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Reato di clandestinità, sanatoria di colf e badanti e pene più dure: via alle nuove regole per gli immigrati


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Entra in vigore oggi la legge 94/2009, ovvero il più recente apporto al ‘pacchetto sicurezza’, che introduce nuove regole per gli immigrati extracomunitari in Italia: la principale novità è la nascita del reato di clandestinità, viene poi aumentato a sei mesi il tempo massimo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Con il reato di clandestinità diventeranno più efficaci i provvedimenti di espulsione, dato che una direttiva Ue del dicembre scorso obbliga al riaccompagnamento coatto dei cladestini solo quando vi sia un reato a suo carico, altrimenti gli si può unicamente consegnare un foglio di via facilmente eludibile.I clandestini vengono sanzionati con ammenda da 5mila a 10mila euro e in caso di recidiva, se cioè tornano clandestinamente in Italia, possono essere condannati da un minimo di un anno a d un massimo di quattro anni di carcere. Giro di vite anche per gli italiani, dato che chi affitta immobili o parti di essi a clandestini per ottenerne un “ingiusto profitto” rischia fino a tre anni di reclusione. Nella stessa logica si inaspriscono le pene per gli ‘scafisti’, fino a 15mila euro di multa e fino a cinque anni di reclusione. La nuova normativa rende poi oneroso ottenere il permesso di soggiorno, richiederlo comporterà un pagamento sulla cui entità, da 80 a 200 euro, si attende l’indicazione del ministero dell’Economia. Tassata anche la richiesta di cittadinanza italiana per gli exracomunitari che sposano un cittadino italiano: l’importo è di 200 euro e la richiesta non potra’ essere presentata prima che trascorrano tre anni dal matrimonio. Sarà inoltre obbligatorio superare un test di conoscenza dell’italiano per ottenere un permesso di lungo soggiorno. Più che un ostacolo una ‘spinta’ all’integrazione. A tutela dei minori extracomunitari va invece la revoca della patria potestà per chi sfrutta un figlio obbligandolo all’accattonaggio. A tutela dell’immigrazione ‘intellettuale’ vi è poi la garanzia per i giovani che hanno ottenuto un dottorato o un master di secondo livello di poter restare in Italia per un anno dopo la scadenza del permesso di soggiorno, in modo che abbiano il tempo di cercare un lavoro. Ampio il capitolo che riguarda specificamente colf e badanti. Anche in questo caso bisogna mettere mano al portafoglio ma a farlo dovranno essere i datori di lavoro: pagando 500 euro, non deducibili dalle imposte, è possibile regolarizzare quanti adempiono queste funzioni privi di permesso di soggiorno. La novità è stata introdotta già da mercoledì con la legge anticrisi e dall’1 al 30 settembre, non oltre, dovranno essere presentate le domande di regolarizzazione. Le modalità per versare i 500 euro saranno fissate dal ministero del Welfare. Secondo la relazione tecnica che accompagna la norma, la regolarizzazione dovrebbe coinvolgere circa 130mila cittadini comunitari presenti in Italia e circa 170mila extracomunitari, con maggiori entrate contributive per 1,3 miliardi di euro fra il 2009 ed il 2012. Gli incassi in più dell’anno in corso e del prossimo saranno destinati agli interventi post terremoto in Abruzzo. A presentare la domanda, la cosiddetta “dichiarazione di emersione” potranno essere solo cittadini italiani, in pratica i datori di lavoro, e solo se con un redditto annuo non minore di 20mila euro se in casa c’è una sola persona che guadagna, non inferiore ai 25 mila euro se i percettori di reddito sono due o più. Fissato anche un tetto delle persone regolarizzabili per famiglia: una in caso si tratti di una colf, due se sono badanti che accudiscono persone la cui autosufficienza è limitata da malattie o handicap. Quanto ai requisiti di colf e badanti per essere ammesse alla regolarizzazione, bisogna che svolgano le loro mansioni almeno dall’1 aprile di quest’anno. La regolarizzazione non sarà concessa a quanti siano stati precedentemente espulsi per ragioni di ordine pubblico o di sicurezza o terrorismo, né a quanti siano stati condannati per reati che prevedano l’arresto in flagranza, anche se la condanna è solo in primo grado. Maglie più larghe per quanti siano stati precedente espulsi perché senza un titolo valido di soggiorno, ovvero per mancanza del permesso o per il suo essere scaduto. Tutti questi soggetti potranno essere regolarizzati. Per le domande già presentate in osservanza del Decreto flussi 2007/2008 vi è la decadenza automatica e la possibilità di presentare una nuova domanda. In ogni caso, a domanda presentata, non potrenno essere comminati provvedimenti di espulsione, in attesa del completamento dell’iter. Pene severe, infine, per chi presenterà domande di regolarizzazione con false dichiarazioni, falsificazione o contraffazione di documenti allegati: il rischio è di essere condanati da uno a sei anni di reclusione.

 

Fonte: Adnkronos