Home Cronaca Tunisino finisce in manette per aver umiliato e maltrattato la moglie

Tunisino finisce in manette per aver umiliato e maltrattato la moglie


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polizia_4La Squadra Mobile della Questura di Modena ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Modena, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica dott. G. B. Tibis, a carico di B.N.B.M., cittadino tunisino 45enne, per i reati di cui agli artt. 572 e 582 c.p., per aver maltrattato la coniuge, sottoponendola a trattamenti umilianti, quali tollerare la presenza di plurime relazioni extraconiugali, ostentandole, nonchè percuotendola in diversi tempi e in diverse occasioni, al fine di farle abbandonare unitamente ai suoi cinque figli minori, il tetto coniugale. Inoltre per aver cagionato alla donna lesioni gravi.

La vicenda nasce da un’indagine complessa della Squadra Mobile, che ha dovuto ricostruire tutti gli episodi di maltrattamento in famiglia operati dal soggetto arrestato, in un arco temporale che va dal settembre 2007 al maggio 2009, fatti tutti avvenuti a Modena. Già il Tribunale dei Minorenni di Bologna, sulla base di dettagliate relazioni del servizio sociale di Modena, aveva disposto nel marzo 2009 l’allontanamento dall’abitazione familiare del coniuge violento, con obbligo di non avvicinarsi alla moglie e ai luoghi da questa frequentati.

E’ nota l’attenzione della Polizia di Stato per i reati di violenza in danno delle donne. Particolare è la condizione delle donne straniere in Italia vittime di violenza domestica. Non è giustificabile in alcun modo la circostanza che il coniuge violento sia portatore di cultura, religione e valori differenti da quelli italiani e non può certamente influire sotto il profilo della gravità del reato. Al riguardo, la giurisprudenza italiana maggioritaria e quella modenese, in particolare, ha da sempre sostenuto la tesi che dev’essere riaffermato il principio, sancito dall’art. 3 c.p., dell’obbligatorietà della legge penale, per cui tutti coloro che, cittadini o stranieri, si trovano nel territorio dello Stato sono tenuti ad osservarla. La rilevanza della disciplina e le ragioni di carattere generale su cui si fonda escludono che possa esservi apportata qualsiasi deroga non espressamente prevista dal diritto pubblico interno o dal diritto internazionale e implicano che le tradizioni etico-sociali di coloro che sono presenti nel territorio dello Stato, di natura essenzialmente consuetudinaria benché nel complesso di indiscusso valore culturale, possano essere praticate solo fuori dall’ambito di operatività della norma penale. Il principio assume particolare valore morale e sociale allorché come nella specie la tutela penale riguardi materie di rilevanza costituzionale, come la famiglia, che la legge fondamentale dello Stato riconosce quale società naturale, ordinata sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi (art. 29 Cost.), uguaglianza che costituisce, pertanto, un valore garantito, in quanto inserito in un ordinamento incentrato sulla dignità della persona umana e sul rispetto e la garanzia dei diritti insopprimibili a lei spettanti. Denunciare gli eventi di violenza domestica significa avere la consapevolezza che maltrattare il proprio coniuge ed i propri figli è reato e che non è accettabile convivere con tale situazione.