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Spetta alla Lombardia il primato per i redditi più consistenti, 3a l’Emilia Romagna


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denaro1Il dato emerge dall’analisi condotta dall’Ancot, Associazione Nazionale Consulenti Tributari, sulle anticipazioni dei dati diffusa dal Dipartimento delle Finanze relative alle statistiche sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2008 e quindi riferite ai redditi del 2007. L’analisi permette di analizzare la distribuzione dei redditi in Italia.Il reddito complessivo indicato dalle persone fisiche nella dichiarazione dei redditi presentata nel 2008 era pari a 770.054.918.000 euro corrispondente ad una media per ciascun contribuente pari a 18.890 euro. Dalla disaggregazione regionale emerge che in Lombardia la media dei redditi delle persone fisiche è pari a 22.460 euro mentre al secondo posto figura il Lazio con 21.130 euro e al terzo posto l’Emilia Romagna con una media di 20.450 euro.

Tra le regioni che hanno una media superiore a quella nazionale figurano: Piemonte con 20.030 euro, Valle d’Aosta 19.900 euro, Liguria 19.880 euro, Veneto 19.580 euro, Trentino Alto Adige 19.480 euro, Friuli Venezia Giulia 19.360 euro e Toscana 19.360 euro.

Le regioni dove la media dei redditi è al di sotto del dato nazionale sono: Umbria 17.820 euro, Marche 17.460 euro, Sardegna 16.200 euro, Abruzzo 15.920 euro, Campania 15.850 euro, Sicilia 15.160 euro, Puglia 14.770 euro, Molise 14.390 euro, Basilicata 14.180 euro e Calabria 13.410 euro.

“I dati – ha detto il presidente dell’Associazione, Arvedo Marinelli – si riferiscono ad una situazione precedente alla crisi che sta ancora interessando anche il nostro Paese. Nel 2007, lo ricordiamo, l’Italia continua nella sua crescita: in tutto il territorio e il Pil regionale ha registrato un aumento rispetto al 2006 confermando un progressivo incremento dell’andamento dell’economia dell’intera Nazione. Una situazione – ha aggiunto Marinelli – che può mutare a seguito della crisi, ma che permette comunque di individuare in quali aree i redditi medi sono più elevati e quali sono, nel contempo, le zone del Paese dove sono più bassi e di conseguenza operare per attenuare le differenze che invece col tempo si accrescono creando disagi e disuguaglianze”.