Home Reggio Emilia La stagione 2009-2010 Teatro Herberia e Mistero buffo con Paolo Rossi

La stagione 2009-2010 Teatro Herberia e Mistero buffo con Paolo Rossi


# ora in onda #
...............




paolo rossi_3Al via una nuova stagione ideata dalla Corte Ospitale di Rubiera, sotto la guida di Walter Zambaldi. Grazie alle relazioni avviate nel corso di questi mesi di lavoro, la nuova stagione si configura come ricca di sorprese e conferme.Nel 2010 La Corte Ospitale, a seguito di un accordo di collaborazione artistica con l’attore, autore e regista Paolo Rossi (“avevo bisogno di un luogo e avevo bisogno di persone che fossero in perfetta sintonia con i miei intenti: – dice Paolo Rossi -, li ho trovati nella Corte Ospitale”), produrrà Mistero buffo. In scena lo stesso Paolo Rossi, designato da Dario Fo come l’unico possibile erede in grado di re-interpretare quello che è stato un capolavoro assoluto del teatro italiano, con la supervisione artistica dello stesso Dario Fo, proporrà al pubblico il suo Mistero buffo, in una versione attualizzata, pur nel rispetto della tradizione. Lo spettacolo sarà in tournée a partire da marzo 2010.

A Rubiera, al Teatro Herberia, sarà programmato in matinée per le scuole superiori nel mese di aprile (in date da definire), per dare la possibilità al pubblico dei giovani di assistere a questo pezzo di storia del teatro italiano.

Grazie ad un accordo di collaborazione produttiva stretto nel 2008 con Giuliana Musso, autrice e interprete di due grandi monologhi, Nati in casa e Sexmachine, La Corte Ospitale ha prodotto il suo nuovo spettacolo, Tanti saluti, un progetto di teatro civile clownesco sul tema del morire che ha debuttato al Teatro Herberia di Rubiera il 17 ottobre 2008. Lo spettacolo è stato realizzato anche con il sostegno di Opera Estate Festival di Bassano del Grappa e del Festival di Andria. A partire dall’estate del 2008 La Corte Ospitale ha inoltre in gestione la distribuzione di tutto il repertorio di Giuliana Musso: “oltre a Tanti saluti – dice Walter Zambaldi -, anche Sexmachine e Nati in casa contribuiscono a far circuitare in Italia il nome del nostro centro come luogo di produzione teatrale attento alla drammaturgia contemporanea, vocato alla sperimentazione e alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi volti a veicolare messaggi che parlino della nostra contemporaneità; siamo orgogliosi di questa collaborazione, che porterà nel corso del 2010 alla nascita di un nuovo progetto produttivo che vedrà la Musso nuovamente protagonista del processo artistico”.

La trilogia di Giuliana Musso ha girato in moltissime piazze italiane nella stagione passata, dal Friuli Venezia Giulia, alla Puglia, dal Veneto alla Sardegna; altrettante repliche sono in programma per la stagione che viene: i tre spettacoli saranno infatti nei cartelloni del Piccolo Eliseo di Roma, nella stagione di Bari, Rimini, Pisa, Spoleto, Genova, tra gli altri.

“In un momento storico ed economico in cui le compagnie di giro faticano sempre più a trovare un loro mercato – aggiunge Walter Zambaldi -, siamo di fronte ad un’artista che è riconosciuta dagli operatori, dai critici, ma soprattutto dal pubblico, come una delle protagoniste della scena teatrale contemporanea, e questo per La Corte Ospitale è un grande risultato”.

A livello residenziale, altra peculiarità della Corte Ospitale su cui le scelte artistiche di questi ultimi anni hanno inteso investire molta parte delle energie e delle risorse economiche, attraverserà tutto la stagione il progetto Forever Young? nato nell’estate del 2009, un contenitore nel quale La Corte Ospitale comprende una selezione delle giovani compagnie tra le più interessanti e innovative del panorama nazionale, offrendo loro una possibilità concreta di realizzazione di progetti e spettacoli. Grazie al suo sostegno produttivo, organizzativo e logistico, La Corte Ospitale offre a queste giovani compagnie la possibilità di ricercare e sperimentare nuovi linguaggi espressivi.

La Corte Ospitale si conferma pertanto come fucina creativa sempre attiva, luogo in cui nascono gli spettacoli, crescono e si perfezionano. Un luogo in cui gli artisti trovano una casa, una sala prove, un teatro, un confronto. E a conclusione del processo creativo, che può durare qualche settimana come qualche mese, le compagnie troveranno il confronto più grande, quello con il pubblico, in una non-stop di spettacoli e performance programmata per l’estate 2010.

L’esito di questa esperienza verrà raccolto in un volume dove verranno pubblicati i testi, le drammaturgie e le testimonianze degli artisti coinvolti, per mantenere una traccia di questo innovativo percorso di sperimentazione.

La stagione 2009-2010 del Teatro Herberia, organizzata e promossa dalla Corte Ospitale, prende il via il 2 ottobre 2009 con Canzoni impopolari, il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini: quattro musicisti in scena, insieme a Celestini, raccontano questa nostra Italia in musica: “non so se si tratta di storie cantate o di canzoni dette in musica, così come non saprei se il teatro che faccio da dieci anni sia fatto di personaggi raccontati o di azioni senza spettacolo”, Ascanio Celestini.

La stagione prosegue con Carrozze di III classe in coda, storie e musiche erranti di viaggiatori fuori campo. I Modena City Ramblers in scena, insieme a Bruno Cappagli, raccontano la loro storia, la storia del nostro paese e del mondo in cui viviamo.

A novembre Eleonora Danco, una delle autrici e interpreti più in vista della scena nazionale, presenta Me vojo sarvà e Nessuno ci guarda, due atti unici in slang romano in cui racconta di diverse umanità: una ragazza matta alla fermata dell’autobus, un uomo imbottigliato nel traffico, l’addio di una coppia. Di lei dice il critico Marco Lodoli: “Un vero talento, i suoi monologhi fanno ridere e fanno male, sono crudi e struggenti, è un’artista capace di raccontare con rabbia e poesia tutta l’infelicità delle nostre periferie”.

Altra presenza femminile della stagione è appunto Giuliana Musso di cui proponiamo l’intera trilogia: Nati in casa a novembre, Sexmachine a gennaio 2010 e Tanti saluti a marzo 2010.

“Siamo lieti di presentare questi tre spettacoli di nuovo a Rubiera – dice Walter Zambaldi -, per offrire al nostro pubblico l’opportunità di vedere o rivedere questi piccoli capolavori del teatro di narrazione. Noi lo percepiamo come un ritorno a casa dopo una stagione, quella passata, in cui la compagnia, alla guida Giuliana Musso, ha girato in moltissime piazze italiane”.

A dicembre il regista Massimo Castri presenta La Presidentessa di Hennequin: uno spettacolo di vaudeville, una divertente commedia degli equivoci interpretata da un affiatato gruppo di giovani attori che hanno partecipato al corso di alta formazione teatrale da lui diretto. Le prove dello spettacolo si sono svolte alla Corte Ospitale di Rubiera tra febbraio e giugno 2009.

A febbraio 2010, Giuseppe Battiston, attore di cinema e teatro, presenta Orson Welles’ Roast: la vita, le scelte, lo stile inconfondibile di Orson Welles, celebre regista, attore e sceneggiatore statunitense, prendono vita e corpo in questo spettacolo.

Sempre a febbraio Paolo Rossi presenta Studio per la povera gente: alla guida di un gruppo di giovani attori, e sul palcoscenico in mezzo a loro, Rossi mette in scena la nostra contemporaneità, partendo dall’ispirazione drammaturgica che gli è offerta da El nost Milan di Carlo Bertolazzi.

Il 2 aprile la Compagnia BabyGang presenta Casa di Bernarda, da La Casa di Bernarda Alba di Garcia Lorca nella rivisitazione di Carolina De La Calle Casanova che coinvolge in scena insieme agli attori della compagnia i musicisti della Banda Fonomeccanica.

L’11 aprile Serena Sinigaglia, giovane e riconosciuta regista della compagnia A.T.I.R di Milano, presenta la trasposizione scenica del romanzo di Nadine Gordimer, L’aggancio: una storia d’amore e di emigrazione, la messa in scena teatrale della nostra condizione di stranieri nel mondo.

Chiude la stagione, a fine aprile, il reading del romanzo di Carlo D’Amicis La guerra dei cafoni, interpretato da Sergio Rubini accompagnato alle percussioni da Armando Sciommeri.

I biglietti vanno da 8€ a 14€; è possibile acquistare carnet a 6 o a 10 spettacoli a prezzo scontato. Prenotazioni a partire da venerdì 18 settembre 2009 presso gli uffici de La Corte Ospitale, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13. Prevendita online su VivaTicket.

Il Mistero buffo di Paolo Rossi

La Corte Ospitale di Rubiera e la Compagnia del Teatro Popolare, fondata da Paolo Rossi, uniscono energie e risorse per la produzione del Mistero buffo: il capolavoro assoluto di Dario Fo, a seguito di un simbolico passaggio del testimone tra grandi maestri del teatro (Dario Fo ha riconosciuto in Paolo Rossi l’unico interprete in Italia in grado di ricevere questa eredità e di proporre al pubblico un nuovo Mistero buffo, nel rispetto della tradizione, con la stessa carica dissacrante e irriverente, ma nello stesso tempo attualizzato nei contenuti), sarà interpretato da Paolo Rossi, con la consulenza artistica e la supervisione di Dario Fo. Lo spettacolo, a seguito di un processo produttivo che prevederà diverse fasi di avvicinamento alla versione definitiva (il debutto è previsto per la fine di marzo 2010), sarà in tournée a partire dal 2010. A Rubiera, al Teatro Herberia, è in previsione una settimana di repliche riservate al pubblico delle scuole superiori e programmate per il mese di aprile 2010. E’ questa un’opportunità preziosa per i ragazzi di assistere alla messa in scena di un pezzo di storia del teatro italiano. Dario Fo, con Mistero buffo, ha ricreato a modo suo quel mondo perduto attualizzando la figura del giullare, interprete dei malumori del popolo verso chi detiene il potere. E ha riletto in chiave buffonesca i misteri religiosi rovesciando il punto di vista di chi ascolta e denunciando le mistificazioni di avvenimenti storici e letterari che si sono succedute nel corso dei secoli. Rappresentato per la prima volta nel 1969, e con più di cinquemila allestimenti in tutto il mondo, Mistero buffo ha condotto Fo al Premio Nobel per la Letteratura. È un testo mai datato, capace ancora oggi di testimoniare quella sotterranea coscienza civile che si rigenera nel riso liberatorio e nell’irriverenza del comico: e questa è esattamente la cifra stilistica dell’artista Paolo Rossi.