “Casa Nostra” di Felina rivivono attraverso una serie di proiezioni audiovisive proposte dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e da ReLabTv nell’ambito del Progetto Osservatorio Reggio Emilia.

L’incontro che ripone il ruolo e l’azione di questo “parroco di campagna” si terrà martedì 21 luglio alle ore 18.00 presso la Mediateca della Biblioteca Universitaria di Reggio Emilia al Complesso ex Caserma Zucchi (viale Allegri 9). L’appuntamento sarà introdotto dal prof. Vanni Codeluppi e dal dott. Paolo Simoni dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e vedrà la partecipazione dello storico prof. Alberto Melloni dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e del regista Giuseppe Baresi.

“Tra le scoperte più interessanti del Progetto Osservatorio Reggio Emilia, – spiega il dott. Paolo Simoni del Dipartimento di Scienze Sociali Cognitive e Qualitative dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – i film di Don Artemio Zanni presentano la caratteristica più unica che rara di ritrarre un’intera comunità nel corso del tempo”.

Al centro dei vari spezzoni proposti nel corso di questo appuntamento la “Casa Nostra”, il luogo di accoglienza per orfani e bambini disagiati che Don Zanni fondò subito dopo la guerra e gestì nei decenni successivi, con il coinvolgimento degli abitanti del luogo. Il materiale dell’archivio del sacerdote raccoglie oltre ai film 16mm 8mm e super8, fotografie, documenti, diari, memorie scritte.

Attorno a questo prezioso e inedito materiale, il Progetto Osservatorio di Reggio Emilia si propone di raccogliere attraverso interviste a chi conobbe e frequentò Don Zanni, scomparso quasi 20 anni fa, testimonianze utili a precisare meglio l’opera sociale di questo parroco. “Il suo impegno sociale – aggiunge il dott. Paolo Simoni – è riconosciuto da tutti, ma sta scomparendo la memoria su un personaggio pubblico rappresentativo di un’Italia minore, periferica, poco raccontata”.

La ricchezza dei materiali ha imposto ai responsabili del progetto Osservatorio Reggio Emilia la necessità di pensare a una serie di iniziative per studiare e valorizzare l’Archivio Zanni, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private. Per ricostruire il contesto culturale politico e religioso attraverso un’attenta analisi storica e per rielaborare il materiale raccolto in una narrazione cinematografica.

Il 31 luglio, poi, a Fellina si terrà una serata con proiezione dei film di Don Zanni, per coinvolgere fin da ora la popolazione locale nel processo di rievocazione del passato della comunità, come prima iniziativa, a cui seguirà la Summer School di settembre.

Con il Progetto Osservatorio Reggio Emilia sono state raccolte nei mesi scorsi oltre mille pellicole nei formati 8mm Super8 16mm, testimonianze preziose sulla vita degli abitanti della città e del territorio di Reggio Emilia. Settanta fondi filmici privati raccolti, per un totale di 150 ore. A partire da questi materiali audiovisivi inediti, sono in corso di realizzazione varie attività scientifiche, culturali e artistiche.

Osservatorio Reggio Emilia è un progetto del Dipartimento di Scienze Sociali Cognitive e Quantitative dell’Università di Modena e Reggio Emilia sostenuto da Fondazione Manodori, Comune di Reggio Emilia e CCPL – Gruppo industriale cooperativo.

Don Artemio Zanni

Nato nel 1914, dal 1942 al 1945 è cappellano militare; dopo l’8 settembre 1943, pur potendo rientrare a casa, segue volontariamente, nella prigionia in Germania, i suoi 5.000 soldati del presidio interforze di Pola. Nel dicembre del 1945 gli viene affidata la parrocchia di Felina, dove rimane per tutto il resto della sua vita. A Felina fonda “Casa nostra”. Nel 1969 decide un viaggio in India dove si impegna per erigere un ospedale per lebbrosi, il Vimala Dermatological Centre. Muore il 23 gennaio 1990.

Per informazioni consultare l’Osservatorio di Reggio Emilia, oppure scrivere una e-mail.