Home Attualita' Giornalismo e informazione in tempo di guerra: Anna Maria Selini e Vittorio...

Giornalismo e informazione in tempo di guerra: Anna Maria Selini e Vittorio Arrigoni in Università a Bologna


# ora in onda #
...............




anna maria selini2La prima vittima di una guerra è sempre la verità. Tra “news management” e autocensura un incontro sullo stato dell’informazione di guerra. Ne parlano il 2 novembre a Scienze della Comunicazione (Università di Bologna) alle ore 17 in via Azzo Gardino, 23 – aula A – la giornalista free-lance Anna Maria Selini e il blogger Vittorio Arrigoni. Durante l’incontro verrà proiettato in anteprima il reportage di Anna Maria Selini “Gaza, Guerra all’informazione” realizzato tra i giornalisti che hanno lavorato nella striscia di Gaza e altri documenti video realizzati da Vittorio Arrigoni, che ha raccolto la sua corrispondenza per il Manifesto tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 durante l’offensiva israeliana “Piombo fuso” nel libro “Restiamo umani” (Manifestolibri, 2009). L’appuntamento con Anna Maria Selini e Vittorio Arrigoni si tiene all’interno del corso di “Comunicazione giornalistica” di Mauro Sarti, che condurrà l’incontro.

Anna Maria Selini, giornalista freelance collabora, tra gli altri, con Repubblica.it, Peacereporter.it e l’Eco di Bergamo. Nel 2006 ha vinto il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo per essersi classificata prima all’esame di Stato. Nel 2008 è stata selezionata all’interno del corso “Giornalisti tra pace e guerra” – organizzato dalla Provincia di Bologna e dall’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna – per realizzare un reportage in Kosovo e ha frequentato il primo corso di specializzazione per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che l’ha portata in Libano e ancora in Kosovo. Nel 2009 è stata in Israele, Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Vittorio Arrigoni è un attivista dell’International solidarity movement, una ong palestinese composta per lo più da stranieri che opera in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza (svolgono attività di interposizione non violenta tra i palestinesi e gli israeliani, soprattutto al confine, dove spesso i contadini e pescatori palestinesi vengono attaccati dai militari israeliani). Vive a Gaza da un anno ed è stato tra i pochi stranieri a rimanere nella Striscia durante “Piombo Fuso”. Tra le altre cose, lui e i suoi compagni stavano a bordo delle ambulanze per far sì che non venissero attaccate. Ha raccontato quei giorni sul suo blog (il più cliccato in Italia nel mese di gennaio) per il quotidiano il Manifesto e ora nel libro “Gaza, restiamo umani” (che sta presentando in Italia).