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Politiche abitative: Modena recepisce la legge regionale


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progetta_casaIl Consiglio comunale di Modena ha approvato una delibera che mette in atto la nuova legge regionale sulle politiche abitative, legge numero 6 del 6 luglio 2009. L’atto, presentato in aula dall’assessore all’Urbanistica Daniele Sitta, si intitola “Norme per la qualificazione del patrimonio urbanistico abitativo. Provvedimenti attuativi di competenza comunale ai sensi dell’articolo 55 della legge regionale”. Hanno votato a favore la maggioranza (Pd e Sinistra per Modena), astenuta Italia dei Valori, contrari Modena a cinque stelle, Pdl, Lega. Gli emendamenti alla delibera presentati dal consigliere Vittorio Ballestrazzi della lista Modena a cinque stelle, che proponevano ulteriori limitazioni alle possibilità edificatorie, sono stati invece respinti (a favore il proponente, astenuti Italia dei Valori e Pdl, contrari gli altri presenti).

Così l’assessore Sitta ha presentato la delibera: “si tratta di un atto importante sul tema della casa. La delibera fa riferimento al titolo terzo della nuova legge regionale, che dà attuazione all’intesa Stato-Enti locali per il Piano casa. Questo Piano casa – ha detto l’assessore – non è teso a soddisfare il bisogno abitativo dei cittadini e delle fasce medio-basse. A questo scopo è indirizzata tutto lo sforzo degli enti locali con l’Acer, Azienda casa Emilia-Romagna. Il diritto alla casa per tutte le famiglie è un obiettivo che perseguiamo. Gli alloggi di edilizia convenzionata oggi non si costruiscono con finanziamenti statali, nonostante una legge del Governo Prodi che aveva cercato di arginare questo deficit di edilizia popolare stanziando 550 milioni di euro, risorse assegnate ad Acer e alle altre aziende casa regionali. Per l’Emilia Romagna erano stati stanziati 32 milioni per realizzare circa 250 alloggi, ma questo percorso – ha sottolineato Sitta – si è interrotto con il nuovo Governo”.

Sitta ha poi ripercorso l’iter del Piano casa presentato dal Governo: “la bozza presentata un anno fa – ha detto – ha provocato la ribellione degli enti locali, perché avrebbe consentito di ampliare edifici in deroga a norme dei comuni, in una sorta di condono preventivo. Per fortuna – ha affermato l’assessore – si è arrivati il 1 aprile 2009 a un accordo che limita le possibilità di intervento e soprattutto individua soluzioni normative per velocizzare i tempi di approvazione dei progetti”.

Il provvedimento regionale ha una durata a termine e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2010. Limita gli ampliamenti di dimensione agli edifici fino a 350 metri quadrati, con una possibilità di aumento di non oltre 70 metri quadrati, cioè il 20 per cento. Vieta inoltre di aumentare il numero di unità abitative, mantenendo così invariato il carico urbanistico.

“Con la legge regionale – ha ripreso l’assessore – ora c’è una situazione molto diversa dalla proposta iniziale. Questa norma comunque non porta a realizzare nessun alloggio sociale e nessuna prima casa. Su Modena, poi, l’impatto sarà ancora minore, perché le nostre norme edilizie in vigore già prevedono una libertà di intervento superiore a quella di queste nuove norme. In sostanza – ha detto – il nostro piano regolatore già prevede la possibilità di fare quanto scritto nella legge, nel rispetto delle norme”.

A livello comunale, la delibera presentata impone di sottoporre i progetti per i nuovi interventi di ampliamento a una valutazione di controllo paesaggistico da parte di una commissione del Comune di Modena, entro 30 giorni dalla Dichiarazione di inizio lavori. L’assessore ha spiegato che “si tratta di un’accelerazione dei tempi di risposta che sperimentiamo per gli interventi di ampliamento, ma se funzionerà la renderemo stabile per tutti gli interventi edilizi, cercando di accelerarne i tempi evitando la burocrazia. La vera rivoluzione infatti sarebbe stata consentire di applicare il silenzio assenso in caso di mancata risposta entro i termini. Spero che nei prossimi anni si cerchino norme che consentano di accelerare i tempi di risposta degli enti locali, mantenendoli entro un massimo di 90 o 120 giorni”.

Alla presentazione dell’assessore è seguita l’esposizione degli emendamenti da parte della lista Modena a cinque stelle, la presentazione di due interrogazioni dei consiglieri Fabio Rossi, Pd, e Sergio Celloni, Pdl, e infine il dibattito sulla delibera.