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A Bibbiano una serata dedicata a don Primo Mazzolari


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Primo_Mazzolari_giallo“Don Primo Mazzolari, dal Vangelo alla storia” è il titolo della serata organizzata dal comune di Bibbiano Assessorato alla Cultura e le Parrocchie di Bibbiano e di Barco, che è un invito alla riflessione su un sacerdote che è stato un personaggio carismatico e profondo. Venerdì 30 ottobre alle 20.30, nella Sala Polivalente del teatro Metropolis di Bibbiano, si confronteranno sul tema il prof. Antonino Zaniboni, Don Giuseppe Giussani, presidente della Fondazione Mazzolari intolata al prete-scrittore (Fondazione Mazzolari) e l’on. Pierluigi Castagnetti.“Per i 50 anni della scomparsa del sacerdote lombardo -spiega l’Assessore alla Cultura Luigi Arduini- mancato il 12 aprile 1959, il Comune di Bibbiano ha deciso di dedicare un appuntamento rivolto alla cittadinanza, all’interno del quale sarà proiettato il filmato realizzato dalla Fondazione che ha sede a Bozzolo (Cr), dove Mazzolari fu parroco per quasi trent’anni. Attivo nella lotta di liberazione, tanto da ricevere nel dopo guerra il riconoscimento della qualifica di partigiano dall’Anpi di Cremona, apertamente antifascista sia negli atteggiamenti che nelle sue predicazioni, Mazzolari ha avuto un ruolo determinante nella nascita della Democrazia cristiana nelle prime elezioni democratiche del 1948, ed è stato una della voci più intense del pacifismo italiano. Il suo impegno -conclude l’Assessore- è stato un esempio di umiltà e di testimonianza accanto ai più deboli e ai poveri”.

Le sue idee, esposte in numerose opere -alcune delle quali furono profondamente contestate, come ad esempio quella intitolata “Il compagno Cristo”- anticipano profeticamente alcune delle grandi svolte del Concilio Vaticano II, in particolare relativamente alla “Chiesa dei poveri”, alla libertà religiosa, al pluralismo, al “dialogo coi lontani”.Diversi suoi scritti, in particolare quelli pubblicati sul quindicinale “Adesso”, fondato nel 1949, e del quale fu direttore, gli costarono l’intervento dell’autorità ecclesiastica che gli proibì di predicare fuori dalla sua diocesi per diversi periodi. Da qui la fama di prete scomodo. Motivi che rendono la serata di venerdì un appuntamento di grande spessore storico- politico e di riflessione religiosa.