In merito alla vicenda della bambina morta di tumore cerebrale, l’Azienda USL di Bologna ribadisce il proprio cordoglio e la vicinanza alla famiglia e conferma il forte interesse a comprendere quanto accaduto, verificando contestualmente l’efficacia delle scelte sui percorsi clinici intrapresi. Sin dall’avvio delle indagini l’Azienda, con la massima solerzia e disponibilità, si è messa a disposizione della Magistratura le cui verifiche e accertamenti, tuttora in corso, concorreranno a far luce su questa lunga e dolorosa vicenda.Dai primi riscontri effettuati dalla direzione aziendale risulta che la bambina è stata indirizzata, circa quattro anni fa, alla verifica specialistica otorinolaringoiatrica, oculistica e neuropsichiatrica infantile, su richiesta della pediatra di famiglia, a seguito di cefalea aspecifica e disturbi del comportamento. Risulta altresì tempestiva la presa in carico della piccola, con le garanzie di tutte le visite specialistiche e degli esami appropriati rispetto al quadro clinico del momento. L’esito degli esami eseguiti, e delle attente e approfondite valutazioni, ha fatto escludere, allora, possibili patologie organiche.
Difficile per l’Azienda, oggi, stabilire se a quell’epoca tali manifestazioni fossero riferibili alla esistenza di una patologia tumorale, tanto più in considerazione della particolare aggressività e rapidità di sviluppo di alcune forme neoplastiche del cervello.
Dopo gli esami e le visite specialistiche risulta che la piccola sia stata periodicamente seguita per i controlli ordinari previsti in età pediatrica, che non hanno fatto emergere elementi che potessero indirizzare ad un sospetto diagnostico per una patologia così grave.
Dal momento dell’arrivo al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, e della diagnosi di tumore cerebrale, nell’ottobre dello scorso anno, l’Azienda ha posto in essere con tempestività tutte le misure diagnostico-terapeutiche possibili.