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Incendi: da sabato 25 servizio avvistamento


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incendi-boschiviDa sabato 25 luglio sarà pienamente operativo sull’Appennino modenese il servizio di avvistamento per la prevenzione degli incendi boschivi che si svolge tutti i fine settimana fino al 13 settembre. Siamo nella fase di “grave pericolosità” dichiarata dalla Regione fino al 26 agosto (mercoledì 29 luglio la pubblicazione sul bollettino ufficiale) come periodo di maggior rischio a causa delle condizioni climatiche, della vegetazione secca e della disattenzione di agricoltori e turisti.

«Raccomandiamo la massima cautela a tutti – afferma l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari – ma soprattutto a chi frequenta le zone montane dove basta davvero poco per provocare un incendio. Grazie anche all’attenzione della popolazione, negli ultimi anni non abbiamo registrato eventi particolarmente gravi, ma abbiamo comunque potenziato la vigilanza che quest’anno vedrà oltre 200 volontari, che ringraziamo, impegnati nelle operazioni anti incendi boschivi». Il servizio è coordinato dalla protezione civile della Provincia di Modena in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, la Consulta provinciale del volontariato per la protezione civile e le Guardie ecologiche volontarie. Per le segnalazioni di avvistamenti di un incendio sono attivi 24 ore su 24 i numeri telefonici 1515 della Forestale e 115 dei Vigili del Fuoco: è importante fornire informazioni precise rispetto alla localizzazione. Lo scorso anno gli incendi nel periodo estivo sono stati una ventina, come l’anno precedente, con circa quattro ettari di superficie boschiva distrutta dalle fiamme. Nel 2007 bruciarono quasi 11 ettari di bosco, la stessa superficie del 2006 quando si verificarono però solo cinque incendi. Dal 2003 a oggi gli ettari di terreno bruciati sono una cinquantina. Oltre alle favorevoli condizioni climatiche e alla vegetazione secca, tra le cause più ricorrenti c’è la disattenzione di agricoltori e turisti: dai mozziconi di sigaretta abbandonati ancora accesi alle marmitte calde a contatto con sterpaglie secche, fino dall’eliminazione con il fuoco di residui vegetali. Per chi causa un incendio è prevista la reclusione da quattro a dieci anni in caso di dolo, da uno a cinque anni in caso di colpa. In caso di incendio boschivo la responsabilità dell’intervento di spegnimento è del Corpo forestale dello Stato; se ci sono rischi per persone ed edifici, la direzione delle operazioni passa ai Vigili del fuoco.

Sette punti fissi più le squadre mobili

Sette punti fissi di avvistamento ad alta quota, per tenere sotto controllo ampie zone di territorio, e un servizio mobile di vigilanza con squadre che terranno monitorate le aree più a rischio di incendio. Ogni gruppo sarà attrezzato, oltre che per la vigilanza, per gli interventi di soccorso e spegnimento degli incendi. Sono le caratteristiche del servizio di vigilanza operativo da sabato 25 luglio in Appennino e che rappresenta « attività fondamentale di prevenzione perché permette, in caso di necessità, di far intervenire gli addetti allo spegnimento in tempi molto stretti, elemento indispensabile per circoscrivere il più possibile i danni» sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente, ricordando che saranno circa 200 i volontari impegnati nelle cosiddette operazioni Aib (Anti incendi boschivi), alcune decine dei quali abilitati nei corsi che si sono svolti tra maggio e giugno. Alcuni di loro parteciperanno anche alle campagne di vigilanza sugli incendi che si svolgono in Abruzzo e in Sicilia. I punti di avvistamento in Appennino sono: monte Calvanella per la zona di Sestola e Fanano, monte Cantiere a Lama Mocogno, il Sasso della Croce a Guiglia, il monte Nuda a Pievepelago, il monte Ravaglia a Serramazzoni, la Torre di Gaiato a Pavullo e il monte Pizzicano a Serramazzoni. Ogni squadra, attiva dalle 14 alle 19, è dotata di binocolo, bussola, cartina tipografica, radio portatile ed è collegamento con la sala operativa provinciale, mentre le squadre mobili sono dotate di Gps per la rapida localizzazione del punto segnalato. Gli automezzi sono contrassegnati dalla scritta “Servizio avvistamento incendi boschivi”.

I comportamenti da evitare e le sanzioni

Sette punti fissi di avvistamento ad alta quota, per tenere sotto controllo ampie zone di territorio, e un servizio mobile di vigilanza con squadre che terranno monitorate le aree più a rischio di incendio. Ogni gruppo sarà attrezzato, oltre che per la vigilanza, per gli interventi di soccorso e spegnimento degli incendi. Sono le caratteristiche del servizio di vigilanza operativo da sabato 25 luglio in Appennino e che rappresenta « attività fondamentale di prevenzione perché permette, in caso di necessità, di far intervenire gli addetti allo spegnimento in tempi molto stretti, elemento indispensabile per circoscrivere il più possibile i danni» sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente, ricordando che saranno circa 200 i volontari impegnati nelle cosiddette operazioni Aib (Anti incendi boschivi), alcune decine dei quali abilitati nei corsi che si sono svolti tra maggio e giugno. Alcuni di loro parteciperanno anche alle campagne di vigilanza sugli incendi che si svolgono in Abruzzo e in Sicilia. I punti di avvistamento in Appennino sono: monte Calvanella per la zona di Sestola e Fanano, monte Cantiere a Lama Mocogno, il Sasso della Croce a Guiglia, il monte Nuda a Pievepelago, il monte Ravaglia a Serramazzoni, la Torre di Gaiato a Pavullo e il monte Pizzicano a Serramazzoni. Ogni squadra, attiva dalle 14 alle 19, è dotata di binocolo, bussola, cartina tipografica, radio portatile ed è collegamento con la sala operativa provinciale, mentre le squadre mobili sono dotate di Gps per la rapida localizzazione del punto segnalato. Gli automezzi sono contrassegnati dalla scritta “Servizio avvistamento incendi boschivi”.